martedì 22 marzo 2011

BENZINA SCONTATA ALL'AUCHAN, MIGLIAIA DI BANCOMAT CLONATI


TORINO - Per due mesi hanno clonato migliaia di bancomat. E hanno prelevato dai conti correnti dei torinesi quasi un milione di euro. C'è chi si è trovato con mille, 2 mila euro in meno in banca. Ma anche chi è stato prosciugato di 12 mila euro e, adesso, è disperato. Bastava fare rifornimento di benzina nell'area di servizio della Shell, vicino al centro commerciale Auchan di Venaria, strisciare il bancomat in due colonnine per il pagamento self service e si finiva nella ragnatela dei truffatori: una banda di romeni. Geni dell'elettronica che disponevano di tecnologie sofisticatissime per «copiare» i codici dei bancomat, trasferirli su carte bianche e prelevare dagli sportelli di banche che usano ancora sistemi antiquati di lettura della banda magnetica. Hanno agito indisturbati per due mesi, senza che nessuno se ne accorgesse.

Secondo gli agenti della polizia postale, che hanno raccolto decine di denunce, sarebbe lo stesso gruppo di malviventi che ha già colpito a Londra e in Spagna. Alla Shell di Venaria sono riusciti a catturare circa 5 mila codici di bancomat e adesso gli inquirenti, coordinati dal vice questore Giusy Territo, stanno controllando a tappeto tutte le colonnine nelle aree di servizio del Torinese. Perché proprio in una di queste i romeni avrebbero smontato la tastiera che poi hanno sistemato nei meccanismi della Shell di corso Garibaldi, insieme a degli skimmer di ultima generazione per leggere e memorizzare i dati dei bancomat.

Un lavoro da veri esperti, che è durato molto di più di cinque minuti. E qui si arriva al giallo di questa vicenda. Perché i distributori di carburante della Shell sono sorvegliati da un sofisticato sistema di telecamare che avrebbe dovuto riprendere la banda di romeni mentre stava manomettendo le colonnine del pagamento. Invece, sembra che non ci sia un solo fotogramma disponibile. «Quando ce ne siamo accorti, il chip è stato prontamente sostituito – fanno sapere dall'ufficio stampa della Shell –, comunque il terreno è di proprietà dell'Auchan». E dall'Auchan tengono a precisare «che Shell è una cosa, noi un'altra, la responsabilità non è nostra». Che la situazione sia tutt'altro che tranquilla lo si percepisce subito, quando tre vigilantes dell'Auchan e una pattuglia del nucleo radiombile dei carabinieri di Venaria piombano alla Shell per identificare i giornalisti.

Alle pompe, intanto, arrivano i clienti. «È la prima volta che vengo a fare rifornimento qui – ammette Adriano Favaro, operaio – e, per fortuna il bancomat non me l'hanno mai clonato». Nell'erogatore vicino c'è Potito Guadagno, un pensionato di Torino: «Io pago in contanti – dice – perché non mi fido di tutti ‘sti meccanismi, i soldi li voglio toccare». Intorno a mezzogiorno escono i dipendenti delle aziende intorno all'ipermercato. Molti, quando vedono il taccuino, si irrigidiscono: «Però è vero, ci sono dei nostri colleghi che hanno dovuto rifare il bancomat perché è stato clonato proprio qui, alla Shell». Un agente di un istituto di vigilanza privata non nasconde che «ad un mio amico di Ciriè hanno tentato di prelevare in Argentina, per fortuna la banca ha bloccato la transazione».

«È già da un po' di tempo che sappiamo che qui ai distributori di benzina c'erano stati dei problemi – dice Francesco Attanasio, dipendente dell'Aes di Druento –, per fortuna, stavolta, non sono stato pizzicato io, ma dei miei compagni di lavoro». Ammette: «Due anni fa il bancomat me l'hanno copiato proprio in un centro commerciale di Venaria e un'altra volta quando ero in vacanza a Miami, in Florida. Mi portarono via 5 milioni delle vecchie lire in poco tempo, che brutta avventura».


La Stampa

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