TRIPOLI - Sarebbero almeno 84 le vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che da tre giorni infiammano la Libia. A fornire la cifra è l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch citando testimonianze di fonti mediche e di residenti. Ieri sera Amnesty international aveva parlato invece di 46 morti. "Le autorità libiche devono porre fine immediatamente agli attacchi contro i manifestanti pacifici e proteggerli da gruppi antigovernativi", si legge in un comunicato dell'organizzazione umanitaria che ha sede a New York.
Bilancio drammatico anche quello riferito dall'emittente al Jazeera, secondo cui le forze della sicurezza libica hanno ucciso almeno 70 manifestanti a Bengasi, seconda città del paese. "L'ho visto con i miei occhi: almeno 70 cadaveri in ospedale", ha raccontato un medico, Wuwufaq al-Zuwail, aggiungendo che le forze della sicurezza hanno impedito alle ambulanze di recarsi nei luoghi delle proteste.
La tv satellitare ha raccontato anche di proteste in aumento contro il colonnello Muammar Gheddafi. Spiegando che il governo di Tripoli ha bloccato il segnale di al Jazeera nel paese, l'emittente riferisce inoltre che, secondo testimonianze, è stato oscurato anche il sito web. In questo caso non si tratta però di un provvedimento mirato. L'accesso a Internet, secondo quanto affermato da Arbor Networks, una società specializzata nella sorveglianza del traffico web basata negli Stati Uniti, la rete telematica è stata infatti bloccata completamente in Libia nel corso della notte. La Libia ha "bruscamente interrotto" l'accesso a internet alle 02.15 locali (le 1.15 in Italia), ha precisato la società, aggiungendo che le connessioni internet erano già molto disturbate ieri.
Situazione tesa anche in Algeria, dove centinaia di manifestanti sono scesi in piazza ad Algeri, sfidando il divieto delle autorità. Nella piazza del 1 maggio, luogo di ritrovo del corteo dell'opposizione, le forze di sicurezza impediscono di sostare e secondo testimonianze dal luogo, la polizia carica i manifestanti. Qualsiasi passante che si ferma viene picchiato dalla polizia, riferisce il quotidiano algerino indipendente al-Watan. "Il dispositivo di sicurezza - si legge sul sito - è presente in modo massiccio, molto più numeroso della settimana scorsa, ed ha di fatto chiuso quasi ermeticamente la piazza". Il corteo convocato dal Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia (Cncd) segue di una settimana un'altra manifestazione dell'opposizione algerina, repressa dalla polizia con cariche ed arresti.
La tensione torna a salire anche in Bahrein. I blindati hanno lasciato piazza delle Perle, a Manama, teatro nei giorni scorsi di una violenta repressione da parte della polizia contro i manifestanti sciiti, ma una decina di manifestanti sono tornati sul luogo, subito dopo lo sgombero. Immediata la reazione della polizia, che ha usato i gas lacrimogeni per disperdere l'assembramento. L'esercito era sceso nelle strade della capitale giovedì, poche ore dopo lo sgombero di un improvvisato accampamento dei manifestanti nella piazza. Stamane, il re del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, ha incaricato il principe ereditario di avviare un dialogo nazionale con "tutte le parti" per risolvere la crisi innescata dalle proteste di piazza. L'opposizione ha respinto l'offerta chiedendo che prima il governo si dimetta e i militari si ritirino dalle strade.
Bilancio drammatico anche quello riferito dall'emittente al Jazeera, secondo cui le forze della sicurezza libica hanno ucciso almeno 70 manifestanti a Bengasi, seconda città del paese. "L'ho visto con i miei occhi: almeno 70 cadaveri in ospedale", ha raccontato un medico, Wuwufaq al-Zuwail, aggiungendo che le forze della sicurezza hanno impedito alle ambulanze di recarsi nei luoghi delle proteste.
La tv satellitare ha raccontato anche di proteste in aumento contro il colonnello Muammar Gheddafi. Spiegando che il governo di Tripoli ha bloccato il segnale di al Jazeera nel paese, l'emittente riferisce inoltre che, secondo testimonianze, è stato oscurato anche il sito web. In questo caso non si tratta però di un provvedimento mirato. L'accesso a Internet, secondo quanto affermato da Arbor Networks, una società specializzata nella sorveglianza del traffico web basata negli Stati Uniti, la rete telematica è stata infatti bloccata completamente in Libia nel corso della notte. La Libia ha "bruscamente interrotto" l'accesso a internet alle 02.15 locali (le 1.15 in Italia), ha precisato la società, aggiungendo che le connessioni internet erano già molto disturbate ieri.
Situazione tesa anche in Algeria, dove centinaia di manifestanti sono scesi in piazza ad Algeri, sfidando il divieto delle autorità. Nella piazza del 1 maggio, luogo di ritrovo del corteo dell'opposizione, le forze di sicurezza impediscono di sostare e secondo testimonianze dal luogo, la polizia carica i manifestanti. Qualsiasi passante che si ferma viene picchiato dalla polizia, riferisce il quotidiano algerino indipendente al-Watan. "Il dispositivo di sicurezza - si legge sul sito - è presente in modo massiccio, molto più numeroso della settimana scorsa, ed ha di fatto chiuso quasi ermeticamente la piazza". Il corteo convocato dal Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia (Cncd) segue di una settimana un'altra manifestazione dell'opposizione algerina, repressa dalla polizia con cariche ed arresti.
La tensione torna a salire anche in Bahrein. I blindati hanno lasciato piazza delle Perle, a Manama, teatro nei giorni scorsi di una violenta repressione da parte della polizia contro i manifestanti sciiti, ma una decina di manifestanti sono tornati sul luogo, subito dopo lo sgombero. Immediata la reazione della polizia, che ha usato i gas lacrimogeni per disperdere l'assembramento. L'esercito era sceso nelle strade della capitale giovedì, poche ore dopo lo sgombero di un improvvisato accampamento dei manifestanti nella piazza. Stamane, il re del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, ha incaricato il principe ereditario di avviare un dialogo nazionale con "tutte le parti" per risolvere la crisi innescata dalle proteste di piazza. L'opposizione ha respinto l'offerta chiedendo che prima il governo si dimetta e i militari si ritirino dalle strade.
Repubblica
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