giovedì 2 giugno 2011

SANITA', COSTANO TROPPO, L'ASL TAGLIA 100 INFERMIERI


TORINO - Cento infermieri interinali a rischio, cinquanta già fuori dagli ospedali. È polemica all’Asl To5 di Moncalieri, Chieri e Carmagnola due giorni dopo l’ultimo incontro con i dirigenti Asl in cui è trapelata la notizia della scure sul personale. La Federazione italiana lavoratori sanità è sul piede di guerra. «L’azienda vuole risparmiare sulla pelle di infermieri e operatori - spiega Rocco Zaccagnino -. Da qui a novembre l’ospedale Maggiore e il Santa Croce lasceranno a casa almeno cento interinali. E non stiamo parlando di esuberi, ma di personale altamente qualificato. Che lavora in reparto anche da sette, otto anni. Che è costretto a turni massacranti, per garantire proprio quei servizi di qualità che l’Asl dice tanto di voler difendere». I sindacati sono preoccupati per i numeri che trapelano dal piano di rientro economico previsto dalla Regione. Degli 11 milioni di euro che l’Asl To5 dovrà risparmiare entro l’anno, due arriveranno dalla sospensione dei contratti a termine. «Ci avevano assicurato un confronto su questi temi. Invece non sappiamo nulla sulla nuova riorganizzazione. Constatiamo solo che tanti lavoratori saranno abbandonati al loro destino».

Una versione smentita solo in parte da Angelo Pescarmona, direttore amministrativo dell’Asl To5. «La decisione, per il 2011, di ridurre del 50% le spese relative al personale interinale, era stata condivisa insieme agli stessi sindacati». Piero Panarisi, direttore del Santa Croce, invece, parla solo di diminuzione di ore: «Da noi nessuna uscita», assicura. Le ore di servizio, però, sono passate dalle 20 mila di fine 2010 alle 13.500 del mese scorso. Da ieri il monte ore è sceso a 10.450. Risultato? «Più di cinquanta infermieri con contratto interinale restano a casa a partire da oggi (ieri per chi legge)». Una scelta, dicono dal sindacato Nursing Up, «che va contro qualsiasi logica di assistenza sanitaria». «Ci sono infermieri di ruolo che devono sostenere turni doppi per sopperire a queste uscite. Vuole un esempio? Un collega di Moncalieri è uscito alle 14 dal turno di 8 ore ed è stato richiamato in servizio - alle 16 - per altre cinque ore e mezzo. Quasi 14 ore di lavoro in un giorno. È normale?», si chiede Barbara Gonella. Claudio Delli Carri (sempre Nursing Up) aveva chiesto già a febbraio di vedere i numeri dei tagli: «Nessuno ci ha portato niente, né previsioni, né altro».

Per la prossima settimana, venerdì, Fials Piemonte ha organizzato a Torino un incontro rivolto a precari e licenziandi. «Arrivati a questo punto, non possiamo fare altro che alzare la voce e protestare», conferma il segretario regionale, Agostino Valenti. «Il 13 giugno il presidente sarà in visita alle Molinette. Se le nostre obiezioni non saranno accolte, approfitteremo dell’occasione per farci sentire». Dal sindacato Nursing Up invece promettono una manifestazione a Moncalieri: «Vogliono una riforma medico-centrica perché credono che la sanità sia fatta da primari, dottori e amministrativi, ma noi infermieri siamo in prima linea - dice Gonella - e senza di noi la qualità si abbassa».


La Stampa

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