"A Lampedusa siamo ormai al collasso, ecco perché è necessario riprendere al più presto il ponte aereo per trasferire gli immigrati tunisini in altri centri italiani". Non nasconde la sua preoccupazione il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, che domani incontra a Roma il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Ha appena appreso da alcuni giornalisti che i quattro voli previsti per oggi per trasferire i circa 400 immigrati tunisini da Lampedusa in altri centri sono stati sospesi. "Non possiamo continuare così per molto tempo ancora, Lampedusa sta soffrendo". E parla del rischio che possano arrivare altre migliaia di immigrati clandestini nei prossimi giorni. "Con l'arrivo della bonaccia il mare si calmerà - ha spiegato - ecco perché sono molto preoccupato". E parla anche della crisi idrica che si sta aggravando sempre di più. "Se domani non arriva la nave cisterna piena d'acqua siamo nei guai - spiega - soprattutto per la presenza dei quasi 1.800 tunisini presenti al Centro d'accoglienza".
Quando una giornalista gli chiede se era meglio la dittatura di Ben Alì che impediva ai tunisini di lasciare in massa la propria nazione, De Rubeis allarga le braccia e dice: "Oggi gli equilibri si sono rotti. Probabilmente era meglio quando c'era il dittatore Ben Alì, anche se quando guardo questi giovani arrivati in massa dalla Tunisia con tutta la loro disperazione negli occhi, allora credo che sia meglio per loro avere lasciato il Paese. Non dimentichiamo che ancora oggi, come mi hanno raccontato alcuni di loro, ci sono numerosi cecchini che sparano all'impazzata uccidendo persone".
Poi, De Rubeis si dice "ulteriormente preoccupato" per l'annunciato sciopero generale dei lampedusani previsto per il 18 febbraio "se i pescatori non otterranno garanzie contro il caro gasolio". Poi, rivolgendosi al presidente della Francia, Nicolas Sarkozy, dice: "Non è solo Lampedusa a essere preoccupata, penso che anche il caro amico Sarkozy debba esserlo. L'80% degli immigrati tunisini arrivati in questi giorni sull'isola vogliono trasferirsi proprio in Francia, come detto dagli stessi ragazzi". "Insomma, c'è in atto la fuga di una intera nazione di maschi, se pensiamo che degli oltre 5.000 tunisini arrivati negli ultimi giorni c'erano tra loro soltanto 40 donne - ha detto - e di queste 40, 10 erano con marito e figli".
De Rubeis afferma anche che "parlando con alcuni immigrati tunisini ospiti del Centro di accoglienza mi hanno raccontato di avere visto, al momento della loro partenza dalle spiagge tunisine, almeno altri 18 mila connazionali pronti a lasciare il paese". "Adesso, invece, qualcuno sostiene che non ci sono altri immigrati sulle coste pronti a partire - spiega - io non so quello che sta accadendo laggiù, dovrebbero essere i Servizi segreti a darci delle risposte. Certo è che si stanno registrando dei gravi momenti di tensione sull'altra sponda e qui, a Lampedusa, c'è da essere preoccupati perché siamo all'avamposto. Noi non ci vogliamo sostituire a nessuno ma siamo seriamente preoccupati per quello che sta succedendo".
Il primo cittadino di Lampedusa si dice, quindi, "preoccupato perché la stagione estiva turistica rischia di essere compromessa. Un mio assessore andrà in questi giorni al Bit di Milano, ma che cosa dobbiamo pubblicizzare agli altri operatori turistici che l'isola è assediata dagli immigrati tunisini?". E alla domanda su quanta autonomia possa contare ancora l'isola di Lampedusa prima del collasso, De Rubeis replica: "Per altri dieci giorni potremo ancora tirare avanti, ma bisogna che ci siano almeno due voli al giorno con 200 immigrati in partenza. Altrimenti qua si rischia veramente grosso".
E ha raccontato un episodio: "Naturalmente sono soltanto casi episodici, ma io invito gli anziani dell'isola di non tirare fuori i loro portafogli. Un anziano medico mi ha raccontato di essere stato avvicinato prima da un tunisino che gli ha chiesto 5 euro poi sono diventati una decina e in pochi minuti il medico ha regalato agli immigrati oltre 200 euro".
Per quanto riguarda la disponibilità dei posti negli altri centri di accoglienza, il sindaco De Rubeis spiega: "Nella tendopoli di Porto Empedocle non c'è più posto per nessuno, quindi anche se la nave che fa la spola tra Lampedusa e Porto Empedocle potrebbe ospitare anche 700 passeggeri, è impossibile poterli trasferire perché lì non c'è posto. Adesso ho saputo dal sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, che nel piccolo comune agrigentino hanno la disponibilità per 40 immigrati. Però è importante che anche i comuni siano predisposti all'accoglienza. E che non si facciano solo chiacchiare Lampedusa ha dimostrato una grande disponibilita' nell'accoglienza. Basterebbe soltanto che i comuni seguissero il 10% le nostre orme per risolvere il problema, basta poco. Ma anche i sindaci si devono imporre. E' finito il tempo delle chiacchiere".
Quando una giornalista gli chiede se era meglio la dittatura di Ben Alì che impediva ai tunisini di lasciare in massa la propria nazione, De Rubeis allarga le braccia e dice: "Oggi gli equilibri si sono rotti. Probabilmente era meglio quando c'era il dittatore Ben Alì, anche se quando guardo questi giovani arrivati in massa dalla Tunisia con tutta la loro disperazione negli occhi, allora credo che sia meglio per loro avere lasciato il Paese. Non dimentichiamo che ancora oggi, come mi hanno raccontato alcuni di loro, ci sono numerosi cecchini che sparano all'impazzata uccidendo persone".
Poi, De Rubeis si dice "ulteriormente preoccupato" per l'annunciato sciopero generale dei lampedusani previsto per il 18 febbraio "se i pescatori non otterranno garanzie contro il caro gasolio". Poi, rivolgendosi al presidente della Francia, Nicolas Sarkozy, dice: "Non è solo Lampedusa a essere preoccupata, penso che anche il caro amico Sarkozy debba esserlo. L'80% degli immigrati tunisini arrivati in questi giorni sull'isola vogliono trasferirsi proprio in Francia, come detto dagli stessi ragazzi". "Insomma, c'è in atto la fuga di una intera nazione di maschi, se pensiamo che degli oltre 5.000 tunisini arrivati negli ultimi giorni c'erano tra loro soltanto 40 donne - ha detto - e di queste 40, 10 erano con marito e figli".
De Rubeis afferma anche che "parlando con alcuni immigrati tunisini ospiti del Centro di accoglienza mi hanno raccontato di avere visto, al momento della loro partenza dalle spiagge tunisine, almeno altri 18 mila connazionali pronti a lasciare il paese". "Adesso, invece, qualcuno sostiene che non ci sono altri immigrati sulle coste pronti a partire - spiega - io non so quello che sta accadendo laggiù, dovrebbero essere i Servizi segreti a darci delle risposte. Certo è che si stanno registrando dei gravi momenti di tensione sull'altra sponda e qui, a Lampedusa, c'è da essere preoccupati perché siamo all'avamposto. Noi non ci vogliamo sostituire a nessuno ma siamo seriamente preoccupati per quello che sta succedendo".
Il primo cittadino di Lampedusa si dice, quindi, "preoccupato perché la stagione estiva turistica rischia di essere compromessa. Un mio assessore andrà in questi giorni al Bit di Milano, ma che cosa dobbiamo pubblicizzare agli altri operatori turistici che l'isola è assediata dagli immigrati tunisini?". E alla domanda su quanta autonomia possa contare ancora l'isola di Lampedusa prima del collasso, De Rubeis replica: "Per altri dieci giorni potremo ancora tirare avanti, ma bisogna che ci siano almeno due voli al giorno con 200 immigrati in partenza. Altrimenti qua si rischia veramente grosso".
E ha raccontato un episodio: "Naturalmente sono soltanto casi episodici, ma io invito gli anziani dell'isola di non tirare fuori i loro portafogli. Un anziano medico mi ha raccontato di essere stato avvicinato prima da un tunisino che gli ha chiesto 5 euro poi sono diventati una decina e in pochi minuti il medico ha regalato agli immigrati oltre 200 euro".
Per quanto riguarda la disponibilità dei posti negli altri centri di accoglienza, il sindaco De Rubeis spiega: "Nella tendopoli di Porto Empedocle non c'è più posto per nessuno, quindi anche se la nave che fa la spola tra Lampedusa e Porto Empedocle potrebbe ospitare anche 700 passeggeri, è impossibile poterli trasferire perché lì non c'è posto. Adesso ho saputo dal sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, che nel piccolo comune agrigentino hanno la disponibilità per 40 immigrati. Però è importante che anche i comuni siano predisposti all'accoglienza. E che non si facciano solo chiacchiare Lampedusa ha dimostrato una grande disponibilita' nell'accoglienza. Basterebbe soltanto che i comuni seguissero il 10% le nostre orme per risolvere il problema, basta poco. Ma anche i sindaci si devono imporre. E' finito il tempo delle chiacchiere".
AdnKronos
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