sabato 26 marzo 2011

SALVA UNA DONNA DAL FUOCO, "BRUCIAVA, MI SONO BUTTATO"


TORINO - Francesco Rigillo non è un eroe. Però ha 28 anni e forse studia per diventarlo. Qualche anno fa ha fermato un extracomunitario ubriaco che, a bordo della sua auto, investiva i passanti come se fosse un videogioco. Due cazzotti ben assestati e fine della corsa. Rigillo è finito sui giornali e in molti lo hanno ringraziato.

Ieri, per una di quelle coincidenze che nutrono l’ottimismo, è stato il primo ad accorgersi che in via Oslavia 11 c’era un incendio in un appartamento. Rigillo ha dato l’allarme, ma poi si è precipitato in quella casa che andava a fuoco ed è riuscito a salvare una signora di 80 anni con i capelli e i vestiti già avvolti dalle fiamme, Elena Ricci. La signora, che ora è ricoverata in prognosi riservata al Cto, è salva probabilmente grazie a quel gesto. «No, non sono un eroe - si schermisce Rigillo -. Però non ho paura di nulla e mi hanno insegnato che se bisogna agire è meglio farlo. Spero solo di essere arrivato in tempo, sa come sta la signora?».

Rigillo, di mestiere, fa l’idraulico. Era insieme a un collega quando si è accorto del fumo che usciva dall’appartamento: «Abbiamo il negozio lì, in corso Belgio - racconta -. Ci siamo subito resi conto che c’era un incendio».

Rigillo non è un eroe, ma evidentemente ne ha mutuato alcune caratteristiche. In primo luogo la saggezza: non appena capisce quel che sta accadendo, Rigillo avverte i vigili del fuoco. È la cosa giusta, la più corretta e forse la faremmo tutti. Ma poi scatta l’altruismo: ci sarà qualcuno in casa?, si domanda. E così fa il giro della casa e chiede a una signora del palazzo del primo piano.

«Mi ha detto che l’alloggio era vuoto - racconta ancora Rigillo - ma io se non ci metto il naso... E poi, non lo so, me lo sentivo che c’era qualcosa che non andava». L’istinto e il coraggio vanno di pari passo. Rigillo sale al piano, nonostante ormai l’alloggio sia in fiamme, e sente le urla della signora Ricci.

«La porta, praticamente, l’aveva già distrutta il fuoco - continua Rigillo -. Il fumo mi stordiva e il calore era insopportabile, mi sono dovuto fermare un attimo». Ma Rigillo vede l’anziana. «Era per terra, nell’ingresso, stava bruciando». Rigillo si butta tra le fiamme e riesce ad afferrare i piedi della signora. La trascina fin sul pianerottolo e così la sottrae al fuoco. Nel frattempo arrivano gli specialisti, i vigili del fuoco, quelli che eroi lo sono tutti i giorni per mestiere. Soccorrono la signora e portano via Rigillo, nel frattempo evacuano undici famiglie dal palazzo e cominciano le operazioni di spegnimento.

«Sono ancora un po’ frastornato - racconta Rigillo -. Ho ancora l’immagine della signora in mente ed è terribile, ma nelle orecchie ho anche quel “grazie” straziante che è riuscita a bisbigliarmi prima di essere portata via. È una cosa grande. Spero davvero che si rimetta». Francesco Rigillo non è un eroe. Forse è solo un uomo che non ha scordato di essere umano.


La Stampa

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