
Di Cultura non parla, se non in un rapido passaggio, quando a proposito dei 17 milioni di euro di spesa corrente da ridurre, spiega che sulla Cultura ricadranno appena 170 mila euro di sacrifici, e non costringeranno a cancellare alcun evento, semmai ridurranno di un po’ il contributo di Palazzo Civico . Si tiene alla larga dalle polemiche dei giorni scorsi e guarda oltre: «Il patto di stabilità non permette di programmare alcuna attività. Oggi, decidere di investire in un’opera pubblica pluriennale è un atto di coraggio; significa sfidare la sorte». Il nodo che assilla l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni è sempre quel «patto» che impedisce ai Comuni di spendere i soldi in cassa. E a Torino si trasforma in una beffa: «Abbiamo chiuso il 2009 con un avanzo di amministrazione di 20 milioni di euro. E non li possiamo usare. Per mitigare gli effetti dei tagli sulla spesa corrente non possiamo sfruttare l’avanzo di amministrazione perché il patto di stabilità obbliga ad impiegarlo solo per ridurre l’indebitamento o svalutare i crediti». Insomma, ci sono venti milioni ma non si possono usare. Però si deve contenere la spesa di 17. Totale: 37 milioni evaporati.
Altrove, in altri momenti, hanno deciso di passare sopra le regole e violare il patto. Sforare per non soffocare. Altri tempi, dice Passoni. «Oggi le sanzioni sono insormontabili. Chi esce dai paletti oltre a vedersi ridurre i trasferimenti sull’anno successivo deve anche pagare una sanzione». Per Torino, secondo i calcoli degli uffici comunali, il mancato rientro di 44 milioni significherebbe subire nel 2011 minori trasferimenti da Roma per 95 milioni, circa il 7 per cento dell’intero bilancio. «Se oggi, con 45 milioni da tagliare siamo di fronte a un compito quasi impossibile, sopravvivere con 95 milioni in meno sarebbe impensabile. Ci porterebbe dritti al commissariamento».
Da qui al 30 novembre toccherà compiere una ricognizione generale tra i vari settori per capire quali investimenti sacrificare così da ottenere i soldi che mancano all’appello. Ventisette milioni, ma la cifra potrebbe essere inferiore, grazie «all’eventuale disponibilità di risorse derivanti da alienazioni patrimoniali o alle auspicate modifiche al patto di stabilità».
La cruda realtà è che, a tre mesi dalla fine dell’anno, ieri il Comune è stato costretto a tagliare 17 milioni di euro, in un colpo solo e in corso d’opera. L’ha fatto «incidendo con il bisturi; non sulla pelle, direttamente sull’osso», per dirla con l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni, andando a sfrondare 100 mila euro di qua, 200 di là, fino a raggiungere il traguardo. Il guaio è che non è finita: entro fine anno Palazzo Civico dovrà recuperare altri 27 milioni, ma stavolta non si andrà a operare «sull’osso», si prenderanno di mira gli investimenti.
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(LASTAMPA.it)
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