giovedì 9 giugno 2011

UN CALCIONE ALLO STERNO, GRAVE STUDENTE A GRUGLIASCO


JACOPO, 19 anni e la passione per il tennis, ha la memoria che va e viene. Jacopo, studente del quinto anno al Castellamonte di Grugliasco, corso per geometri a indirizzo sportivo, non riesce a stare attento per più di dieci minuti di fila. Jacopo, casa e famiglia alla periferia di Torino, si stanca per niente e si appisola di frequente. Un focolaio emorragico gli preme contro il cervello, un occhio è gonfio e appannato, la guancia è incisa da un taglio suturato con una colla speciale.

Mercoledì scorso, a scuola, in un'ora buca e scoperta perché mancava un insegnante e non è stato sostituito, un compagno di classe ha preso la rincorsa in corridoio, gli si è lanciato addosso come un ariete e lo ha colpito allo sterno con un calcione. "A freddo, senza alcun motivo", giura chi ha assistito alla scena, riprendendola con l'iPhone casualmente acceso in quel momento. Jacopo, centrato dal colpo inferto da Stefano, ha perso l'equilibrio. Ha battuto la tempia contro il davanzale delle finestra. È rimbalzato all'indietro. E ha picchiato anche la nuca, perdendo conoscenza. È finito due giorni in prognosi riservata, è stato una settimana in ospedale e per ristabilirsi gli ci vorrà almeno un mese. Rischia di saltare l'imminente esame di maturità, costretto ad aspettare una sessione suppletiva. Non potrà partecipare alle gare di tennis cui era già iscritto, a cominciare dalla Racchetta d'oro, e a quelle che sognava di disputare prima dell'autunno.

A denunciare quello che è successo in una scuola pubblica quotata e moderna - una sorta di istituto all'americana, con gli studenti-atleti che alle lezioni tradizionali affiancano l'impegno nello sport - sono la madre del ragazzo e l'avvocato di famiglia, Alberto Biscaro. La signora Tiziana e il legale, in attesa di sapere come evolveranno le indagini avviate dai carabinieri, chiedono fermamente che Stefano, tornato intanto al Castellamonte come se niente fosse, venga "punito in modo serio e proporzionato alla gravità di ciò che ha fatto". E dalla scuola, che sugli studenti ha l'obbligo di vigilanza e tutela, esigeranno un risarcimento.

Ci sono amarezza e sconcerto, più che rabbia, nelle parole di mamma Tiziana. "Il ragazzo che quasi ammazzava mio figlio è un tipo intemperante. Ne aveva già combinate altre, in classe e in gita. Eppure non è mai stato punito. Questa volta è andato oltre. Non ha 12 anni, non ha giustificazioni". Poi a scortare suo figlio all'ospedale, dietro l'ambulanza, "ci ha pensato un compagno, quello che ha fatto il video, non un adulto". E ancora: "Al mio arrivo al pronto soccorso, dell'istituto non era presente nessuno. Solo a sera, quando si è saputo che la situazione era grave, si sono presentati i professori".

La signora e l'avvocato Biscaro, tornando a insistere sulla necessità e sull'urgenza di una punizione disciplinare, oltre che penale, battono polemicamente sull'atteggiamento della preside. "L'aggressione è avvenuta mercoledì. Mi ha chiamata una segretaria. La dirigente ha aspettato sabato per telefonarmi. E mi ha parlato di questioni burocratiche legate alla maturità, non dell'accaduto".


Repubblica

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