Libia in fiamme: la rivolta contro il governo ora non risparmia neanche Tripoli. Nella capitale è stata saccheggiata la sede della tv di Stato, mentre altri edifici sono stati dati alle fiamme. Il bilancio delle vittime stimato da Human Rights Watch è arrivato a quota 233. Intanto mentre i leader islamici sostengono che la rivolta è un dovere divino di ciascuno, si diffondono voci di golpe militare. Giallo sulle sorti di Gheddafi, smentito un suo arrivo in Venezuela. L'Onu e l'Ue chiedono stop dell'uso della forza. Frattini: siamo sull'orlo della guerra civile. Ma il regime non si ferma.
Secondo al Jazira le forze aeree hanno bombardato la folla che a Tripoli partecipava ai funerali delle vittime degli scontri, causando 250 morti. Allerta massimo in tutte le basi aeree italiane.
Esodo degli stranieri: soprattutto il personale delle società petrolifere come Shell, Bp, Statoil e Eni, che ha imbarcato su charter i dipendenti non operativi con le famiglie, oltre a Finmeccanica e altre aziende italiane.
ALLERTATI CACCIA TRAPANI E GIOIA COLLE - Allertati al "massimo livello di prontezza" gli Stormi dell'Aeronautica militare di Trapani e Gioia del Colle (Bari), da cui partono i caccia che hanno il compito di intercettare velivoli entrati senza autorizzazione nello spazio aereo nazionale. E' quanto fanno sapere all'Aeronautica. Dopo gli aerei libici atterrati nel pomeriggio a Malta, sono state dunque innalzate le misure per la difesa aerea italiana. Sia da Gioia del Colle (con gli Eurofighter) che da Trapani (con gli F16), tutti gli equipaggi sono così pronti a decollare immediatamente, se necessario, per neutralizzare eventuali minacce aeree. Ulteriori misure potranno essere valutate nel prossimo futuro a seconda dell'evoluzione del rischio.
"Il livello di attenzione degli aeroporti e dell base aeree può essere modificato, e quindi innalzato, a discrezione del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica. Questo è stato fatto, ma non è nulla di più di quanto avviene per casi meno eclatanti". Lo ha detto ad Abu Dhabi, dove si trova in visita ufficiale, il ministro della difesa Ignazio La Russa.
"Abbiamo predisposto l'invio di una piccola unità logistica in Libia, ha detto La Russa - nelle prossime ore avremo una riunione interministeriale con Maroni e Frattini". "Ove fosse necessario siamo pronti ad affrontare il problema" del rimpatrio degli italiani dalla Libia, "ma al momento non è previsto un rimpatrio coatto dei nostri connazionali". Ha sottolineato La Russa.
FARNESINA, PRIMO VOLO SPECIALE RIMPATRI - Nella mattinata partirà per Tripoli un primo volo speciale, concordato con la Farnesina, che si affiancherà ai voli di linea previsti per il rientro dei connazionali. Lo si è appreso alla Farnesina dove si conferma che è in via di attivazione un piano di rimpatri degli italiani in Tripolitania, gestito in coordinamento con l'Alitalia, per consentire in tempi quando più rapidi il rientro dei connazionali che stanno confluendo gradualmente all'aeroporto della Capitale libica. La prospettiva è completare con la massima rapidità consentita il rientro dei connazionali che intendono lasciare il Paese.
VICE-AMBASCIATORE TRIPOLI ALL'ONU,'E' GENOCIDIO' - Il vice-ambasciatore libico all'Onu ha invocato un intervento internazionale contro quello che ha definito "un genocidio" perpetrato dal regime di Tripoli e ha chiesto che venga istituita una no fly zone su TRipoli. Lo riferisce la Bbc nel suo sito internet. Secondo l'emittente britannica l'intera delegazione libica presso le Nazioni Unite ha chiesto un'azione internazionale.
SEIF AL ISLAM ORDINA INCHIESTA SU VIOLENZE - Seif al-Islam, uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, ha ordinato la costituzione di una commissione d'inchiesta sulle violenze, capeggiata da un giudice libico e con la partecipazione di organizzazioni libiche e straniere che si battono per i diritti umani. Lo riferisce la tv di stato libica, secondo al Bbc online.
CAOS ALL'AEROPORTO DI TRIPOLI PER ESODO STRANIERI - All'aeroporto di Tripoli da stamane é il caos più totale. Centinaia di stranieri in attesa di lasciare il paese dopo che la rivolta popolare ha raggiunto Tripoli, dove stanotte "é stato terribile, spari da tutte le parti e una fiumana di gente per le strade anche dei quartieri residenziali", ha detto all'ANSA Albert C., direttore di una società francese raggiunto per telefono all'aeroporto. "Sto cercando di far partire una quarantina di dipendenti con le famiglie", ha aggiunto, "ma qua è un disastro, gli aerei non bastano". Un giovane italiano che lavora nella società di famiglia a Tripoli è riuscito a partire dopo una lunga attesa, perché, protesta con l'ANSA, "ho dovuto lasciare il posto ad alcuni diplomatici, mi hanno fatto slittare di almeno 14 posizioni nella lista...una vergogna".
1.500 GLI ITALIANI, FARNESINA CONSIGLIA DI PARTIRE - Gli italiani che vivono "stabilmente" in Libia sono 1.500 e la Farnesina e l'ambasciata "stanno consigliando di partire" con voli commerciali. Lo riferiscono a Bruxelles fonti della Farnesina, precisando che "al momento l'Italia non prevede un piano di evacuazione". Dei 1500 italiani che vivono stabilmente in Libia, 500 sono dipendenti di grandi imprese italiane. Pochissime unità vivono a Bengasi, la stragrande maggioranza è concentrata a Tripoli. "L'ambasciata italiana sta consigliando di partire, attraverso i voli Alitalia che sono ancora operativi", hanno riferito le fonti. "Chi vuole partire, con l'assistenza della nostra ambasciata, può partire. Tutte le opzioni sono allo studio, incluso un'intensificazione dei voli Alitalia", hanno aggiunto le fonti.
ANSA
Said
Quest'allerta dei caccia italiani servirà a non far disertare i piloti degli aerei militari libici, secondo me è sbagliato.