
Alessandro Profumo non è più l’amministratore delegato di Unicredit. Dopo una giornata ad alta tensione, fatta di annunci e smentite, a tarda notte il top manager ha firmato le dimissioni. «C’è stata una richiesta del consiglio di amministrazione e si è dimesso. Ha firmato, ha rassegnato le dimissioni», ha annunciato la moglie Sabina Ratti lasciando lo studio Eredi Bonelli Pappalardo, in cui Profumo ha trascorso le lunghissime ore che l’hanno costretto ad abbandonare i vertici della banca in cui era entrato quasi quindici anni prima. «Siamo serenissimi» anche se siamo stati sottoposti a «un notevole stress», ha proseguito la moglie, che ha annunciato che due milioni della buonuscita- fissata intorno ai 40 milioni di euro- saranno devoluti in beneficienza, a don Virgino Colmegna.
Dopo la mezzanotte la banca ha rilasciato un comunicato, in cui si spiega che le deleghe passano in mano a Dieter Rampl. Quando già si rincorrono le voci di un ingresso in politica, oggi Profumo potrà pensare al suo futuro fuori da Piazza Cordusio, tentando di mettere alle spalle rapidamente una resa dei conti segnata da un attacco senza esclusione di colpi.
All’ormai ex amministratore delegato gli azionisti di peso della banca di Piazza Cordusio hanno imputato soprattutto «poca trasparenza verso chi è preposto a tutelare la governance», ovvero il presidente Dieter Rampl. Il riferimento è alla mancata comunicazione dell’incremento delle quote dei soci libici ma anche alla gestione complessiva dei rapporti al vertice della banca. Un atteggiamento che configurerebbe «il tradimento del mandato fiduciario da parte degli azionisti». Sul fronte dei risultati, è stata contestata «una performance inferiore alle attese, con una creazione di valore al di sotto della media del settore». E, anche in questo senso, avrebbero pesato «le divisioni interne» fra amministratore delegato e il resto del management.
(LASTAMPA.it)
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