giovedì 30 settembre 2010

OGGI E' MORTO TONY CURTIS ALL'ETA' DI 85 ANNI


E' morto Tony Curtis. Una delle leggende del cinema si e' spenta nella notte. Ne da notizia Entrateinment toonight, e la notizia secondo il sito sarebbe stata confermata dalla figlia Jamee Lee Curtis.

L'attore aveva 85 anni, scompare cosi' dopo una lunga malattia l'eroe della commedia americana, indimenticabile compagno di Marilyn Monroe e Jack Lemmon in A qualcuno piace caldo. Era nato a New York il 3 giugno del 1925.


(ANSA.it)
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NOTIZIE SUL WEB PRIMA DI ANDARE DAL MEDICO


Il medico gode sempre di considerazione, ma per avere informazioni su salute e malattia a farla sempre piu' da padroni sono internet e tv.Secondo alcuni dati del Censis, i media sono sempre piu' utilizzati come prima fonte di informazioni:nel 2010 il 64% degli italiani le ha cercate su tv e radio e il 18% su internet.In generale il 59% degli italiani e' sempre interessato ai temi di salute, e il 75% si ritiene informato. Gli utenti sono stati 23 mln nel 2009, di cui 16,6 per notizie su salute.


(ANSA.it)
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TORINO, IL COMUNE TAGLIA ANCORA, SPESE RIDOTTE DI 17 MILIONI


Di Cultura non parla, se non in un rapido passaggio, quando a proposito dei 17 milioni di euro di spesa corrente da ridurre, spiega che sulla Cultura ricadranno appena 170 mila euro di sacrifici, e non costringeranno a cancellare alcun evento, semmai ridurranno di un po’ il contributo di Palazzo Civico . Si tiene alla larga dalle polemiche dei giorni scorsi e guarda oltre: «Il patto di stabilità non permette di programmare alcuna attività. Oggi, decidere di investire in un’opera pubblica pluriennale è un atto di coraggio; significa sfidare la sorte». Il nodo che assilla l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni è sempre quel «patto» che impedisce ai Comuni di spendere i soldi in cassa. E a Torino si trasforma in una beffa: «Abbiamo chiuso il 2009 con un avanzo di amministrazione di 20 milioni di euro. E non li possiamo usare. Per mitigare gli effetti dei tagli sulla spesa corrente non possiamo sfruttare l’avanzo di amministrazione perché il patto di stabilità obbliga ad impiegarlo solo per ridurre l’indebitamento o svalutare i crediti». Insomma, ci sono venti milioni ma non si possono usare. Però si deve contenere la spesa di 17. Totale: 37 milioni evaporati.

Altrove, in altri momenti, hanno deciso di passare sopra le regole e violare il patto. Sforare per non soffocare. Altri tempi, dice Passoni. «Oggi le sanzioni sono insormontabili. Chi esce dai paletti oltre a vedersi ridurre i trasferimenti sull’anno successivo deve anche pagare una sanzione». Per Torino, secondo i calcoli degli uffici comunali, il mancato rientro di 44 milioni significherebbe subire nel 2011 minori trasferimenti da Roma per 95 milioni, circa il 7 per cento dell’intero bilancio. «Se oggi, con 45 milioni da tagliare siamo di fronte a un compito quasi impossibile, sopravvivere con 95 milioni in meno sarebbe impensabile. Ci porterebbe dritti al commissariamento».

Da qui al 30 novembre toccherà compiere una ricognizione generale tra i vari settori per capire quali investimenti sacrificare così da ottenere i soldi che mancano all’appello. Ventisette milioni, ma la cifra potrebbe essere inferiore, grazie «all’eventuale disponibilità di risorse derivanti da alienazioni patrimoniali o alle auspicate modifiche al patto di stabilità».

La cruda realtà è che, a tre mesi dalla fine dell’anno, ieri il Comune è stato costretto a tagliare 17 milioni di euro, in un colpo solo e in corso d’opera. L’ha fatto «incidendo con il bisturi; non sulla pelle, direttamente sull’osso», per dirla con l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni, andando a sfrondare 100 mila euro di qua, 200 di là, fino a raggiungere il traguardo. Il guaio è che non è finita: entro fine anno Palazzo Civico dovrà recuperare altri 27 milioni, ma stavolta non si andrà a operare «sull’osso», si prenderanno di mira gli investimenti.

L'articolo completo:
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/economia/articolo/lstp/343832/


(LASTAMPA.it)
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IL GOVERNO OTTIENE LA FIDUCIA GRAZIE A FINI E "MPA"


I numeri parlano chiaro. I finiani e l'Mpa sono decisivi per la maggioranza. Con la Lega che torna a chiedere con forza il voto a marzo. E il Cavaliere che in serata, dopo un brindisi con le deputate per festeggiare il suo 74esimo compleanno, sembrerebbe piegarsi all'ipotesi: "Se è così meglio andare al voto...", avrebbe detto a Bossi - secondo fonti di agenzia - durante una telefonata. Circostanza smentita da Palazzo Chigi che in serata nega che i due alleati si siano parlati dopo il voto.

Il verdetto che arriva dall'aula di Montecitorio al termine della votazione di fiducia al governo non dà indicazioni rassicuranti per il premier. Con l'esecutivo si sono schierati 342 deputati, contro 275 (i presenti al voto sono stati 620, i votanti 617, la maggioranza richiesta di 309). E per di più tra i 9 assenti uno solo era del Pdl. Inoltre c'è un dato da tenere in assoluta evidenza: 38 dei 342 voti a favore sono dei finiani (hanno 35 deputrati ma in due hanno detto no a Berlusconi) e degli uomini di Lombardo (5). I primi protagonisti da mesi di uno scontro interno al Pdl, i secondo fortemente critici nei confronti dell'esecutivo. Senza di loro, infatti, il governo non avrebbe ottenuto la fatidica 'quota 316', cioè la metà più uno dei componenti dell'assemblea di Montecitorio.

Una situazione che mette Berlusconi in una situazione davvero difficile da un punto di vista politico e che gli fa dire, rivolto al capogruppo Idv Massimo Donadi: "Sto passando un compleanno di m....". Non a caso la Lega si mostra preoccupata: "La strada è stretta e i numeri risicati - dice Umberto Bossi - nella vita è meglio prendere la strada maestra, la strada maestra è il voto. Berlusconi il voto non lo ha voluto e ora siamo a questo punto". Perentorio il ministro Roberto Maroni che, in una conversazione con Nichi Vendola e Franco Giordano, captata dalle telecamere del Tg7, prevede: "A marzo si vota".

L'articolo completo:
http://www.repubblica.it/politica/2010/09/29/news/giornata_politica-7552465/?ref=HREA-1


(REPUBBLICA.it)
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ROMA, AVVOCATO GAMBIZZATO NEL SUO STUDIO


Sono entrati nel suo studio e lo hanno gambizzato prima di darsi alla fuga a bordo di uno scooter. È accaduto poco dopo le 20 nello studio legale di via Ruggero Fauro, in zona Parioli, dell'avvocato Piergiorgio Manca. Il legale è stato ferito a una gamba da due sconosciuti. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

Piergiorgio Manca, secondo quanto si è appreso, è stato ferito all'altezza dell'inguine, poco sopra la coscia destra. L'avvocato è stato ricoverato al policlinico Umberto I e le sue condizioni non sarebbero gravi. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, l'avvocato Manca, sarebbe stato avvicinato, appena uscito dal suo studio di via Sauro al quartiere Parioli da due persone che indossavano dei caschi. Tra i tre ci sarebbe stata prima una discussione e poi una piccola colluttazione. Improvvisamente uno dei due ha estratto una pistola e ha sparato due colpi. I due sarebbero poi fuggiti a bordo di uno scooter.

I carabinieri starebbero ascoltando alcuni testimoni e hanno avviato già accertamenti tecnici in via Sauro alla ricerca di eventuali bossoli della pistola usata dai due aggressori. Appena sarà possibile gli investigatori dell'Arma ascolteranno anche l'avvocato ferito.


(LEGGO.it)
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mercoledì 29 settembre 2010

TROVATO IL CELLULARE DI SARAH SCAZZI, BRUCIATO E SENZA BATTERIA


Ancora nessuna notizia di Sarah Scazzi, la 15 enne di Avetrana scomparsa lo scorso 26 agosto: ha percorso circa 500 metri, la strada che separa l’abitazione dell’adolescente e quella della cugina con cui era doveva trascorrere un pomeriggio al mare. Poi lo squillo al cellulare per segnalare che era quasi arrivata a destinazione. Ma di Sarah si son perse le tracce. Al momento l’unica cosa certa è il sopralluogo che l'ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, è arrivato nella cittadina pugliese.

Ma ora è spuntato anche un altro elemento. È stato ritrovato il cellulare di Sarah in un casolare abbandonato non molto lontano dal luogo della scomparsa: tra le campagne di Avetrana e Nardò in contrada Tumani, territorio della provincia di Lecce. A diffondere la notizia è il Tg5. Al momento sul posto si trovano le autorità e il procuratore aggiunto di Taranto, Pietro Argentino. Il telefonino è senza batteria e scheda telefonica. Inoltre è anche bruciato. A trovare il telefonino sarebbe stato lo zio della ragazzina che stava ripulendo il terreno, insieme ad altri operai, dalle sterpaglie per poi bruciarle.

Oltre a questo c'è anche un altro fatto oscuro nella vicenda. Concetta Serrano Spagnolo, la mamma di Sarah, in una intervista al "Corriere del Mezzogiorno", disperata cerca appigli concernenti la figura del padre della 15enne. La donna ha avanzato l’ipotesi che il marito e padre della ragazzina abbia un’altra figlia a Milano, avuta da una relazione extra-coniugale. Di lui ha detto di temere anche il "suo passato burrascoso che potrebbe avere creato rancori o sete di vendetta".


(LIBERO-NEWS.it)
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CAMERA, OGGI ALLE 19 VOTO DI FIDUCIA AL GOVERNO


Il Cavaliere smonta la trappola che stava scavandosi con le sue mani, e chiede la fiducia del Parlamento. Sarà votata stasera alle 19 nell’aula di Montecitorio, domani replica a Palazzo Madama.

Il colpo di scena
Berlusconi s’è reso conto che, se non avesse messo sul piatto la sopravvivenza del governo, molti dei potenziali sostenitori ne avrebbero profittato per sfilarsi, per distinguersi, per eludere la scelta di campo. Dunque niente più voto su una risoluzione, che avrebbe permesso soprattutto ai finiani di pretendere la loro firma in calce al documento (o in alternativa di presentarne uno loro pressoché identico). In conclave coi maggiorenti Pdl, il Cavaliere ha capito l’errore e rovesciato la strategia. Quella nuova è semplice: o la va o la spacca. Più probabile la prima delle due.

Il voto finiano
Bocchino fa sapere che, se nel discorso Berlusconi non darà di matto, Futuro e libertà sarà disposto a sostenerlo pure senza la propria firma in calce alla mozione. Però l’appoggio non è garantito per sempre. Superata la fiducia, potrà mancare su questioni importanti. Per esempio, non appena si voterà la mozione Pd per cacciare Bossi dopo gli sproloqui sui «porci» romani.

Dunque occhio stasera al tabellone luminoso: per avere qualche chance di tirare avanti il premier dovrà superare quota 316 (la maggioranza più uno dei deputati) al netto dei «ribelli», e magari pure degli autonomisti siciliani di Lombardo. Ce la farà?

La «compravendita»
Mentre nei giorni scorsi tenevano banco i Tulliani, svelti emissari del premier sfruttavano la distrazione collettiva per lavorare indisturbati. Così adesso l’«autosufficienza» del governo sembra davvero a un passo. «Abbiamo fatto bene i conti», assicura Frattini. Lasciano ufficialmente l’Udc i 5 del gruppo Mannino. Fonderanno il Pid (Popolari per l’Italia di domani) e contano di aggregare ulteriori misteriosi peones. Casini è convinto di sopravvivere anche meglio, perché si libera di certi personaggi chiacchierati assai. L’Api di Rutelli perde a sua volta due pezzi, il campano Cesario e l’imprenditore veneto Calearo, già fiore all’occhiello della lista veltroniana nel 2008. Più Pdl, più Lega, più partitini vari, il centrodestra può arrivare a 313 voti.

Si asterranno i tre altoatesini della Svp che nel 2008 avevano votato contro: non vogliono fare da stampella al premier, dicono, però una mano gliela stanno dando. Spargono la voce i finiani che Berlusconi chiede la fiducia perché il «calciomercato» ha fatto flop. Bersani, più realista, teme il successo di un’«operazione che prelude al governo Berlusconi-Bossi-Cuffaro», e invoca l’intervento della magistratura con questo argomento niente affatto trascurabile: «Se si promette la rinomina o uno stipendio questa è corruzione». Stasera comunque sapremo se il Cavaliere è «autosufficiente» o no.

La bozza del discorso
Da chi l’ha letta viene definita «corposa», cioè densa di promesse all’Italia. E «zuccherosa», in quanto priva di asprezze. Animata dallo «spirito alto e nobile di Onna» (riferimento al tono ecumenico che il Cavaliere sfoderò il 25 aprile 2009). Nel testo redatto da Bonaiuti, Fini non viene mai citato, né in bene né in male. Però chissà quanti ritocchi subirà la bozza entro le 11 di stamane, quando Berlusconi prenderà la parola in Aula. Letta preme per un atto di generosità politica e istituzionale. Sicuramente verrà incensato Napolitano, per non dire del Papa. Un approfondimento in extremis è stato chiesto a Maroni perché il capitolo sicurezza pareva smilzo.

Sulla giustizia per ora è previsto un fugace cenno all’importanza di stringere i tempi, senza espressi riferimenti al «processo breve». Non si parla di Lodo, che cammina sulle sue gambe. Oggi in Senato Vizzini presenta un testo che fa scudo solo al Capo dello Stato e al premier, proprio come desiderano i finiani.


(LASTAMPA.it)
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CASO ANNOZERO, OGGI IN CDA VALUTAZIONI PRIMA PUNTATA


La prima puntata di 'Annozero' e il contratto di servizio. Sono questi i punti all'ordine del giorno del Cda della Rai. Sul contratto il Consiglio si esprimerà alla luce del parere votato lo scorso 9 giugno dalla Vigilanza e dopo le riunioni del tavolo Governo-azienda. Un parere che è stato recepito in gran parte anche se rimangono punti aperti, in primis quello sulla pubblicazione dei compensi nei titoli di coda.

Il Consiglio dovrebbe esprimersi su un testo che poi tornerà al Governo per la firma e la pubblicazione in Gazzetta. Altro punto all'ordine del giorno, le valutazioni sulla prima puntata di 'Annozero'. Giovedì, dopo le critiche di Santoro al Dg e il "Vaffan..bicchiere", Masi aveva annunciato di voler portare il caso in Consiglio, e ha quindi chiesto che la questione fosse inserita all'ordine del giorno. Nei giorni scorsi la maggioranza aveva auspicato l'adozione di provvedimenti anche disciplinari.

Intanto Santoro lavora alla puntata di 'Annozero' di domani: il titolo non c'è ancora ma sarà dedicata al destino della maggioranza. Il programma condotto da Michele Santoro tornerà anche sul caso Montecarlo, con servizi da Santa Lucia. Quanto al Cda Rai, che si occuperà della puntata di esordio per il "Vaffanbicchiere" detto in diretta da Michele Santoro critico con il Dg Mauro Masi, "aspettiamo e vediamo", dicono dalla redazione.


(APCOM.net)
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SVENTATO PIANO TERRORISTICO PER COLPIRE CITTA' EUROPEE


I servizi di intelligence occidentali hanno sventato un piano terroristico per compiere attentati simultanei in Gran Bretagna, Francia e Germania simili a quello compiuto nel novembre 2008 da un gruppo pachistano a Mumbai, in cui furono presi di mira lussuosi hotel della città indiana.

Lo ha rivelato Sky News, citando fonti di intelligence. Obiettivo del piano, messo a punto da terroristi con base in Pakistan, era quello di fare una strage come quella di Mumbai, in cui morirono 166 persone. Gli attentati in Europa non erano comunque imminenti. Secondo Sky New, la recente escalation di raid aerei in Pakistan, condotti da droni statunitensi (aerei senza pilota comandati a distanza, ndr.), è servita proprio a sventare il piano. Diversi attacchi hanno avuto come obiettivo gli organizzatori di questo progetto terroristico, miliziani islamisti legati ad al Qaida, e un leader del gruppo sarebbe stato ucciso.

Ieri sera intanto un nuovo allarme bomba ha costretto la polizia francese ad evacuare la Torre Eiffel. L'emergenza è scattata in seguito a una telefonata proveniente da una cabina telefonica del VII Arrondissement di Parigi.


(APCOM.net)
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martedì 28 settembre 2010

TORINO, E' NATA LA BAMBINA DELLA DONNA IN COMA


Pesa 800 grammi ed è in buone condizioni la bambina nata all'ospedale Sant'Anna di Torino da un madre in coma da un mese e tenuta in vita solo per salvare la figlia. La piccola si chiamerà Edil, proprio come la mamma.

EDIL - Lunedì la gestazione era entrata nella 28/a settimana e i medici hanno tentato di prolungare il più possibile la permanenza della bambina nel grembo materno. Alle 7 di martedì mattina è stato effettuato sulla donna il taglio cesareo. Sarebbe stato il peggioramento delle condizioni della donna a far decidere i medici per l'intervento. Durante la fase di gestazione in cui la donna era in coma il feto si è sviluppato naturalmente nonostante la situazione della mamma, ma il peggioramento delle condizioni della giovane rischiava di mettere in pericolo la vita della bambina. La piccola si trova ricoverata ora nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell'ospedale, come tutti i bimbi che nascono prematuri.

I MEDICI - «Abbiamo deciso che fosse il momento di far nascere la bimba perché i rischi che si correvano lasciandola nell'utero erano maggiori di quelli che si sarebbero corsi facendola nascere» ha spiegato la professoressa Tullia Todros, direttore del Dipartimento di ostetricia e neonatologia dell'ospedale Sant'Anna. «La bimba - ha aggiunto - è nata bene, ha avuto un cesareo veloce, è durato circa 10 minuti. È piccola, però vivace, ha pianto quando è nata».Benché tutto sia andato per il meglio, la pofessoressa Todros specifica che sulle condizioni della bambina «bisogna essere molto cauti e aspettare i prossimi giorni».

ACCERTAMENTO MORTE - La madre di Edil sarà tenuta adesso sotto osservazione per sei ore dalla commissione per l'accertamento della morte cerebrale. Dopo le verifiche e ulteriori analisi da parte dei membri del comitato, ne sarà dichiarata la morte. Per il momento il cuore della donna batte ancora e l'intervento del parto è stato fatto in anestesia generale perché i medici non potevano avere la garanzia che Edil, anche se in coma, non soffrisse. Il padre non ha assistito al parto cesareo perché la decisione è stata presa tempestivamente dai medici e quando è arrivato al S. Anna la piccola era già nata.


(CORRIERE.it)
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HRP-4, IL NUOVO ROBOT UMANOIDE PRESENTATO IN GIAPPONE


Impressionante: questo è il giusto aggettivo per riferirsi alla velocità con cui i giapponesi continuano a progettare ed a presentare al grande pubblico nuovi robot, le cui sembianze e movenze sono sempre più simili a quelle umane.

Questa volta le luci della ribalta popolare si sono accese sull’umanoide HRP-4, prodotto dalla giapponese National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST).

L’HRP-4, di cui è possibile vedere un video che lo ritrae in azione subito dopo il salto, ha fattezze molto simili a quelle umane, è alto 151 cm e pesa 39 kg. La sua figura così slim è stata curata da un azienda giapponese di Industrial Design, con l’intento principale di ottenere un robot leggero, maneggevole ed in grado di eseguire una serie ben evoluta di movimenti.

Il robot ha 34 gradi di libertà ed è movimentato da un motore da 80W. Le braccia hanno la capacità di alzare un peso massimo di 0.5 kg.

L’HRP-4 ha un sistema di controllo software interno, ma può essere anche controllato da un mini-notebook, da integrare nella parte posteriore del dorso.

Su questo computer potrà stata installata una distribuzione opportunamente personalizzata di Linux: l’idea di utilizzare un notebook è funzionale alla possibilità di espansione delle risorse hardware e software utilizzate dal robot per compiere specifiche operazioni.

L’umanoide è in grado di rispondere ai comandi vocali ed è capace di identificare e seguire sia i volti sia gli oggetti.

Lo sviluppatore insieme alle industrie Kawada Industries hanno dichiarato che il piano vendite è già stato approntato ed il robot sarà disponibile sul mercato a partire dal prossimo Gennaio.

Impressionante è il robot, ma allo stesso modo è sconcertante il prezzo: 325000$. Il prezzo dell’alta tecnologia.

IL VIDEO:


(ICTBLOG.it)
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PADOVA, LA SORELLA LE NEGA IL TRAPIANTO DI MODOLLO


«Un amico disinteressato e sincero non può pagare penalmente un atto di puro amore». Fa sentire la sua voce dalla Nuova Zelanda «la sorella malata» in attesa di trapianto del midollo. Nonostante le condizioni precarie e la stanchezza dovuta a malattia e terapie, la donna ci tiene ad esprimersi sul dramma che sta vivendo. In una lunga mail al Corriere del Veneto chiarisce i contorni della tragica vicenda che vede contrapposte due sorelle padovane. Una di loro, insegnante, che vive a Padova, si rifiuta di donare il midollo osseo per salvare l’altra, che da molti anni si è trasferita a Auckland, da una grave forma di leucemia. Uno striscione con la scritta «Luisa F. ucciderà sua sorella se non dona il midollo», apparso qualche giorno fa sulla piazza del quartiere di Salboro, ha trasformato in un caso pubblico una vicenda totalmente privata. Con gli amici della donna ammalata che le hanno tentate tutte per smuovere la sorella dal rifiuto, ma senza risultato.

E un appello era stato affidato anche a Facebook: «Salvate Paola F.». Ma c’è anche chi difende il diritto alla libera scelta. Corrado Viafora della Commissione Bioetica dell’Ateneo di Padova, aveva precisato: «La decisione e la disponibilità devono essere del tutto personali e non vanno mai forzate». Adesso, a esprimersi, è la vera protagonista di questa dolorosa storia: Paola, medico anestesista che vive in Nuova Zelanda. Difende gli autori dello striscione apparso a Salboro, perseguiti dalla polizia con l’ipotesi di reato di diffamazione e danneggiamento. «L’atteggiamento di chiusura di mia sorella ha spinto una persona che mi vuole bene a compiere un atto estremo come quello di imbrattare un muro pubblico - dice Paola - con un’accusa che non sarà mai diffamazione o calunnia, ma è solo un grido di dolore per l’impotenza e la frustrazione causate dall’ignoranza e dalla paura».

E spiega: «Mia sorella ha accettato volontariamente di sottoporsi al test di compatibilità, poi mi ha informato (nemmeno direttamente) di non essere disponibile alla donazione. A questo punto è iniziato il mio dramma. Sono medico, non mi sognerei mai di fare correre rischi a mia sorella. Il problema è la sua ignoranza, nel senso di non conoscenza. Pensate cosa significa per me sapere che mia sorella non se la sente di donarmi il midollo per farmi vivere. Ma rispetto la sua decisione». Nei giorni scorsi anche Giampietro Rupolo, direttore dell’Azienda Ospedaliera di Padova ed ex responsabile del Centro regionale trapianti, aveva fatto notare che il trapianto di midollo non comporta rischi: «E’ fatto in anestesia locale e in day surgery, il prelievo viene preso dalla cresta iliaca del fianco». E aveva aggiunto: «Il rifiuto spesso deriva da paure e timori infondati». Conclude Paola, che in Nuova Zelanda combatte per vivere, in attesa del trapianto: «C’è disinformazione sulle donazioni, bisognerebbe fare sapere che un semplice atto d’amore può regalare la vita a un essere umano».


(CORRIEREDELVENETO.CORRIERE.it)
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IRAN, SAKINEH SARA' IMPICCATA PER OMICIDIO


Il procuratore generale iraniano Gholam-Hossein Mohseni-Ejei ha annunciato la condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtani, la donna accusata di adulterio e di complicità nell’omicidio del marito. La donna, secondo quanto si legge sul Teheran Times, è stata condannata per il secondo dei due capi d’imputazione: per questa ragione Sakineh non sarà giustiziata per lapidazione ma per impiccagione. «Secondo la legge attuale, la sua condanna a morte ha la precedenza sulla punizione» per l’adulterio, ha detto il procuratore generale.

Il procuratore generale ha spiegato che Sakineh non sarà lapidata per avere commesso adulterio perché dovrebbe essere prima giustizia per impiccagione in quanto riconosciuta colpevole di omicidio. «La questione non dovrebbe essere politicizzata e gli organi giudiziari iraniani non saranno influenzati dalla campagna di propaganda lanciata dai paesi occidentali», ha detto il procuratore Gholam-Hossein Mohseni-Ejei. La sentenza di lapidazione contro Sakineh Ashtiani era stata sospesa dal alcune settimane per un riesame del caso.


(LASTAMPA.it)
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ARRESTATI SINDACO RIOMAGGIORE E PRESIDENTE PARCO 5 TERRE


Il sindaco di Riomaggiore, Gianluca Pasini, e il presidente del Parco delle Cinque Terre, Franco Bonanini, sono stati arrestati nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla squadra mobile di La Spezia e coordinata dalla procura spezzina per una serie di reati contro la pubblica amministrazione.

LE ACCUSE - Secondo quanto si apprende, le accuse vanno dall' associazione a delinquere alla truffa ai danni dello Stato, dal falso all'abuso d'ufficio. Oltre al primo cittadino di Riomaggiore Gianluca Pasini e Franco Bonanini, presidente del Parco - dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco - sono stati arrestati anche il comandante della polizia locale di Riomaggiore, il capo dell'ufficio tecnico. Complessivamente sono state emesse 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 4 agli arresti domiciliari.


(ANSA.it)
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lunedì 27 settembre 2010

DONNA MORTA E INCINTA, FORSE OGGI IL PARTO


Edil darà alla luce Edil: madre e figlia avranno lo stesso nome. Per Issa Muhyaddin Jimcaale sarà il ricordo della moglie, morta di tumore a 28 anni, mentre era incinta alla ventisettesima settimana.Ormai è soltanto questione di tempo. Il tempo che resta a una bimba ancora nel grembo materno per raggiungere la ventottesima settimana di gestazione e poter venire al mondo benché prematura; il tempo astratto di una madre dichiarata morta un mese fa ma tenuta legata alle macchine in rianimazione perché si possa portare avanti la gravidanza; e il tempo perché un figlio di 9 anni possa arrivare dall’Africa a Torino per abbracciare l’ultima volta la mamma, che non vedrà mai più.

Tutto ciò che resta a Issa Muhyaddin Jimcaale, il marito di questa donna morta e incinta, tenuta legata alle macchine come fosse viva perché possa partorire, è la speranza di veder nascere una figlia e il sogno di riuscire a portare in Italia un altro figlio oggi in Somalia, ché possa dare l’addio alla madre uccisa da un tumore al cervello. «Sa tutto, sa che non c’è speranza e vorrebbe venire per il funerale», dice papà Issa. Ma anche questo è un problema di tempo: il tempo della burocrazia. La questura di Torino ha già dato sabato «la massima disponibilità» ad autorizzare l’ingresso del bimbo in Italia nell’arco di pochissime ore, ma la procedura dev’essere avviata al Consolato italiano in Somalia, e così dall’ospedale parte un appello al ministero degli Esteri: «Non c’è molto tempo - dicono i medici che stanno seguendo il caso di Edil, condannata da un tumore a 28 anni -: appena i controlli riveleranno che il feto comincia a soffrire dovremo procederemo con il taglio cesareo, e a quel punto dichiareremo la morte della donna, il cui elettroencefalogramma è piatto già da una trentina di giorni», spiega la dottoressa Evelina Gollo, primario di Rianimazione all’ospedale ginecologico di corso Spezia.

Tutto potrebbe accadere già questa mattina. Alle 10 mamma Edil sarà sottoposta a una risonanza magnetica (la seconda in venti giorni) per valutare eventuali danni encefalici subiti dalla figlia che ha in grembo («La chiameremo Edil come la madre», ha annunciato l’altro ieri il marito della giovane donna somala). Nel caso in cui ci siano i segnali di un pericolo imminente, a mezzogiorno si procederà al taglio cesareo. La piccola sarà portata nel centro di Neonatologia dello stesso ospedale, specializzato in prematuri. Se invece si osserverà che la piccola Edil sta crescendo bene, che i battiti cardiaci sono regolari, Edil mamma continuerà a essere «assistita» in rianimazione come fosse viva. Un caso unico, che ha spinto i medici del Sant’Anna a non cedere, a tentare il tutto per tutto, a non negare a una famiglia comunque distrutta l’ultima speranza. Una vita in cambio di un’altra vita.

Edil, 28 anni, era arrivata in Italia nella speranza di poter vincere un meningioma, un cancro al cervello, con un intervento di neurochirurgia che invece non è servito. Viveva da sfollata con il marito e 5 figli in un villaggio a pochi chilometri da Mogadiscio, è stata portata a Torino dove vive il cognato di 39 anni, Hussein Nur. Un viaggio inutile per la donna, entrata in coma dopo l’operazione, ma che per la piccola Edil potrebbe significare invece la vita.


(LASTAMPA.it)
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NUOVO DRAMMA IN SALA PARTO, NEONATO MUORE NEGATO IL CESAREO


Dopo i recenti casi in giro per l'Italia di tragedie in sala parto, la magistratura ha aperto un'altra inchiesta per una nascita finita in tragedia. Stavolta i riflettori sono puntati su Palermo, dove stamattina una coppia ha denunciato ai carabinieri i medici della clinica Candela in seguito alla morte del loro primo figlio, appena nato.

Secondo Samuela Lo Re e Francesco Conigliaro, entrambi di 29 anni, il bimbo sarebbe nato morto per la "negligenza di medici e infermieri della clinica". Di diverso avviso la direzione sanitariache fa sapere, "pur rispettando il dolore dei familiari, di escludere che possa ravvisarsi una responsabilità medico professionale".

La Procura di Palermo ha disposto l’autopsia sul corpicino del bimbo.La donna aveva chiesto di essere sottoposta a un parto cesareo ma il piccolo era stato fatto nascere per vie naturali. I familiari sostengono che la gravidanza è stata regolare e che il bebé era sano.

Secondo la direzione della clinica, "non c’era alcun presupposto per eseguire il parto cesareo, come espressamente previsto nelle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità".


(QN.QUOTIDIANO.net)
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AUTO IN MARE NEL PORTO DI GENOVA, MORTI 2 TEDESCHI, "ERRORE UMANO"


Si chiamavano Phillipp Habel e Melanie Starzynky i due turisti morti in porto questa mattina a Ponte Doria dopo essere caduti in mare con la loro auto. Entrambi sono tedeschi (lei è originaria della Polonia) ed erano residenti nella zona di Stoccarda. Lui aveva 29 anni, lei 28.

Ad identificarli sono stati gli agenti della polizia marittima di Genova che sono partiti da una ricevuta di pagamento di un hotel di Alghero dove i due avevano soggiornato. I documenti dei due, infatti, sarebbero andati dispersi in mare. L'auto, una Opel Astra station wagon, era stata noleggiata lo scorso 13 settembre in una agenzia Hertz di Stoccarda.

Sono volati in mare in pochi secondi, cadendo giù dalla rampa del traghetto Moby Otta, della compagnia armatrice Moby Lines proveniente dalla Sardegna, e sono scomparsi nelle acque nere del porto di Genova. L'incidente è avvenuto questa mattina, poco dopo le 9.

Non è ancora chiaro cosa abbia determinato la caduta in mare dell'auto. Un testimone, che si trovava in banchina quando la nave ha attraccato, racconta che l'auto, forse una Ford Focus, è stata la terza vettura a scendere quando il portellone della Otta si è aperto. Secondo la testimonianza, l'auto è scesa a retromarcia: "Quando è stata più o meno a metà passerella, la nave ha avuto un sobbalzo in avanti, come se avessero messo macchine avanti tutta". La passerella si è staccata da terra e l'auto è caduta.

Subito è scattato l'allarme: la Capitaneria di porto, i vigili del fuoco e la Polmare si sono recati sul posto con i sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno subito avviato le ricerche. Il flusso di auto che dovevano scendere a terra è stato fermato, il vano garage del traghetto messo in sicurezza. Intanto, il corpo di uno degli uomini che si trovava sulla macchina è affiorato a prua della nave: i vigili del fuoco l'hanno issato sul gommone e avviato le manovre di rianimazione, ma non c'è stato nulla da fare.

Probabile innesto sbagliato della marcia
Un imprevedibile ed errato innesto della marcia "avanti" alle eliche del traghetto Otta della compagnia Moby ha portato alla morte dei due giovani turisti stranieri avvenuta stamani nel porto di Genova. E' questa l'opinione del pubblico ministero Biagio Nazzeo che sta ricostruendo nelle linee essenziali la dinamica dell'accaduto. L'errato innesto potrebbe essere stato causato da un errore umano o da un guasto ad un circuito elettrico. La nave è relativamente vecchia: ha 32 anni, era stata acquistata in Danimarca, si chiamava Princess of Scandinavia e non ha sistemi software che gestiscono autonomamente il funzionamento dei motori.

Dunque è escluso che si sia trattato dell'errore di un computer. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, erano le 9,30 quando, dopo un ormeggio regolare ed effettuato secondo le prescrizioni sia di bordo che di terra, durante lo sbarco delle vetture dalla stiva, le eliche della motonave Otta passavano dalla marcia "neutra" a quella "avanti". Dieci secondi, forse quindici, di spinta longitudinale, hanno fatto spostare la nave di una decina di metri. La passerella su cui si trovava la Opel Astra con a bordo Philpp Habel, 29 anni e Melanie Starzynsky, 28 anni, si è staccata dalla banchina, la parte terminale si e' inclinata verso il basso e la vettura è piombata nelle acque scure e limacciose del porto. Per i due non c'e' stato scampo: sono morti annegati. L'uomo è riaffiorato un quarto d'ora dalla tragedia. Era in fin di vita ed è morto durante i soccorsi. La donna è stata ripescata solo nel primo pomeriggio: era ancora legata alla cintura di sicurezza della vettura, probabilmente colpita dalle eliche e gettata contro la banchina.

Il comandante di macchina si e' accorto del movimento della nave e ha disinnescato la marcia. I cavi di ormeggio l'hanno riportata nella corretta posizione, poi è scattato l'allarme. Il pm ha sequestrato la scatola nera della nave, ma sarà difficile poter accertare da quale dei quattro comandi esistenti sulla nave (tre sul ponte e uno in sala macchine) sia partito l'impulso che ha innescato la marcia avanti alla nave. Mazzeo ha ascoltato il comandante di coperta e quello di macchina, e ha disposto il sequestro di un video di Stazioni marittime Spa in cui, sebbene a fotogrammi separati, si vede chiaramente il moto imprevisto della nave. Si indaga per omicidio colposo. Il pubblico ministero ha disposto l'autopsia sulle due salme che sarà effettuata dal professor Francesco Ventura presso l'istituto di Medcina legale dell'ospedale San Martino di Genova.


(RAINEWS24.it)
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domenica 26 settembre 2010

ARRIVA LA SVEGLIA CONTRO L'ERITEMA SOLARE


Chi tende a addormentarsi in spiaggia, sotto il sole, non deve avere più paura delle scottature. Perché verrà salvato dal suo cellulare, che inizierà a squillare non appena la durata dell'esposizione al sole supererà il limite oltre il quale ci si scotta. E' il nuovo servizio, made in Italy, che sta mettendo a punto Flyby, un'azienda livornese che ha già brevettato un sistema che comunica via sms il tempo massimo in cui ad ogni persona è consigliato rimanere sotto i raggi ultravioletti, attualmente attivo in Campania, all'Istituto Tumori di Napoli. Del nuovo sistema di sveglia "anti-scottatura" si è parlato oggi al Festival della Salute di Viareggio. "In pratica - ha spiegato Emilio Simeone, general manager della Flyby - trasformeremo i telefonini di ultima generazione in dosimetri, in 'radiometri personali'. Una cosa che può tornare molto utile non solo a chi tende a addormentarsi in spiaggia, ma anche alle mamme che temono che il figlio si scotti".


(APCOM.net)
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ERIKA, DA 10 ANNI IN FUGA DALL'ISLAM E DAL PADRE


Sono passati dieci anni. Una lunga parentesi di silenzio, di oblio per Erica, la bambina che aveva avuto il coraggio di sfidare non solo suo padre ma anche le convenzioni dell’Islam rifiutandosi di accettare la separazione dalla madre imposta da un tribunale del Kuwait. Erica scappò di casa il 16 gennaio del 2000, una fuga mirata, rifugiandosi nelle sale austere dell’ambasciata italiana a Kuwait City dove l’ambasciatore Capece Galeota venne travolto da questa ragazzina, dalla sua storia e da un incidente diplomatico che scomodò le diplomazie di tre paesi: Italia, Kuwait ed Egitto. Il 9 agosto un aereo della presidenza del Consiglio la riportò in Italia, un «rapimento» per motivi umanitari su cui c’era l’accordo del Kuwait. Oggi quei giorni sono lontani, ma la fuga di questa ragazzina, di sua sorella e di sua madre non è ancora finita. Mi emoziono quando sento la voce di Stefania, la mamma, al telefono.

L’ho cercata per tanto tempo ma era come se lei e le bambine fossero state inghiottite dal nulla. Nessuna traccia di loro a Banchette di Ivrea, nella casa dei nonni, due persone speciali che hanno combattuto a fianco della figlia e delle nipoti. Possibile che dopo dieci anni la paura non abbia ancora lasciato spazio a una vita normale? Mi ricordo la prima volta che vidi nell’ambasciata di Kuwait City. La faccia da adolescente smunta dal non mangiare, una protesta silenziosa che l’ha portata alle soglie dell’anoressia, quegli occhi decisi, neri, profondi di chi sai che non mollerà. E Stefania, la mamma, avvolta da abiti che non lasciavano intravedere neanche un lembo di pelle, come l’Islam impone, La figlia più piccola, Marta, di otto anni, abbarbicata al collo, decisa a tutto pur di non separarsi dalle figlie. Oggi quella determinazione la ritrovo in una voce che racconta senza vittimismo quel che è stato la loro vita, da allora. «Vorrei che non si parlasse più di noi, vorrei essere dimenticata».


(LASTAMPA.it)
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sabato 25 settembre 2010

LA "RIDAROLA" CONTAGIOSA DEL MINISTRO SVIZZERO


Ha totalizzato in poco tempo migliaia di click su Youtube questa inarrestabile "ridarola" del ministro delle Finanze elvetico Hans Rudolf Merz. Mentre illustra un documento sull'importazione di carni speziate dal resto d'Europa l'intervento si trasforma in una barzelletta. E la risata diventa contagiosa anche per chi non capisce la lingua. Da vedere assolutamente...

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SCANDALO IN SWAZILAND, MINISTRO SOTTO IL LETTO DELLA REGINA


Nonostante abbia 14 mogli, il re dello Swaziland non tollera il tradimento. Così ha deciso di silurare il suo ministro della giustizia Ndumiso Mamba, colpevole di avere una love story con la dodicesima sposa di Sua Maestà.

La notizia ha trovato conferma in una suggestiva foto girata sul web e pubblicata da alcuni tabloid britannici, in cui l'ex ministro viene stanato dalle guardie di sicurezza reali sotto il materasso della regina. La storia ha del romanzesco, soprattutto perché coinvolge una delle regine più popolari nel piccolo stato africano, devastato dalla piaga dell'Aids.

Da quanto è emerso, infatti, la 22enne Nothando Dube, ex Miss Swaziland, per le sue fughe d'amore si travestiva da soldato e riusciva così a lasciare il palazzo reale inosservata. Dopo raid a tappeto in tutta la capitale Mbabane, la polizia ha trovato Mamba nascosto in un albergo di proprietà della famiglia reale, nella stanza di Nothando Dube, e più precisamente sotto il suo materasso. Il primo ministro Sibusiso Dlamini ha annunciato le immediate dimissioni di Mamba, finito dritto in carcere. Quanto alla bellissima Dube, passerà il resto della sua vita sotto rigida sorveglianza, 24 ore su 24.

Re Mswati III, che ha almeno 23 figli ed è l'ultimo monarca assoluto del continente africano, di solito sceglie ogni nuova moglie con un ballo di Stato dove fino a 100 donne sono chiamate a sfilare al suo cospetto.



(APCOM.net)
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IL TEST DEL DNA PER UNA DIETA SU MISURA


I test del Dna che promettono di aiutare a personalizzare la dieta e perdere peso funzionano davvero o sono un miraggio? A interrogare l'"oracolo" genetico è il DailyMail. Con 160 dollari (circa 120 euro) una giornalista del tabloid britannico ha ricevuto a casa il tampone "magico" da un'azienda Usa, che promette, analizzando poche gocce di saliva prelevate dall'interno delle guance, di stabilire se bisognerà ridurre i grassi o i carboidrati.

Studi di Stanford, presentati durante l'ultimo congresso dell'American Heart Association, dimostrano che esistono circa 12 geni legati al peso corporeo e che la dieta geneticamente elaborata ha permesso di perdere peso tre volte più che una dieta tradizionale. Il test, venduto solo negli Usa dalla società Inherent Health, deve essere fatto due ore dopo aver mangiato o essersi lavati i denti, per evitare la contaminazione di corpi estranei.

La risposta è diversificata in tre profili dietetici in base all'attività dei geni, promettono i suoi ideatori: chi ha bisogno di ridurre grassi e carboidrati, chi deve mangiare solo grassi e chi i carboidrati. In tutti casi viene suggerito un'attività fisica moderata. "Il test non garantisce di aiutare a perdere più peso", si legge nel foglietto che accompagna il test casalingo.


(APCOM.net)
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venerdì 24 settembre 2010

DOMANI VIDEO DI FINI, "ECCO LA MIA VERITA' "


Sarà "la verità" di Gianfranco Fini. La risposta a quella che giudica la "campagna di controinformazione" in atto sulla vicenda di Montecarlo. Il Presidente della Camera è intenzionato a registrare un video messaggio che sarà in rete domani su diversi siti internet, fra i quali quelli di Generazione Italia e del Secolo d'Italia. Il video sarà poi visibile messo su You Tube.

Secondo le stesse fonti, il video servirà a presentare la verità di Fini sulla quella che giudica "una campagna di controinformazione" su Montecarlo.

Ma il discorso del Presidente della Camera sarà a tutto campo, toccando "l'attualità politico-istituzionale" alla luce dei passaggi decisivi dei prossimi giorni.

Fra due ore parla il ministro della Giustizia di Santa Lucia
Raggiunto telefonicamente da 'ilFattoQuotidiano.it', il ministro della Giustizia di St. Lucia L. Rudolph Francis annuncia una conferenza stampa in cui verrà spiegato tutto quello che c'è da sapere sulla lettera e le due società off shore attribuite a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna del presidente della Camera.

Francis ha spiegato che è in corso una riunione del governo. Una volta terminata inizierà la conferenza stampa: "Si prevede entro un paio d'ore". E' quanto si legge sul sito 'IlFattoquotidiano.it'.


(RAINEWS24.it)
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SANTORO, "VAFFA" IN DIRETTA A MASI, PRESTO IN CDA


Santoro è tornato ed è già polemica. Il giornalista se l'è presa con i vertici della Rai che hanno messo i bastoni tra le ruote alla trasmissione e che non hanno ancora rinnovato i contratti a Marco Travaglio e a Vauro. Il direttore generale dell'azienda, Mauro Masi, non ha però gradito le parole del presentatore e ha fatto sapere che di quanto accaduto si occuperà presto il consiglio di amministrazione di viale Mazzini.

Nel consueto intervento di apertura del programma il giornalista ha detto: "Siamo tornati, anche se un po' ammaccati, anche senza spot, ma il miglior spot siete voi che ci guardate" e, rivolgendosi a Masi, è ricorso al solito esempio dei bicchieri: "Fate conto che sia un disegnatore di bicchieri. La mia azienda ha prodotto un utile di 14 milioni. Lei che fa? Rinuncia ai bicchieri, ci mette su la liquidazione e mi chiede di andare via. Poi decide di mandare in onda il programma ma senza troupe, senza pubblicità e senza i contratti di Vauro e Travaglio". E ancora: "Non è finita. Come Fantozzi, vado dal megadirettore generale e lui mi chiede il controllo di qualità. Se viene un direttore e vi dice: ogni bicchiere deve avere un marchio di libertà ex ante, voi che rispondete: ma 'vaffa...nbicchiere"'.

A Masi non è piaciuto l'avvio di Santoro: "E' molto grave che rivolga al capo azienda frasi inaccettabili, bugiarde e mistificanti - ha replicato Masi - Santoro si ritiene più uguale degli altri e svincolato dalle leggi anche quando ne chiede continue deroghe e quando chiede contratti ad personam. E' evidente che la questione dovrà essere affrontata in tutta la sua gravità in Consiglio di Amministrazione della Rai al più presto".


(APCOM.net)
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PARMALAT, PROCURA CHIEDE 20 ANII DI CARCERE PER TANZI


Il procuratore di Parma Gerardo La Guardia ha chiesto oggi 20 anni di reclusione per l'ex-patron di Parmalat Calisto Tanzi, al termine della requisitoria al processo per bancarotta sul crack del gruppo di Collecchio, crollato nel 2003 sotto il peso di un buco da 14 miliardi di euro.

La procura ha chiesto inoltre la condanna a 12 anni anni per il fratello Giovanni, 9 anni e mezzo per l'ex-direttore finanziario Fausto Tonna, al quale sono state riconosciute le attenutanti, 7 anni per l'ex-direttore marketing Domenico Barili, 6 anni per Luciano Silingardi -- ex-membro del cda e considerato dalla procura "l'uomo di Tanzi".

Sei anni di carcere sono stati chiesti inoltre per Camillo Florini, ex manager delle holding turistiche e per Paolo Sciumè -- ex membro del cda -- mentre la richiesta a 5 anni di carcere è arrivata per Rosario Lucio Calogero, Fabio Branchi e per Giovanni Bonici, ex-ad di Bonlat, definita oggi il "cassonetto di Parmalat".

Richiesta a 4 anni per Giuliano Panizzi, Mario Mutti, Davide Fratta ed Enrico Barachini, a tre anni per Paolo Compiani, 2 per Sergio Erede e Alfredo Gaetani.

Il processo di Parma è iniziato nel marzo del 2008 con 56 imputati, poi diminuiti anche per via di alcuni patteggiamenti, fino a raggiungere gli attuali 17.

A Milano, lo scorso maggio la corte d'appello ha confermato la condanna a 10 anni di reclusione per Tanzi nel processo di secondo grado per aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza.


(REUTERS.com)
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BELEN E NINA SENICAR, INSIEME SIAMO ESPLOSIVE


Sexy, belle e seducenti: sono Belen Rodriguez e Nina Senicar, insieme per Pin Up, un marchio di costumi da bagno.

Belen ha eccezionalmente disegnato una collezione di sexy bikini anche se non ha potuto presenziare alla sfilata perché impegnata sul set in South Africa del prossimo cinepanettone, come ha voluto precisare Fabrizio Corona. Invece Nina c’era, in tutta la sua statuaria bellezza, indossando sulla passerella i costumi disegnati dalla collega soubrette.

L'abbinamento Belen Rodriguez designer della moda beachwear, e Nina Senicar modella, è certamente vincente e particolarmente malizioso e appetibile.

Ad aggiungere fascino e spregiudicatezza ci ha pensato poi Michela Quattrociocche, attrice italiana protagonista di pellicole come Scusa Ma Ti Chiamo Amore e Natale a Beverly Hills, nonché fidanzata del calciatore Alberto Aquilani, Laura Barriales, la conduttrice spagnola di Mezzogiorno in famiglia e Lydie Pages, la modella francese volto femminile del Chiambretti Night.

FOTOGALLERY:
http://gossip.virgilio.it/foto/nina-senicar-sfila-in-passerella-per-pin-up.html

(VIRGILIO.it)
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giovedì 23 settembre 2010

TORINO, SMANTELLATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI


Ventidue persone arrestate, 31 denunciate e oltre 3 chilogrammi di stupefacente sequestrato, tra cocaina ed eroina. E' il bilancio di un'operazione della polizia municipale di Torino, che ha smantellato, nell'arco di un anno di indagini e interventi mirati, una organizzazione composta di nigeriani e gabonesi dedita al traffico internazionale di stupefacenti.

Parallelamente alla stessa indagine, i vigili hanno accertato l'esistenza di un canale internazionale per la produzione di documenti falsi con base logistica in Portogallo. L' organizzazione piramidale composta interamente da africani, effettuava l'importazione dello stupefacente (eroina e cocaina, che combinati danno origine al cosiddetto 'speedball') dal Sudamerica, passando dalla Nigeria, dalla penisola iberica e dalla penisola balcanica, per poi smerciarlo non solo in Italia, ma anche nel nord Europa.

Il trasporto avveniva mediante l'ingestione di ovuli termosaldati, talvolta anche in grande quantità, da parte dei corrieri. Per smascherarli i vigili si sono avvalsi della collaborazione dell'ospedale Molinette, il cui personale ha dovuto effettuare delle Tac per rilevare la droga, che non appariva tramite le semplici radiografie.


(TORINOGGI.it)
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CHI SCARICA DAL WEB RISCHIA LA GALERA


In galera chi scarica file da Internet senza autorizzazione?

E’una possibilità che il parlamento europeo non si è sentito di escludere approvando una risoluzione in cui invita la Commissione Ue a disporre una legge comunitaria sull'applicazione dei "diritti di proprietà intellettuale". Il testo - scritto dalla conservatrice francese Marielle Gallo e passato con 328 sì, 245 no e 81 astenuti - rivede in senso restrittivo la direttiva 2004/48 esplicitamente escludeva l'azione penale contro i pirati informatici. Ora, la valutazione di Strasburgo non è vincolante, ma l’esecutivo (come gli stati membri) ora dovrà (potranno) omologarsi alle indicazioni di Strasburgo. Il che vuol dire adottare una line dura. «A la Sarkò», per intenderci.

E’ un problema delicato, un’arma a doppio taglio. E’ vero che la pirateria informatica sta mettendo in crisi gli artisti, ma è anche vero che le grandi case di produzione - sopratutto discografica - continuano ad usare lo scippo dei file sulla grande rete come alibi per difendere strategie di mercato ancora in gran parte obsolete. Si richiede in effetti una riflessione su come sia possibile tutelare che di proprietà intellettuale ci vive. però occorre evitare che questo sia il cavallo di Troia per limitare la libertà di espressione.

Buona notizia: le copie private di un filE o di una canzone sono autorizzate e non sarà necessario dimostrare che la traccia è legittima.

Cattiva notizia: il testo propone una nuova direttiva di repressione penale per combattere il file sharing anche con mezzi definiti "non legislativi" o "accordi volontari". Si tratterebbe di "sanzioni contrattuali a carico delle persone che condividono file non-commerciali e possono essere decise tra i proprietari dei diritti e gli operatori: restrizioni di accesso, filtraggio mirato, riduzione della banda passante, eccetera". Questo lascerebbe alle industrie dell’intrattenimento di rivalersi direttamente sugli utenti, senza alcuna distinzione tra coloro che operano a scopo di lucro o senza scopo di lucro.


(LASTAMPA.it)
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MILANO, DA ALLA LUCE TRE GEMELLI E POI MUORE


È morta dando alla luce tre gemelli grazie a una fecondazione assistita. La causa del decessosarebbe da attribuire ad un’emorragia. La tragedia è avvenuta all'ospedale Buzzi di Milano ad una donna di 37 anni. E' stato disposto il sequestro della cartella clinica e l’autopsia sul corpo della donna.

È accaduto martedì sera, intorno alle 19.30, al Buzzi. La vittima è una donna italiana che pare sofrisse di problemi di coagulazione del sangue. A denunciare l’episodio alla polizia è stato il marito, di 40 anni. Il pubblico ministero di turno Claudio Gittardi ha disposto i primi accertamenti, ma il fascicolo sarà poi preso in esame dal procuratore aggiunto Nicola Cerrato a capo del dipartimento che si occupa di colpe mediche per valutare eventuali profili di responsabilità a carico di chi aveva in cura la 37enne. I neonati stanno bene.


(ILGIORNO.it)
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mercoledì 22 settembre 2010

CASO UNICREDIT, PROFUMO SI ARRENDE E DA LE DIMISSIONI


Alessandro Profumo non è più l’amministratore delegato di Unicredit. Dopo una giornata ad alta tensione, fatta di annunci e smentite, a tarda notte il top manager ha firmato le dimissioni. «C’è stata una richiesta del consiglio di amministrazione e si è dimesso. Ha firmato, ha rassegnato le dimissioni», ha annunciato la moglie Sabina Ratti lasciando lo studio Eredi Bonelli Pappalardo, in cui Profumo ha trascorso le lunghissime ore che l’hanno costretto ad abbandonare i vertici della banca in cui era entrato quasi quindici anni prima. «Siamo serenissimi» anche se siamo stati sottoposti a «un notevole stress», ha proseguito la moglie, che ha annunciato che due milioni della buonuscita- fissata intorno ai 40 milioni di euro- saranno devoluti in beneficienza, a don Virgino Colmegna.

Dopo la mezzanotte la banca ha rilasciato un comunicato, in cui si spiega che le deleghe passano in mano a Dieter Rampl. Quando già si rincorrono le voci di un ingresso in politica, oggi Profumo potrà pensare al suo futuro fuori da Piazza Cordusio, tentando di mettere alle spalle rapidamente una resa dei conti segnata da un attacco senza esclusione di colpi.

All’ormai ex amministratore delegato gli azionisti di peso della banca di Piazza Cordusio hanno imputato soprattutto «poca trasparenza verso chi è preposto a tutelare la governance», ovvero il presidente Dieter Rampl. Il riferimento è alla mancata comunicazione dell’incremento delle quote dei soci libici ma anche alla gestione complessiva dei rapporti al vertice della banca. Un atteggiamento che configurerebbe «il tradimento del mandato fiduciario da parte degli azionisti». Sul fronte dei risultati, è stata contestata «una performance inferiore alle attese, con una creazione di valore al di sotto della media del settore». E, anche in questo senso, avrebbero pesato «le divisioni interne» fra amministratore delegato e il resto del management.


(LASTAMPA.it)
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EX ARBITRO BAYRON MORENO ARRESTATO PER DROGA


L'ex arbitro ecuadoriano Byron Moreno, che fu decisivo per l'eliminazione dell'Italia durante i Mondiali in Corea nel 2002, è stato arrestato all'aeroporto John F. Kennedy di New York mentre cercava di entrare negli Stati Uniti con almeno sei chili di eroina nascosti addosso. Lo hanno reso noto fonti della Dea, la più importante agenzia antidroga statunitense.

ARRESTATO - Secondo tale fonte i doganieri americani hanno scoperto che Moreno, attualmente impegnato come commentatore sportivo in una radio e in canale tv del suo paese, aveva nascosto la droga nei suoi indumenti intimi.

BUFFON IRONICO - «Sei chili di droga? Secondo me Moreno li aveva già nel 2002, ma non nelle mutande, in corpo...». Prova a scherzarci su, Gigi Buffon, alla notizia dell'arresto di Moreno, ma la battuta è chiaramente amara perché riapre una ferita azzurra. «A parte le battute, quando gente di sport entra in vicende di stupefacenti, vuol dire che si sta raschiando il fondo del barile», aggiunge il portiere della nazionale, tra i pali già nel 2002 quando la direzione di gara dell'arbitro costò l'eliminazione degli azzurri. «Vuol dire anche - aggiunge Buffon - che si è perso il vero senso dello sport, che sarebbe anche quello di salvare tanti ragazzi dalla strada e da giri pericolosi, come quelli della droga».


(CORRIERE.it)
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IOR, INDAGATO GOTTI TEDESCHI, SEQUESTRATI 23 MILIONI EURO


Il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza ha sequestrato, in via preventiva, 23 milioni di euro dello Ior, la storica banca vaticana negli anni scorsi al centro di numerose polemiche, depositati su un conto del Credito Artigiano Spa.

Due alti responsabili, il presidente Ettore Gotti Tedeschi e il direttore generale Paolo Cipriani, sono indagati dalla Procura di Roma per omissioni legate alla violazione delle norme antiriciclaggio.
E' la prima volta in Italia che viene attuata una iniziativa del genere nei confronti dello Ior. A disporre il sequestro preventivo è stato il gip Maria Teresa Covatta che ha accolto le richieste del procuratore aggiunto Nello Rossi e del sostituto Stefano Rocco Fava.

Gotti Tedeschi: "Profondamente umiliato per quanto sta accadendo" - "Da quando sono stato nominato alla presidenza dello Ior, mi sono sforzato, insieme al direttore generale, dottor Paolo Cipriani, di affrontare i problemi per i quali oggi vengo indagato, dedicandomi a tempo pieno alla risoluzione degli stessi". Questo il primo commento del presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi. "Mi sento profondamente umiliato -ha continuato- per quanto sta accadendo e non intendo aggiungere null'altro".


(TG24.SKY.it)
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martedì 21 settembre 2010

E' MORTA SANDRA MONDAINI, STRONCATA DAL DOLORE


L'attrice Sandra Mondaini è morta, questa mattina poco prima delle 13, all'ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverata da circa 10 giorni. Aveva 79 anni: era nata l'1 settembre del 1931. Lo scorso aprile era morto il marito, Raimondo Vianello, e lei era rimasta molto provata, tanto da essere ricoverata anche in una casa di cura.

LA CARRIERA - Attrice brillante che puntava sulla comicità pura e sulla recitazione, Sandra Mondaini, morta oggi a 79 anni, è stata protagonista di un susseguirsi di sketch indimenticabili che hanno segnato la sua carriera. I più famosi sono quelli con il marito Raimondo Vianello, fra i quali spicca la sit-com Mediaset del 1988 «Casa Vianello» - che ha lanciato il celebre tormentone del «che barba, che noia»nel lettone matrimoniale - , anche se i suoi primi sketch «coniugali» furono quelli recitati con Corrado a «La Trottola» nel 1964. Tra i personaggi interpretati senza il marito, uno di quelli più rimasti nell'immaginario collettivo è quello del clown «Sbirulino», apprezzato non solamente dai bambini.


(CORRIERE.it)
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LE COZZE DELLE INTOSSICAZIONI NON POTEVANO ESSERE VENDUTE


Potrebbe essere la Dsb, una biotossina, la causa dell’intossicazione da cozze che in questi giorni ha provocato il ricovero di decine di persone negli ospedali di Torino e della cintura. Ieri sera l’Asl di Trieste, in risposta a una richiesta del procuratore vicario Raffaele Guariniello, ha inviato al magistrato torinese un provvedimento, firmato il 16 settembre scorso, con il quale si vietava la raccolta, il trattamento, la commercializzazione e l’immissione in commercio di tutte le cozze dell’arco costiero del Friuli Venezia Giulia «fino a quando non saranno ristabilite le condizioni biologiche ottimali». La drastica decisione dell’Asl triestina era arrivata a seguito di un monitoraggio delle acque dal quale era emersa la presenza della biotossina nelle cozze.

Una pista investigativa che potrebbe finalmente spiegare l’anomalia dell’intossicazione registrata in Piemonte. Fin dall’inizio, infatti, i dati sembravano incoerenti. Le persone colpite avevano acquistato i molluschi in punti diversi della città. Anche i grossisti, i trasportatori e le vasche di depurazione dalle quali provenivano le cozze incriminate (Chioggia e Rovigo), erano diverse. La vastità dell’area sottoposta a divieto in Friuli potrebbe fornire la chiave del mistero. Per saperlo, però, bisognerà attendere gli esiti degli esami che l’Istituto Zooprofilattico di Torino comincerà oggi sui campioni prelevati dai carabinieri del Nas e dal servizio veterinario che, ieri, hanno effettuato numerosi sequestri di molluschi su bancarelle del mercato, negozi, centri commerciali e addirittura ristoranti. I primi risultati sono attesi per giovedì.

«Abbiamo allargato il nostro raggio di azione effettuando campionamenti a tappeto non solo nei luoghi in cui i pazienti avevano acquistato le cozze - spiega Renata Magliola, referente regionale per i controlli epidemiologici - Questo ci servirà per disegnare i confini del problema e per capire l’origine del fenomeno». Allargando lo sguardo, i casi sono infatti aumentati. Ormai non è coinvolto solo il Piemonte. Ieri dodici persone, appartenenti a tre gruppi familiari, si sono sentite male in Val d’Aosta e altre dieci hanno accusato gli stessi sintomi in Liguria. A Torino, nel frattempo, sono saliti a 40 i casi di cittadini che si sono rivolti al pronto soccorso.


(LASTAMPA.it)
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LA SCUOLA DI ADRO IMBARAZZA LA LEGA


Il pasticcio di Adro sembra diventato per la Lega un mistero da custodire con la massima riservatezza. Ieri avrebbe dovuto risolversi tutto con un incontro tra il sindaco Oscar Lancini e il grande capo. Il primo aveva detto che avrebbe fatto rimuovere il Sole delle Alpi dalla scuola pubblica del suo Comune solo se glielo avesse chiesto il secondo, cioè Bossi. Ma l’incontro non c’è stato. O almeno sembra che non ci sia stato, perché come detto ieri i leghisti si sono comportati come si è comportata la Chiesa, per quasi un secolo, sul terzo segreto di Fatima.

Bocche cucite da parte di tutti. Fughe in auto dietro i vetri oscurati per lasciare in bianco i taccuini dei giornalisti. Il sindaco che si nega al telefono e fa dire dai suoi che non è neppure tornato a casa. Parlamentari del Carroccio che da via Bellerio sostengono di non aver parlato della questione con Lancini e di non sapere neppure dov’era Bossi. Se la Padania avesse deciso di invadere il Sud, magari con l’aiuto della Svizzera, forse ci sarebbe stato meno riserbo.

La cronaca della surreale giornata di ieri è la seguente. Oscar Lancini, l’uomo dello scandalo, arriva alla sede della Lega in via Bellerio a Milano alle tre del pomeriggio. Entra dall’ingresso principale, che è sovrastato da un bel Sole delle Alpi, il simbolo che secondo lui non c’entra nulla con il partito ma solo con le tradizioni locali. E va bene. Il sindaco comunque in via Bellerio è arrivato, e tutto faceva pensare che ci fosse arrivato per parlare con Bossi, visto che il colloquio era stato annunciato. Ma Bossi a quanto pare in via Bellerio non c’è: o almeno nessuno l’ha visto arrivare, nemmeno i teleoperatori che sono lì ad aspettare da mezzogiorno. Chiediamo conferma a qualcuno del partito: Bossi c’è o non c’è? Risposta non pervenuta.

Alle cinque del pomeriggio Lancini esce da via Bellerio di nascosto. Il depistaggio è ben studiato: la sua Polo segue l’auto di Giancarlo Giorgetti, segretario nazionale della Lega lombarda. Tutti si buttano sulla Polo, ma alla guida c’è un’altra persona: Lancini è nell’auto di Giorgetti. Dopo qualche centinaio di metri, il sindaco sale sulla sua Polo e scappa via, mentre Giorgetti fa inversione e torna in sede.

Si pensa che sarà qualche pezzo grosso del partito a dire con chi ha parlato Lancini e che cosa si è deciso di fare. Invece nessuno parla. Marco Reguzzoni, il capogruppo alla Camera, se ne va senza aprire bocca. Davide Caparini, il parlamentare bresciano che era all’inaugurazione della scuola, dice che con Lancini non ha neppure parlato. Calderoli lascia via Bellerio dopo le sette di sera scortato e inarrivabile ai poveri cronisti in attesa. Di Bossi inutile dire: nemmeno l’ombra. Ma intanto, dove sarà andato Lancini? Tutti gli indizi portano ad Adro. Il sindaco, si pensa, sarà tornato al suo paese. Anche perché nel piccolo comune della Franciacorta è stata convocata un’urgente riunione della giunta, un monocolore leghista. Infatti gli assessori arrivano in municipio. Una, Maria Teresa Falconi (protezione civile e ambiente) dice che è stata addirittura fatta rientrare dalle vacanze. Un’altra, Patrizia Galli, che ha la delega appunto alla pubblica istruzione, conferma che la riunione è stata convocata dal sindaco stesso. Ma alle otto e un quarto di sera se ne vanno tutti a casa, giurando che il sindaco non s’è visto e che per quanto ne sanno loro non tornerà neppure in paese. Non sanno nulla, a maggior ragione, quelli della Linfa, la lista civica (tre indipendenti, uno del Pdl e uno del Pd) che sta all’opposizione, avendo la Lega vinto le comunali con un bulgaro 62 per cento.

L’unica voce che circola è che ci sarà un comunicato del Comune di Adro. Il che fa pensare che alla Lega abbiano detto al sindaco Lancini: il guaio l’hai combinato tu e adesso ne esci tu, nessuno deve pensare che sia la Lega a decidere se quei simboli possono restare oppure no. D’altra parte un ordine di rimozione è già arrivato ed è arrivato dalla fonte istituzionale, il ministro Gelmini. L’unica cosa che sembra certa è che per togliere quei settecento soli delle Alpi ci vorranno più di trentamila euro. Uno è addirittura sul tetto della scuola e lo si può vedere solo dall’alto. Forse il sindaco l’ha voluto lì sull'esempio dei costruttori delle cattedrali medievali, uomini di grande fede che mettevano sui tetti meraviglie invisibili agli umani ma visibili da un Onnipotente che avrebbe ammirato e apprezzato.


(LASTAMPA.it)
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TEMPESTA A UNICREDIT, PROFUMO VERSO LE DIMISSIONI


Prima le voci insistenti, poi la conferma "'ufficiale": sarà un cda straordinario a decidere martedì le sorti dell'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo. Le attese della vigilia sono rivolte ad un cambio della guardia ritenuto da molti ormai inevitabile e, al momento, l'ipotesi più accreditata appare quella di un passaggio delle deleghe al presidente Dieter Rampl. Nel nuovo ruolo il presidente verrebbe supportato dai quattro manager attualmente al vertice del gruppo (Roberto Nicastro, Paolo Fiorentino, Federico Ghizzoni, Sergio Ermotti). Il ruolo di Rampl risulta transitorio, anche se per l'assetto definitivo non c'è alcuna fretta, né stanno maturando candidature estere. Il presidente Rampl, negli ultimi giorni, avrebbe preparato il passaggio delle consegne confermando accordi blindati con i grandi azionisti del gruppo.

Diversi azionisti avrebbero ormai apertamente chiesto un avvicendamento alla guida della banca di Piazza Cordusio e diversi consiglieri sarebbero pronti a sostenere una eventuale sfiducia in cda. Ad Alessandro Profumo, oltre alla mancata comunicazione dei movimenti dei soci libici, sarebbero imputati soprattutto i risultati economici al di sotto delle attese e la perdita di valore del titolo. Due fattori che stanno svalutando nel tempo gli investimenti fatti. In questo contesto, che le fonti interpellate definiscono «in rapida evoluzione», sarebbero già in corso contatti e consultazioni per arrivare allo show down con un candidato forte da sostenere per l'avvicendamento sulla poltrona dell'ad. L'identikit sarebbe quello di un uomo sopra le parti, che abbia consolidati rapporti internazionali e abbia già gestito società complesse come Unicredit e che, soprattutto, venga accolto con favore dal mercato.

Ma, a questo punto, il tempo stringe. E, nonostante il totonomine sia già entrato nel vivo, la strada che sembra più percorribile è quella di soluzione di transizione, con il passaggio delle deleghe dell'ad a Dieter Rampl. Il presidente è infatti riconosciuto come un interlocutore affidabile da un nucleo compatto di soci, privati, fondazioni e tedeschi, che da mesi chiedono una dialettica diversa con il vertice operativo della banca. Si tratta, oltre alle fondazioni Cariverona, Crt e Carimonte, di azionisti del calibro di Allianz, Maramotti, Pesenti, pronti a far sentire la propria voce in un passaggio cruciale per la banca di cui sono azionisti stabili.

Alessandro Profumo non risponde, opponendo il silenzio, alle domande dei cronisti sull'ipotesi di sue dimissioni. Il banchiere ha lasciato poco prima della 20 la sede di Piazza Cordusio per recarsi a piedi al Teatro Dal Verme per seguire un concerto in memoria di Giorgio Ambrosoli. Davanti al teatro c'era ad attenderlo anche la moglie, Sabina Ratti, e prima di entrare si è intrattenuto brevemente, tra gli altri, col direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.


(ILMESSAGGERO.it)
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CADE ELICOTTERO IN AFGHANISTAN, MORTI 9 SOLDATI DELLA NATO


Nove soldati della Nato sono morti in un incidente ad un elicottero precipitato nel sud dell'Afghanistan. Lo hanno riferito fonti della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). Secondo le prime informazioni sono rimasti feriti altri due soldati della Nato, un militare afghano e un civile americano.

I talebani afghani hanno invece rivendicato di aver abbattuto l'elicottero della Nato: «Abbiamo abbattuto un elicottero delle forze straniere nel distretto di Daychopan e ucciso più di dieci soldati», ha detto un portavoce abituale dei talebani, Yusuf Ahmadi. La forza Nato nfino ad ora ha smentito che l'elicottero sia stato abbattuto: «Non abbiamo alcuna informazione di fuoco nemico in zona, indaghiamo sulle cause dell'incidente», si legge in un comunicato dell'Isaf.

Con i nove soldati morti oggi nell’incidente di elicottero avvenuto nel sud dell’Afghanistan, il numero dei soldati della forza internazionale caduti dall’inizio dell’anno è salito a 529, secondo una stima dell’Afp basata sui dati diffusi dal sito web indipendente icasualties.org. Il 2010 è quindi l’anno peggiore per il contingente Isaf dall’inizio della guerra, a fine 2001. Nel 2009 erano morti 521 soldati, a dimostrazione che negli ultimi tre anni si è notevolmente intensificata l’attività di guerriglia dei talebani.


(CORRIERE.it)
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lunedì 20 settembre 2010

PERSEGUITA L'EX COMPAGNO PER 7 ANNI, ARRESTATA PER "STALKER"


Per sette anni ha perseguitato il suo ex fidanzato, un imprenditore di 48 anni, separato, di Robassomero (Torino), esasperandolo con continui messaggini, email e appostamenti. A nulla erano valse finora le numerose denunce sporte dalla vittima a partire dal 2003 per fermare gli atti persecutori della sua aguzzina, Olimpia Celi da Concei‡ao, nullafacente e pregiudicata brasiliana di 47 anni residente a Torino.

Dopo l’interruzione del rapporto le avances della donna, sempre più pressanti, si erano trasformate in vere e proprie molestie e, in breve, le maniere erano diventate piuttosto forti, fino a sconfinare in minacce e ingiurie quotidiane.

L'altroieri, per l'ennesima volta, la stalker ci ha riprovato causando la goccia che ha fatto traboccare la collera dell'ex compagno. Intorno alle 3.30 si è nuovamente recata a casa sua e ha iniziato a suonare fuoriosamente il campanello: a interrompere definitivamente la persecuzione sono intervenuti i carabinieri che hanno potuto arrestare la stalker, essendovi flagranza di reato.


(LASTAMPA.it)
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DECINE DI INTOSSICATI A TORINO, COZZE AVARIATE


Mal di pancia, nausea e disidratazione. Sono i sintomi di una intossicazione alimentare, probabilmente provocata da una partita di cozze andata a male, che sta interessando decine di persone nel torinese.

I primi a ricorrere alle cure dei medici, nella giornata di ieri, sono state due donne che la sera prima avevano partecipato con altre persone ad una cena a base di molluschi comperati al mercato torinese di Porta Palazzo. Entrambe, al risveglio, presentavano i sintomi dell'intossicazione e sono state ricoverate per alcune ore al Gradenigo di Torino. Analoghi problemi anche per gli altri otto commensali, costretti a ricorrere alle cure dei medici. Nel pomeriggio, invece, è stata la volta di una coppia di Volpiano, prima cintura del capoluogo piemontese. Anche loro avevano mangiato cozze, questa volta però comperate in un supermercato di Settimo. È così scattata la segnalazione all'Istituto di igiene e, da parte del 118, una richiesta d'intervento al Servizio veterinario dell'Asl.

Una partita di cozze è stata sequestrata, in uno stand del mercato di Porta Palazzo, e domani verranno analizzate. I casi di intossicazione, nella giornata di oggi, sono aumentati. Attualmente, all'ospedale Gradenigo sono state ricoverate dieci persone con i sintomi della intossicazione alimentare. Altre tre si sono presentate al San Giovanni Bosco e una al Maria Vittoria, sempre a Torino. In provincia, otto persone sono state ricoverate a Rivoli e tre a Susa.


(LEGGO.it)
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CACCIA, CADE E PER ERRORE SPARA AL FIGLIO


Incidente di caccia alle porte di Ascoli Piceno. Un uomo e'caduto a terra e dal suo fucile e'partito un colpo che ha ferito il figlio. L'uomo, 56 anni, e' stato portato negli Ospedali riuniti di Ancona; rischia di perdere l'occhio e i pallini potrebbero aver provocato lesioni al cervello. Indaga la polizia.


(ANSA.it)
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