sabato 4 giugno 2011

SANITA', 4 MILIONI REGALATI AI FARMACISTI


TORINO - Altro che risparmio. Dai calcoli della procura, risulta che la convenzione tra la Regione e Federfarma per i pannoloni avrebbe comportato un aumento delle spese di 4 milioni in più rispetto al 2010. Una valutazione importante, tanto da indurre l’aggiunto Andrea Beconi e i pm Paolo Toso e Stefano Demontis a esprimere parere contrario alla revoca dei domiciliari del presidente piemontese Federfarma, Luciano Platter, e il segretario torinese Marco Cossolo.

La richiesta era stata avanzata dai difensori dei due farmacisti, gli avvocati Chieppa e Fulvio Gianaria. Una misura meno restrittiva era stata sollecitata anche dai legali dei cinque arrestati, per ottenere gli arresti domiciliari al posto del carcere. Ma il gip Cristiano Trevisan ha respinto tutte le istanze. Comprese quelle relative a Marco Mozzati e Franco Sampò, gli unici per i quali la procura aveva concesso parere favorevole. A quanto pare, per il giudice delle indagini preliminari l’impianto accusatorio è tale da non modificare l’ordinanza di custodia cautelare firmata il 24 maggio.

Per quanto riguarda la convenzione con Federfarma sugli assorbenti per incontinenti, la cifra prevista dalle farmacie di 30 euro a confezione, secondo la procura non solo è superiore di 6 punti alla base d’asta, ma fa lievitare il costo regionale. La quota indicata per le farmacie indicata dal vecchio capitolo di spesa per non sarebbe di 44 ma di 29 euro. Inferiore, quindi, alla media fornita da Federfarma. L’avvocato Gianaria, tuttavia, insiste: «A noi risultano altri numeri. Ripresenteremo i conti: è una questione matematica».

Il dentista Mozzati, intanto, resta in prigione per le false fatture al re delle cliniche Pierfrancesco Camerlengo (in manette per corruzione, difeso dagli avvocati Lozzi e Gabbri), per coprire le tangenti di questi a Vito Plastino, commissario dell’Asl TO5, arrestato per concussione. Il sindaco dimissionario Sampò (avvocato Mosca) è inquisito per aver favorito Camerlengo nella costruzione di una casa di cura a Cavagnolo. Niente domiciliari neppure per il personaggio chiave delle indagini della guardia di finanza, Piero Gambarino, braccio destro dell’assessore alla Sanità Caterina Ferrero (indagata per turbativa d’asta ha rimesso le deleghe al governatore Cota).

Il maxi scandalo della Sanità piemontese ruota tutto intorno a Gambarino, assistito dagli avvocati Anna Ronfani e Gian Maria Nicastro: le intercettazioni telefoniche dimostrano non solo il suo ruolo di assessore ombra, ma hanno anche avviato il nuovo filone delle indagini sull’emodinamica dell’ospedale di Chivasso affidata alla clinica Villa Maria Pia (che avrebbe dovuto fornire la prestazione dell’équipe medica). Eppure l’avvocato Nicastro (che difende anche Plastino) punta a smussare la sua posizione: «Sinceramente confidavo nei domiciliari: Gambarino, come Plastino, si è dimesso dall’incarico e viene meno il rischio di inquinamento delle prove».

Sempre più marcato il ruolo del direttore generale della sanità piemontese Monferino. A fronte del suo fermo no alla richiesta di trasferimento della Don Gnocchi da Torino a Settimo e del passaggio da riabilitazione di secondo a terzo grado della Moncrivello (che avrebbe portato a un incremento di 600 mila euro di spesa), Gambarino in una conversazione telefonica con la Ferrero afferma: «È un ragioniere che pensa solo a tagliare, ma nella sanità non si può solo pensare a contrarre...la spesa è in continua evoluzione». Dopo l’opposizione alla scarcerazione del gip Trevisan, alcuni avvocati hanno già presentato istanza al Tribunale della libertà, altri stanno valutandone la possibilità.


La Stampa

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