TORINO - C’è attesa, per i risultati dell’autopsia sul corpo dell’architetto Antonio Bonavista, 42 anni, trovato morto nella sua mansarda di via Rossini 12, nella notte tra lunedì e martedì. Era professore di educazione artistica, amava la pittura ed era un noto e apprezzato studioso di Vivaldi. Adesso i suoi alunni dell’istituto statale Calamandrei hanno deciso di organizzare una mostra con i disegni e i quadri composti durante le sue lezioni. Tra gli studenti, i professori e le famiglia, superato lo choc della notizia della morte improvvisa del docente, che in passato ha lavorato anche in altre scuole di Torino e del Canavese, adesso c’è tanta commozione e voglia di ricordarlo in qualche modo.
Sul fronte delle indagini, coordinate dal pm Eugenia Ghi ed affidate alla sezione Omicidi della squadra mobile, nessuna novità di rilievo. Il medico legale aveva escluso la presenza di tracce di violenza sul cadavere, trovato seminudo sul letto del piccolo bilocale, al quarto piano del condominio che condivide il cortile interno con il Teatro Gobetti.
Restano alcuni dubbi da verificare ulteriormente, anche alla luce di alcune circostanze di cui il professore, originario di Matera dove vive la mamma, era stato protagonista. Nei primi mesi del 2010, aveva infatti presentato una denuncia contro ignoti ai carabinieri poiché erano comparse delle scritte oltraggiose e insulti (a proposito delle sue presunte inclinazioni sessuali) all’interno dell’istituto dove insegnava con un incarico a tempo. Antonio Bonavista era rimasto molto addolorato, quasi stroncato dal dolore. Che aveva manifestato solo a pochi amici fidatissimi. E ancora: sempre nei primi mesi dell’anno scorso era rimasto coinvolto in uno spiacevole e delicato episodio, avvenuto su un treno. Da questi e altri dettagli, emerge il ritratto di un uomo colto, sensibile e assai intelligente, dalla personalità ricca di misteriosi chiaroscuri.
Il piccolo alloggio di via Rossini, trovato con la porta semiaperta da una collega, preoccupata poiché la mattina non si era presentato agli scrutini, era in uno strano disordine, come se qualcuno avesse cercato qualcosa, soldi o preziosi negli armadi e sui ripiani della camera da letto. La polizia sta cercando di ricostruire, se al momento del malore mortale, fosse stato solo in casa o in compagnia di un amico. Dal primo esame della Scientifica, non emergerebbero però elementi in grado di confermare questo aspetto della storia.
La preside e i colleghi del Calamandrei lo ricordano anche per la sua estrema riservatezza, non avevano neppure la sua e-mail e non sapevano dove abitasse.
«A scuola - spiega la preside Laura Arossa - ha sempre avuto un comportamento irreprensibile, disponibile con i ragazzi, aiutava chi era in difficoltà. Un insegnante severo ed esigente, molto preparato».
LaStampa
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