martedì 15 febbraio 2011

FIAT, PER TERMINI IMERESE C'E' UN INTESA DA UN MILIARDO


«Da una situazione di crisi ne abbiamo ricavato una straordinaria case history italiana di ristrutturazione aziendale, industriale, che da anche alla Sicilia la possibilità di raddoppiare l’occupazione. Quello che sta avvenendo è un caso unico, una straordinaria occasione». Non modera certo i termini, il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, al termine della riunione in cui è stato formalmente firmato l’accordo di programma per la riconversione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, che cesserà la produzione a fine anno.

Un po’ di trionfalismo, e forse sarà bene verificare che - a differenza di quanto avvenne purtroppo spesso in passato - i nuovi imprenditori che occuperanno lo spazio e i capannoni della Fiat comincino a produrre davvero. Certo è che se invece l’operazione Termini Imerese andrà in porto come previsto, invece dei 1.500 ex dipendenti della Fiat ce ne saranno 3.300 inquadrati in sette (forse più) aziende diverse.

L’intesa è stata firmata dalla Fiat, dalla Regione Sicilia, dalla Provincia, dal Comune e dall’Asi (l’area di sviluppo industriale che è proprietaria dei terreni), e prevede il via libera a sette progetti industriali (soltanto due operano nel settore dell’automobile) inseriti nella short-list dall’advisor Invitalia. Sono previsti investimenti pubblici per 450 milioni: 100 milioni dal ministero e 350 milioni dalla Regione Sicilia.

Complessivamente l’investimento, considerando l’apporto dei privati, è pari a oltre un miliardo. Due sono le offerte della short list attive nel settore auto: quella della De Tomaso di Gian Mario Rossignolo, che produce auto di lusso, e quella del fondo Cape Natixis, guidato dal finanziere siciliano Simone Cimino, insieme all'alleato indiano Reva, per la produzione di auto elettriche accanto ad una rete solare per rifornirle di energia. Fuori dalla short list, c'è poi l'offerta di DR Motor Company, casa automobilistica di Macchia d'Isernia, che punta a rilevare l'intero sito.

Fuori dall’ automotive ci sono invece aziende attive in settori che vanno dal cinema alle serre fotovoltaiche. Il progetto MedStudios pensa ad una Hollywood siciliana, con teatri di posa per cinema e fiction tv per la Einstein Multimedia. Ciccolella è uno dei gruppi leader in Europa nei settori della produzione e della commercializzazione di fiori recisi e piante da vaso, prima azienda florovivaistica quotata in borsa in Europa. A Termini dovrebbe portare serre fotovoltaiche. Newcoop è un' azienda piemontese che si occupa di piattaforme logistiche e grande distribuzione.

Lima è una società friulana specializzata nella progettazione e produzione di protesi ortopediche delle articolazioni ossee. Biogen Termini si occupa dello stoccaggio di biomasse per la produzione di energia. Nei prossimi giorni queste aziende inizieranno gli incontri con i sindacati per esporre i loro piani produttivi.

Positivi i commenti dei sindacati, anche se la Cgil si riserva un giudizio «fino a quando non ci sarà un piano che chiarisca l’assorbimento della manodopera e la creazione di nuovi posti di lavoro», dice il segretario confederale Vincenzo Scudiere, che dice che «ora inizia la fase vera in cui le imprese devono presentare i piani con il coinvolgimento anche del territorio».

«Abbiamo creato le condizioni di certezza perché Termini Imerese possa aspirare a diventare un polo industriale», commenta il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, che chiede «di accompagnare tutti i lavoratori dalla cessazione della produzione Fiat all’insediamento di nuovi impianti con gli ammortizzatori sociali ed un percorso di riqualificazione dei lavoratori».

Quello di oggi è «un primo passo, domani ci sarà un passo ulteriore ed importante», sottolinea il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, evidenziando che ora «occorre passare dall’accordo di programma ai piani specifici e ad agevolare gli investimenti previsti.


LaStampa

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