
In galera chi scarica file da Internet senza autorizzazione?
E’una possibilità che il parlamento europeo non si è sentito di escludere approvando una risoluzione in cui invita la Commissione Ue a disporre una legge comunitaria sull'applicazione dei "diritti di proprietà intellettuale". Il testo - scritto dalla conservatrice francese Marielle Gallo e passato con 328 sì, 245 no e 81 astenuti - rivede in senso restrittivo la direttiva 2004/48 esplicitamente escludeva l'azione penale contro i pirati informatici. Ora, la valutazione di Strasburgo non è vincolante, ma l’esecutivo (come gli stati membri) ora dovrà (potranno) omologarsi alle indicazioni di Strasburgo. Il che vuol dire adottare una line dura. «A la Sarkò», per intenderci.
E’ un problema delicato, un’arma a doppio taglio. E’ vero che la pirateria informatica sta mettendo in crisi gli artisti, ma è anche vero che le grandi case di produzione - sopratutto discografica - continuano ad usare lo scippo dei file sulla grande rete come alibi per difendere strategie di mercato ancora in gran parte obsolete. Si richiede in effetti una riflessione su come sia possibile tutelare che di proprietà intellettuale ci vive. però occorre evitare che questo sia il cavallo di Troia per limitare la libertà di espressione.
Buona notizia: le copie private di un filE o di una canzone sono autorizzate e non sarà necessario dimostrare che la traccia è legittima.
Cattiva notizia: il testo propone una nuova direttiva di repressione penale per combattere il file sharing anche con mezzi definiti "non legislativi" o "accordi volontari". Si tratterebbe di "sanzioni contrattuali a carico delle persone che condividono file non-commerciali e possono essere decise tra i proprietari dei diritti e gli operatori: restrizioni di accesso, filtraggio mirato, riduzione della banda passante, eccetera". Questo lascerebbe alle industrie dell’intrattenimento di rivalersi direttamente sugli utenti, senza alcuna distinzione tra coloro che operano a scopo di lucro o senza scopo di lucro.
(LASTAMPA.it)
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