
Il vulcano Sinabung, sull'isola indonesiana di Sumatra, si è fatto sentire nuovamente stanotte con la più violenta eruzione dal suo risveglio, una settimana fa, dopo 400 anni di quiescenza. "Il vulcano ha iniziato a eruttare alle 4,38 del mattino (le 22,38 in Italia), per 13 minuti, alzando in cielo un nuvola di fumo e ceneri ad oltre 3.000 metri di altezza. Si tratta della più importante eruzione", ha detto il vulcanologo Agus Budianto. Almeno 30 mila persone sono in fuga.
Da ieri sera, è stato registrato "un intenso movimento di magma" all'interno del vulcano. L'eruzione è stata avvertita a otto chilometri di distanza ed è stata tre volte più forte di quella registrata domenica scorsa. "Abbiamo avvertito un suono simile al tuono seguito da piccole scosse prima dell'eruzione", ha raccontato un fotografo sul posto.
Almeno 30mila persone sono state evacuate dai loro villaggi per essere ospitate nei centri di riparo allestiti nelle città vicino. Alcune erano riuscite a tornare a casa per essere poi costrette ad evacuare nuovamente durante la notte.
La scorsa settimana la furia del vulcano ha causato due morti, un uomo di 64 anni per problemi respiratori e uno di 52 in seguito a un infarto. A preoccupare gli esperti è il fatto che, visto che l'ultima eruzione documentata risale al XVII secolo, non sono conosciute le caratteristiche della sua attività. Sta di fatto che - come tutti i vulcani che si trovano lungo il sistema di faglie denominato "l'anello di fuoco", il Sinabung ha le potenzialità per rivelarsi estremamente distruttivo: i precedenti più famosi sono quello del Tambora che nel 1815 causò 88mila morti, e del Krakatoa, che esplose nel 1883 provocando anche uno tsunami e uccidendo 36mila persone.
(APCOM.net)
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