
L’autopsia di Edoardo Agnelli, morto il 15 novembre del 2000 sul greto del torrente Stura dopo un volo di 80 metri dal viadotto dell’autostrada Torino-Savona, fu fatta e durò oltre tre ore. Lo si apprende da fonti investigative. I dubbi sulla morte dell’erede Agnelli, secondo i quali potrebbe non essersi trattato di un suicidio, sono avanzati da Giovanni Minoli nella puntata de ‘La storia siamo noì dedicata al caso, che andrà in onda il 23 settembre, e di cui parla oggi il settimanale “Sette”.
Tra i punti critici dell’inchiesta, la trasmissione segnala la decisione di non procedere all’autopsia. L’esame autoptico sul corpo – ricordano, invece, le fonti investigative – fu fatto il giorno stesso della morte di Edoardo Agnelli, per espressa richiesta dell’Avvocato che voleva avere a disposizione la salma per la sepoltura.
L’autopsia, alla quale era presente il magistrato responsabile dell’indagine, Riccardo Bausone, all’epoca procuratore di Mondovì, durò a lungo, riferiscono le fonti, «proprio in considerazione del fatto che nulla doveva essere trascurato». A ritrovare il corpo del giovane Agnelli, la mattina del 15 novembre, fu la polizia stradale che aveva trovato una Croma parcheggiata sul viadotto “Generale Romano”.
(ANSA.it)
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