mercoledì 29 giugno 2011

GUASTO ALLA CENTRALE DI OSSIGENO, MUORE IN OSPEDALE A 9 ANNI


TORINO - Per i medici del Regina Margherita, ospedale infantile di Torino, è ancora completamente avvolto nel mistero quello che è successo nel reparto rianimazione dove un bimbo venezuelano che avrebbe compiuto dieci anni ad agosto è morto perché all’improvviso l’ossigeno a cui era collegato ha smesso di funzionare. Il bimbo, malato di leucemia, era ricoverato da venti giorni in rianimazione dove era assistito totalmente dalle macchine: respirava solo grazie all’ossigeno che gli veniva dato artificialmente. Ossigeno che, all’improvviso, ha smesso di essere erogato.

Non si capisce ancora che cosa sia successo: l’unica certezza è che in questi giorni in ospedale ci sono dei lavori di manutenzione che riguardano proprio l’impianto di erogazione dell’ossigeno. Quando è accaduta la tragedia altri bambini erano in sala operatoria, anche loro legati all’ossigeno, ma le loro condizioni erano meno gravi e quindi è stato possibile salvarli. Per il piccolo venezuelano, invece, non c’è stato nulla da fare.

«È un episodio grave, su cui va fatta una verifica immediata, per questo ho chiesto l’intervento dei carabinieri del Nas in servizio presso la Commissione d’inchiesta» ha annunciato Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale. «La Commissione – ha aggiunto - necessita di dettagliate spiegazioni sul protocollo che è stato usato per garantire la regolare distribuzione dei gas durante la manutenzione delle attrezzature e sul rispetto delle procedure di sicurezza. L’intento di questa istruttoria è appurare le cause di quanto accaduto e non stimolare un clima di caccia alle streghe intorno all’ospedale e ai medici. Domani riferirò i risultati dell’istruttoria ai capigruppo della Commissione, con cui valuteremo se aprire formalmente una inchiesta».


La Stampa

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