sabato 5 febbraio 2011

IL TAR TOGLIE IL SOSTEGNO ALLA FIGLIA DISABILE


TORINO - Hanno dovuto ricorrere al Tar i genitori di una bimba con gravi problemi di salute cui, quest’anno, sono state ridotte le ore di sostegno a scuola senz’altra motivazione che non fosse quella, canonica, dei tagli economici nell’ambito dell’organizzazione scolastica. Il Tar Piemonte, lo scorso 19 gennaio, ha deciso che un insegnante d’appoggio debba seguire «per almeno 12 ore la settimana» la piccola - in carrozzina per diplegia spastica - che ha «grossissime difficoltà di concentrazione», racconta la mamma.

L’ordinanza dei giudici ha trovato risposta positiva ieri, comunicata a noi prima ancora che alla famiglia della bambina. In mattinata avevamo chiesto chiarimenti alla dirigente della scuola elementare interessata, la Novaro di via Corelli. Due ore dopo ci ha chiamato il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Alessandro Militerno: «La scuola ha trovato le risorse, la bambina avrà le 12 ore di sostegno». Sono state dirottate dall’appoggio a qualche altro allievo? «No, le risorse sono state trovate nel bilancio della “Novaro”».

In mattinata la dirigente della scuola elementare, Rosanna Desana, ci aveva detto: «Ai genitori ho dato sinora una risposta interlocutoria perché stiamo lavorando ad una soluzione che tuteli tutti i bimbi con la necessità di un sostegno da parte di insegnanti specializzati. Capisco perfettamente la situazione di padri e madri che si vedono ridurre le ore di appoggio alla propria figliola. Noi abbiamo dovuto fare i conti con le risorse messeci a disposizione dall’Ufficio scolastico provinciale». La frase chiave: «Negli ultimi anni sono diminuite».

La bimba di cui parliamo ha 8 anni. In prima elementare era seguita a scuola per 22 ore la settimana da un’insegnante specializzata. In seconda le ore scesero a 12, confermate in terza e ridotte lo scorso settembre a 6. Spiegano gli avvocati Cristina Pica e Stefano Cresta, legali dei genitori: «In base al Pei, il piano redatto dall’insegnante di sostegno d’intesa con la neuropsichiatra infantile, le ore di appoggio dovrebbero essere 24, tenendo conto che la bambina da un paio d’anni è stata inserita in una classe a tempo pieno, che la impegna 40 ore la settimana a scuola». E aggiungono: «Noi parliamo di numeri, ma dietro c’è la sostanza: la piccola si rende benissimo conto di rimanere indietro, giorno per giorno, e manifesta grande disagio».

La signora Elisa, la mamma: «Mia figlia è una bimba tranquilla, bene inserita nella classe, canta nel coro. Per tutti questi fattori l’hanno evidentemente ritenuta un caso poco grave. Il fatto è che, ogni pomeriggio, devo ripetere con lei tutte le lezioni del giorno e aiutarla per ore. Ho dei bambini in affido e ho dovuto a mia volta chiedere un appoggio esterno. Così li devo trascurare».

I giudici della seconda sezione del Tar Piemonte (presidente Vincenzo Salamone, estensore Manuela Sinigoi) scrivono: «Il diritto soggettivo all’educazione e all’istruzione, a partire dalla scuola materna sino all’università, è riconosciuto ai disabili dall’articolo 12 della legge 104 del 5 febbraio 1992, in attuazione dell’articolo 38, terzo comma, della Costituzione. Ed è stato ribadito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 2010». Precisano: «Quel diritto non può subire alcuna compressione a causa della riduzione dei posti degli insegnanti di sostegno assegnati a ciascuna scuola e della conseguente riduzione delle ore di sostegno previste a favore di ogni alunno portatore di handicap».

La scuola elementare Novaro aveva richiesto all’Ufficio scolastico provinciale 528 ore di sostegno, ne ha ottenute 288 settimanali per 12 insegnanti specializzati. Quasi la metà.


LaStampa

0 commenti:

Posta un commento