lunedì 2 agosto 2010

TRIONFO DEL TEATRO REGIO A TOKIO CON BOHEME, ORA SHANGHAI


A TOKYO c' è un po' di Torino. Shinagawa, una delle più frequentante stazioni della metropolitana: tra un poster di Di Caprio che reclamizza gomme Continental e un manifesto della birra Suntory c' è un gigantesco poster che raffigura Piazza Castello di notte, si vede la facciata del Regio, l' angolo con la Prefettura e sotto l' interno del teatro, su tutti campeggia la scritta "Sold Out". Il Teatro Regio termina oggi pomeriggio la sua trionfale tournèe a Tokyo e a Yokohama, da domani sarà, ancora per una settimana, a Shangai. «Gli spettacoli sono tutti esauriti - racconta con soddisfazione Eikazu Ouchi, il presidente della Japan Arts Corporation che ha organizzato il tour - Il pubblico di Tokyo adora l' opera italiana: qui Verdi, Puccini, Bellini e Donizetti sono considerati i quattro grandi dell' opera, e coni complessi del Regio guidati da Gianandrea Noseda e nomi come Natalie Dessay e Matthew Polenzani che cantano in Traviata e Barbara Frittoli e Marcelo Alvarez che sono i protagonisti di Bohème, il successoè assicurato». L' ultima recita di ieri pomeriggio di "Bohème" al Bunka Kaikan, è finita alle 17,45, 15 minuti di applausi, con gli interpreti richiamati più volte alla ribalta anche quando a luci già spente, e alle 19,30 tutto il cast, ordinatamente seduto dietro un lungo tavolo era ancora lì, all' ingresso artisti a firmare autografi. Già, perché nel Paese dove non puoi fumare per strada, e le porte della metropolitana si aprono esattamente doveè segnato sul marciapiede, la corsa all' autografo non è una affannata cacciata al divo dietro la porta dell' ingresso artisti. Qui dove la coda è una tradizione, signore in kimono e ragazzi in jeans si mettono in fila all' uscita del teatro (quella di ieri occupava tutto l' isolato) e sfilano, dopo il tradizionale inchino di rito, davanti agli artisti con il programma di sala in mano. Programmi di sala, va detto, esauriti anche loro, in vendita a circa 13 euro e anche i biglietti, per la sala da 2300 posti, non sono proprio economicissimi perché vanno dai 240 ai 740 euro. Il signore seduto vicino a me racconta che ha già visto due recite di "Traviata" e questa è la seconda Bohème che vede,e fa coltissimi paragoni tra la voce di Laurent Naouri, il baritono di "Traviata" e Ettore Bastianini, dimostrando una cultura operistica invidiabilissima. «Da 150 anni, dal periodo dell' Imperatore Meiji - prosegue Ouchi - il Giappone si è aperto alla cultura occidentale e la musica classica occidentale è diventata la "nostra" musica, direi quasi trascurando la nostra musica, che solo negli ultimi anni stiamo recuperando». Così non c' è da stupirsi se nell' intervallo vanno a ruba gli oggetti di merchandising del Regio (borse e magliette con il Toro stampato) e uno spettatore avvicina il sovrintendente Vergnano dicendo in perfetto inglese: «Questa è la migliore recita di Bohème alla quale io abbia mai assistito e guardi che in questo teatro ho sentito la Scala e il Marinskij!». E anche i giapponesi, che come spiega l' interprete Misa: «Hanno la virtù di nascondere le loro passioni», si commuovono quando Rodolfo intona "Che gelida manina" ovvero "Tsumetai Te-wo" come recitano i display con la traduzione posti ai lati del palco. Oggi pomeriggio ultima recita di "Traviata" e domani l' esercito del Regio (220 persone) parte alla conquista di Shangai. - SUSANNA FRANCHI

(REPUBBLICA.it)

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