giovedì 13 maggio 2010

Cultura: nel 2009 più di un italiano su due non ha letto alcun libro


13 maggio - Più di un italiano su due non ha letto alcun libro nel corso del 2009 e, tra chi legge, la maggioranza non va oltre i tre libri all'anno. E' questa la fotografia che emerge dalla sezione dedicata alla lettura in Italia dell'indagine Istat sugli "Aspetti della vita quotidiana". I dati evidenziano che 2009 il 45,1% della popolazione di 6 anni e più (oltre 25 milioni e 300 mila persone) dichiara di aver letto almeno un libro. La quota più alta di lettori si riscontra tra la popolazione di 11-17 anni (oltre il 58%), con un picco tra gli 11 e i 14 anni (64,7%), e decresce all'aumentare dell'età. Già a partire dai 35 anni la quota di lettori scende sotto il 50%, per diminuire drasticamente dai 65 anni in poi e raggiungere il valore più basso tra la popolazione di 75 anni e più (22,8%). Si tratta, nel complesso, di numeri che segnano un passo avanti rispetto al 2008, ma che evidenziano pure la perdurante debolezza dei lettori nel nostro Paese: il 55% continua a non leggere e anche tra i lettori il 44,9% dichiara di aver letto fino a 3 libri nell'ultimo anno, mentre solo il 15,2% ne ha letti 12 o più. Per quanto riguarda la descrizione del lettore tipo, i dati Istat evidenziano che le donne leggono più degli uomini: le lettrici, infatti, sono il 51,6% rispetto al 38,2% dei lettori. Le differenze di genere sono presenti in tutte le fasce di età e risultano molto forti tra i 20 e i 24 anni, dove la quota di lettrici supera il 66%, mentre quella dei lettori si attesta al 39,2%. Le differenze di genere si annullano solo per le persone con 75 anni e più, fascia di età in cui dichiarano di leggere nel tempo libero il 23,3% degli uomini e il 22,5% delle donne. Il titolo di studio influisce fortemente sui livelli di lettura: si va da un massimo dell'80,6% tra i laureati a un minimo del 28,4% tra chi possiede la licenza elementare o nessun titolo di studio. Se poi si tiene conto della condizione professionale, livelli di lettura superiori alla media si evidenziano, per le persone di 15 anni e più, tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (62,7%), studenti (65,2%), direttivi quadri e impiegati (68,1%). Al contrario, i più bassi livelli di lettura si registrano tra gli operai (30,6%), i ritirati dal lavoro (33,2%) e le casalinghe (35,9%). A livello territoriale, le quote più alte di lettori di libri si registrano al Nord, dove quasi il 52% della popolazione di 6 anni e più ha letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista, e al Centro (48%). Nel Sud e nelle Isole, invece, la quota di lettori scende rispettivamente al 34,2% e al 35,4%. Esiste, inoltre, una significativa variabilità regionale nei livelli di lettura: se Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia fanno registrare livelli di lettura superiori al 56%, Marche, Umbria e tutte le regioni del Mezzogiorno si attestano al di sotto della media nazionale. In particolare, agli ultimi posti si collocano Calabria (34,3%), Puglia (33,1%), Campania (32,9%) e Sicilia (31,5%). Relativamente al tipo di comune, si nota una maggiore diffusione di lettori nei centri e nelle aree di grande urbanizzazione, con una progressiva riduzione nella quota dei lettori nei centri via via più piccoli: si passa, infatti, dal 51,3% nei comuni centro dell'area metropolitana al 40,5% nei centri da 2.001 a 10.000 abitanti.

Articolo tratto da "La Stampa"

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