venerdì 1 luglio 2011

LAUREATI E DIPLOMATI TRA I NUOVI POVERI



Aumentano i laureati e diplomati tra le persone che chiedono aiuto all'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo: lo ha spiegato oggi Stefano Gallarato, presidente dell'ente, durante la presentazione del bilancio di missione 2011 che si è svolta a Torino. "La maggior parte di loro - ha detto Gallarato - non ha mai fatto un colloquio con un assistente sociale e non avrebbe mai pensato di doverlo fare nella vita. Si tratta di persone più fragili di quelle a cui siamo ordinariamente abituati".

Nel corso del 2010 sono stati 3.345 i nuclei familiari in difficoltà che l'Ufficio Pio della ha aiutato, per un totale di 4,3 milioni di euro di sussidi ordinari distribuiti. Gli interventi sono andati per il 35% a favore di ragazzi fino a 17 anni e per il 17% a persone tra i 35 e i 44 anni. Di queste, circa il 35% sono straniere, con prevalenza provenienti dal Marocco (47%) e Romania (17%). Circa il 40% degli interventi hanno riguardato persone senza lavoro, mentre circa l'80% dei fondi sono stati erogati per spese abitative e il 12% per il sostegno alla genitorialità.

L'anno scorso l'Ufficio Pio ha raggiunto il 20% della fascia di popolazione in situazione di povertà assoluta. Tra i progetti messi in campo 'Xcorsi', iniziativa di sostegno allo studio, ha coinvolto 154 giovani, di cui il 35% stranieri, a cui sono andati aiuti economici per coprire le tasse universitarie (44%), l'acquisto di pc (18%) e di libri (12%). Per quanto riguarda le attività estive, l'Ufficio Pio contribuirà a coprire le spese per circa 3.600 ragazzi.


Repubblica

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I SIGILLI DELL'ANTIMAFIA NELLE PIZZERIE D'ELITE



TORINO - Un tentacolo della camorra era arrivato anche a Torino. La parte «pulita», quella delle attività commerciali in apparenza legali, ma con le radici affondate nella melma criminale del «pizzo», dell’usura. Era là, sotto gli occhi di tutti, apprezzatissima per la qualità della cucina. C’era la fila (soprattutto d’estate) per avere un tavolo nella pizzeria-ristorante «Regina Margherita», una angolo di napoletanità in piazza Savoia, nel cuore di Torino, molto frequentato da vip e calciatori. Ieri mattina, gli investigatori della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Torino hanno messo i sigilli a quel locale, su ordine del giudice per le indagini preliminari di Napoli, Maria Vittoria Foschini. La pizzeria torinese fa parte di una catena di setto locali aperti in svariate città, da Napoli, a Genova, a Varese, a Bologna, a Caserta. Secondo gli inquirenti campani, quella sorta di «franchising» della ristorazione è servito a riciclare il denaro del clan Potenza-Iorio.

In particolare, la pizzeria di piazza Savoia è gestita dalla società «Obelisco srl», 80 per cento in mano a Luigi Savarese, 68 anni, e il 20 per cento a Francesco Porcaro, di 46, ex cameriere passato dall’altra parte del bancone. A sua volta, la «Obelisco» affitta l’attività dalla «Trillionaire srl», sempre di Savarese (90 per cento) e Porcaro (10 per cento), che a sua volta è collegata alla «Iosama srl» di Massimiliano Iorio, 40 anni, e Giulio Santopaolo, che si spartiscono la società al cinquanta per cento. Secondo la Dia, Savarese è l’uomo di riferimento di Massimiliano Iorio per l’operazione di «riciclaggio». E per questo è finito sott’inchiesta. Porcaro sarebbe soltanto un «volto pulito» sulla piazza torinese da coinvolgere nell’operazione: il suo nome è soltanto nell’elenco dei destinatari del provvedimento di sequestro. Il compenso? «Ma quale compenso, ci ho soltanto rimesso dei soldi. Ho pagato per il capitale delle società e non ho ricevuto un centesimo» ha ribattuto agli investigatori della Dia.

Sulla piazza napoletana, il clan Potenza-Iorio era riuscito a fare di meglio: tra i prestanome inconsapevoli c’è finito anche il calciatore Fabio Cannavaro, socio al 10 per cento di un ristorante. «Un investimento consigliato dal mio commercialista» ha spiegato. Lo stesso professionista che si è adoperato per il trasferimento di svariati milioni del clan in Svizzera.

Ma la forza della napoletanità è nel riuscire a sdrammatizzare qualsiasi situazione. Come è avvenuto ieri mattina in piazza Savoia. Gli investigatori della Dia sono arrivati con la copia del decreto del giudice in mano e hanno incominciato a incollare alle vetrine l’avviso di sequestro. Camerieri e titolare, però, si sono preoccupati di salvare le zeppole. Non sapevano come fare, il frigorifero era pieno. E così, qualcuna se la sono mangiata. Per addolcire una giornata amara.


La Stampa

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MOVIMENTO "NO TAV", PRONTI AD ASSEDIARE IL CANTIERE


TORINO - La manifestazione nazionale contro la Torino-Lione e l’apertura dei cantieri a Chiomonte non avrà come oggetto la riconquista del sito, ma sarà un assedio che da tutta Italia verrà portato alla Maddalena. Lo ha dichiarato Alberto Perino, uno dei leader del movimento No Tav nel corso di una conferenza stampa per illustrare le modalità della manifestazione che si svolgerà domenica.

«Riconquistare la Maddalena ora - ha argomentato Perino - sarebbe una soluzione velleitaria: non ci sono le condizioni geomorfologiche, politiche e militari» per ripetere quello che è successo nel 2005 a Venaus quando un enorme corteo riprese il sito occupato giorni prima dalle forze dell’ordine. Questo non significa che il movimento abbia rinunciato alla «riconquista» dell’area: dal 3 luglio cominceranno azioni di disturbo quotidiano per rendere più difficile e più lungo la permanenza dei militari in quel contesto.

Secondo il leader dei No Tav, «qui la guardiania sta costando più dell’opera stessa: se pensano di andare avanti così per 30 anni per loro sarà molto difficile. Conquistare quel posto, con i mezzi che avevano a disposizione può anche essere stato facile. Ma noi diciamo che sarà difficile restarci e gestirlo. E, soprattutto, gestirlo come cantiere perché oggi il cantiere ancora non esiste. Hanno soltanto creato un fortino è non riescono a farci entrare assolutamente niente».

La manifestazione avrà due concentramenti: il primo partirà da Exilles, lungo sulla strada per Bardonecchia, e scenderà dalla statale verso Chiomonte, passando dalla strada provinciale che porta fino alla centrale elettrica, sede del primo avamposto della Libera Repubblica della Maddalena. Lì ci saranno i comizi degli esponenti, tra i quali Beppe Grillo, la cui presenza è già stata confermata. Anche Sel ha dato il proprio appoggio e si sta verificando la partecipazione di Vendola al corteo. I manifestanti poi risaliranno verso il paese e ancora in direzione di Exilles.

Avrà la base a Giaglione, invece, il secondo corteo: da qui partirà l’assedio attraverso i boschi. Gli attivisti sono stati invitati a portarsi cibo perché si prevede che l’occupazione durerà tutta la giornata. . In quest’area, inoltre, la «difesa» sarà più difficile a causa del copioso dispiegamento di militari e per le recinzioni che circondano il cantiere.

Tutti hanno ribadito la volontà che questa manifestazione sia pacifica. Anche Marina Clerico, vicepresidente della Comunità Montana, ha dato l’appoggio ai sindaci, assicurando che le amministrazioni sono vicine al proprio popolo.

Intanto, la Commissione europea ha ricevuto la lettera congiunta di Italia e Francia nella quale si forniscono assicurazioni a Bruxelles sulla volontà di Roma e Parigi di proseguire con la realizzazione dell’alta velocità. Lo ha detto Helen Kearns, portavoce del commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas, precisando tuttavia che «a oggi le tre condizioni non sono state ancora rispettate e si spera che la situazione sia più chiara dopo la riunione interministeriale del 6 luglio».

L’Ue finanzierà 672 milioni di euro per la nuova linea Torino-Lione, a patto che vengano rispettati tre requisiti fondamentali: l’apertura del cantiere per il tunnel della Maddalena, l’approvazione dei nuovi progetti e la firma di un nuovo accordo bilaterale sulla ripartizione dei costi finanziari dell’opera. Durante riunione interministeriale di mercoledì prossimo dovrebbero essere meglio definiti gli impegni che Italia e Francia si dovranno assumere in termini di costi e finanziamenti.


La Stampa

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