lunedì 21 marzo 2011

UCCISO DA UN ALBERO MENTRE TAGLIA LA LEGNA INSIEME A DUE AMICI


ROCCA CANAVESE - Stava facendo legna con degli amici. Ed è stato un attimo: un arbusto di dodici metri, cadendo, l'ha colpito in testa. Daniele Bonino, operaio di 46 anni, di Front Canavese, si è accasciato a terra: morto sul colpo. Quella che si è consumata ieri mattina, nei boschi tra Corio e Rocca, è solo l'ultima di una serie di tragedie, avvenute quest'anno in Canavese, durante dei lavori di abbattimento di alberi.

Tutto è avvenuto in località Fiaula, lungo la strada provinciale numero 28, intorno alle 11,30. Con Bonino c'erano anche altre due persone di Corio. La squadra di boscaioli aveva già abbattuto degli alberi e avrebbe continuato, fino alla pausa per il pranzo. Da quello che sono riusciti a ricostruire i carabinieri di Corio del maresciallo Giovanni Amico, l'infortunio mortale si sarebbe verificato per una assurda casualità. I tre uomini erano impegnati a trascinare un grosso castagno agganciato un verricello automatico di un trattore. L'albero si sarebbe impigliato in un altra pianta, alta circa una dozzina di metri, che si sarebbe spezzata, piombando addosso a Bonino.

L'operaio di Front, forse, non ha fatto in tempo ad accorgersi di nulla. I suoi amici hanno dato subito l'allarme. Pochi minuti più tardi in località Fiaula, è anche atterrato l'elicottero del 118. Ma, ai medici e agli infermieri, non è rimasto che constatare il decesso del 46enne. La morte sarebbe stata provocata «per frattura della teca cranica con fuoriuscita di materiale cerebrale», come c'è scritto sul referto. La notizia della tragedia ha immediatamente fatto il giro di Front, il paese di origine della vittima, che abitava insieme alla moglie Monica e alla figlia Silvia, in frazione Ceretti, dove era impegnato nella Pro Loco.

Il cadavere è stato trasportato nell'obitorio dell'ex Mauriziano di Lanzo, anche se, secondo gli inquirenti, non sarebbe necessaria l'autopsia. «Era una persona socialmente attiva, quando c'era bisogno di un volontario per qualunque necessità lui c'era sempre – ricorda il sindaco di Front, Claudio Bianco – oggi ho perso un amico». Daniele Bonino lavorava alle officine meccaniche Cabi di Palazzo Grosso, ma aveva un grande amore, il podismo. Fino a pochi mesi fa era stato un tesserato per la società «Libertas Forno», di Forno Canavese, adesso correva per passione e per tenersi in forma. Lo raccontano i tanti trofei raccolti e custoditi nella sua casa, le foto di quando tagliava il traguardo o quando saliva sui gradini di un podio.

«E, nel corso di questi anni ci era finito spesso», racconta Luigi Perino, un amico che, proprio in questi giorni, stava organizzando con Bonino la «Stracollinare», una competizione di gran fondo che si corre in primavera sui sentieri dell'Alto Canavese. «Due settimane fa stavamo correndo insieme, gli avevo proposto di tornare a fare un po' di agonismo – dice ancora Perino con la voce rotta dall’emozione - per me era una persona splendida, una di quelle che nella vita tutti dovrebbero avere la fortuna di conoscere».


La Stampa

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