
I numeri parlano chiaro. I finiani e l'Mpa sono decisivi per la maggioranza. Con la Lega che torna a chiedere con forza il voto a marzo. E il Cavaliere che in serata, dopo un brindisi con le deputate per festeggiare il suo 74esimo compleanno, sembrerebbe piegarsi all'ipotesi: "Se è così meglio andare al voto...", avrebbe detto a Bossi - secondo fonti di agenzia - durante una telefonata. Circostanza smentita da Palazzo Chigi che in serata nega che i due alleati si siano parlati dopo il voto.
Il verdetto che arriva dall'aula di Montecitorio al termine della votazione di fiducia al governo non dà indicazioni rassicuranti per il premier. Con l'esecutivo si sono schierati 342 deputati, contro 275 (i presenti al voto sono stati 620, i votanti 617, la maggioranza richiesta di 309). E per di più tra i 9 assenti uno solo era del Pdl. Inoltre c'è un dato da tenere in assoluta evidenza: 38 dei 342 voti a favore sono dei finiani (hanno 35 deputrati ma in due hanno detto no a Berlusconi) e degli uomini di Lombardo (5). I primi protagonisti da mesi di uno scontro interno al Pdl, i secondo fortemente critici nei confronti dell'esecutivo. Senza di loro, infatti, il governo non avrebbe ottenuto la fatidica 'quota 316', cioè la metà più uno dei componenti dell'assemblea di Montecitorio.
Una situazione che mette Berlusconi in una situazione davvero difficile da un punto di vista politico e che gli fa dire, rivolto al capogruppo Idv Massimo Donadi: "Sto passando un compleanno di m....". Non a caso la Lega si mostra preoccupata: "La strada è stretta e i numeri risicati - dice Umberto Bossi - nella vita è meglio prendere la strada maestra, la strada maestra è il voto. Berlusconi il voto non lo ha voluto e ora siamo a questo punto". Perentorio il ministro Roberto Maroni che, in una conversazione con Nichi Vendola e Franco Giordano, captata dalle telecamere del Tg7, prevede: "A marzo si vota".
L'articolo completo:
http://www.repubblica.it/politica/2010/09/29/news/giornata_politica-7552465/?ref=HREA-1
(REPUBBLICA.it)
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