lunedì 27 giugno 2011

TAV, PARTONO I LAVORI, IL GOVERNO: "ANDIAMO AVANTI"


Sulla Torino Lione il governo va avanti. Non saranno le proteste a fermare quella che per lo Stato è una priorità. Lo ha ribadito oggi il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli proprio mentre in Val di Susa l’avvio del primo cantiere della Tav è stato accompagnato da scontri con feriti tra polizia e no tav.

I lavori per la realizzazione del cantiere della Torino-Lione a Chiomonte sono partiti, ma appena terminati gli scontri in parecchie fabbriche della Val di Susa è stato proclamato uno sciopero immediato. L’intervento delle forze dell’ordine, difeso dal ministro dell’Interno Roberto Maroni («si sono comportate molto bene»), fa scoppiare la polemica politica, con l’opposizione che chiede che le infrastrutture non si costruiscano con il manganello.

«La Tav è considerata una priorità da parte dello Stato. I lavori inizieranno e andremo avanti», ha detto Matteoli, sottolineando che «lo Stato non può assolutamente arrendersi di fronte a dei protestatari». Anche il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ritiene che «non debba essere consentito a una minoranza di fermare un’opera che tantissima parte del Paese e del territorio ritiene assolutamente necessaria, e che, se non realizzata, isolerebbe quel territorio e costituirebbe un fattore di ritardo per l’intero sviluppo nazionale». «Non possiamo permetterci - ha aggiunto Sacconi - il lusso di accettare il veto di minoranze. Questo vale per la Tav Torino-Lione, ma vale anche in generale. Bisogna anche difendere i diritti di una maggioranza di governare nella direzione che in una democrazia solo le maggioranze possono indicare».

Il blitz delle forze dell’ordine polizia per aprire il primo cantiere della Tav, a Chiomonte, non è però piaciuto ai partiti di opposizione che però sono concordi sulla necessità di non bloccare i cantieri (anche se si apre lo scontro nel centronisinistra su favorevoli e contrari all’altà velocità). Particolarmente duro il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che chiede che le infrastrutture «non si costruiscano con il manganello». Per il leader del Pd Pier Luigi Bersani non vanno bloccati i cantieri ma l’azione delle forze di polizia deve essere «diretta a ridurre al massimo la portata degli incidenti». È invece inaccettabile per Vendola (Sel) la violenza contro il dissenso. Sta invece con i militari il leader dell’Udc Casini. Anche per Bocchino (Fli) lo Stato non deve indietreggiare quando le contestazioni si trasformano in violenza.

A sottolineare la necessità di quest’opera è stata oggi anche la leader degli industriali Emma Marcegaglia, che ha sollecitato l’avvio dei cantieri. «Un Paese civile e democratico come l’Italia non può permettersi la permanenza di un presidio come quello del "villaggio Maddalena" al di fuori della legalita». «La Tav - ha aggiunto - è un’opera fondamentale per lo sviluppo dell’Europa e un’infrastruttura importante per mantenere i collegamenti italiani a livello internazionale. Per questo è fondamentale che i cantieri partano entro fine mese per non perdere la quota di finanziamento europeo». Da Bruxelles anche il vice presidente della Commissione Ue Antonio Tajani ha messo in chiaro che non ci sono alternative: o si va avanti con i lavori oppure i finanziamenti Ue «si perdono». Dal ministero delle infrastrutture, però, filtra ottimismo sulle tre condizioni imposte dall’Ue per i finanziamenti: il ministro Matteoli, secondo fonti del dicastero, oggi ha risposto al commissario europeo ai trasporti Siim Kallas precisando che l’obiettivo dell’apertura del cantiere è stato raggiunto oggi; l’approvazione del progetto preliminare sarà portata al prossimo Cipe; infine, il nuovo accordo Italia-Francia potrebbe essere sottoscritto il 6 luglio.


La Stampa

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