domenica 27 marzo 2011

CASE POPOLARI, ABUSIVO UN INQUILINO SU QUATTRO


TORINO - «Mio padre non può camminare. Quindi firmo io al posto suo il contratto della casa popolare. Fidatevi. Ma certo che è invalido, ecco perché abbiamo ancora diritto all’alloggio». Se non fosse che si tratta di un appartamento realizzato con soldi nostri e sottratto a un invalido vero (oppure a un vero povero) ci sarebbe da ridere. Come davanti a un film di Totò.

Peccato però che questa scena sia successa sul serio, e sia finita nero su bianco nel rapporto dei vigili del nucleo «edilizia abitativa». Dove sta il tragicomico? Che G.A., in fondo, non aveva mentito davvero: davvero suo padre non poteva camminare. Il motivo? Era morto.

Questa è soltanto una delle tante storie scoperte dagli investigatori di Palazzo Civico sguinzagliati in questi ultimi cinque anni dall’assessore alla Casa Roberto Tricarico. Una decisione che costa uomini e mezzi, «ma da quando la forbice fra richieste di case popolari e offerte è diventata enorme». Le cifre? «All’ultimo bando, che è durato tre anni, hanno risposto 10 mila famiglie quando a Torino erano disponibili poco più di 1500 appartamenti», spiega Tricarico.

Così è nato il «Nucleo edilizia abitativa»: una squadra di vigili urbani, guidata dall’ufficiale Giovanni Drovetti, con il mandato di scoprire i «furbetti del pianerottolo». Gente che di fronte allo sportello Atc presenta dichiarazioni incredibili. Oppure che, nel tempo, perde il diritto esibito al tempo in cui aveva ottenuto la casa. Vuoi perché nel frattempo ha trovato lavoro, vuoi perché ha ricevuto un’eredità, vinto alla lotteria, mai concluso le pratiche di un divorzio che utilizzava proprio per dichiarare un reddito pari a zero.

«Ogni anno - spiega Tricarico - si recuperano circa duecento appartamenti, tant’è che nei dieci anni dell’amministrazione Chiamparino ci siamo riappropriati di duemila alloggi. Un buon risultato a fronte di un patrimonio di 18.000 alloggi in città».

I controlli effettuati nel 2010 sono stati circa mille e le case liberate (perché occupate da persone senza titolo) sono state 236. Insomma uno su quattro, fra i controllati, era abusivo. Cinquantatré di loro, responsabili dei casi più gravi, si sono presi una denuncia all’autorità giudiziaria. Gli altri casi: 41 titolari avevano abbandonato la casa senza comunicarlo all’Atc, 104 appartamenti figuravano intestati a persone che nel frattempo erano morte, 8 erano stati subaffittati, 10 intestati a «morosi colpevoli». Altre 26 famiglie, infine, si erano trasferite, addirittura fuori dal Piemonte, all’insaputa dell’Atc.

Dati clamorosi emersi grazie al fatto che la polizia municipale ha passato al setaccio le domande di coloro che si sono rivolti alla Commissione emergenza abitativa del Comune. «Lo spaccato che emerge dalle relazioni dei vigili urbani - ha aggiunto ieri l’assessore - è quello di un’umanità che fatica. Ecco perché cerchiamo di individuare subito chi tenta di truffarci: sono troppe le famiglie che si presentano in condizioni di “precarietà abitativa” per poterci permettere di non indagare con tutti i mezzi possibili sui soprusi. Chi ottiene il privilegio di una casa popolare senza meritarla sul serio lo fa ai danni di una famiglia che è davvero in mezzo a una strada».

L’anno scorso il Comune ha assegnato circa 600 appartamenti. Inoltre, grazie a «Lo.ca. re.», l’agenzia del Comune per l’affitto agevolato, si è riusciti a dare una risposta abitativa a oltre 250 famiglie nel mercato privato della locazione, con incentivi ai proprietari e contributi agli inquilini. Tuttavia la distanza tra il bisogno e l’offerta pubblica è molto alta.

Se all’ultimo bando si sono presentate più di diecimila famiglie va anche detto che il numero tende a crescere, soprattutto a causa dell’altrettanto crescente morosità. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti in una situazione dove i redditi sono bassi e gli affitti alti. «Per questo è doveroso - ribadisce Tricarico - effettuare controlli per far prevalere i nuclei famigliari che presentano maggiori difficoltà. Certo che dai controlli (come si deduce dalle storie che pubblichiamo tutt’attorno, tratte dai rapporti dei vigili urbani, ndr) le sorprese non mancano.

«A volte si stenta a credere a quanto sta scritto su queste relazioni - conclude Tricarico - la fantasia è tale da lasciarci a bocca aperta: ma il principio di legalità nella comunità torinese è forte. Al punto che parecchie segnalazioni provengono anche dai vicini di casa». Alleati preziosi per scoprire l’esercito, sempre più folto, dei furbetti della porta accanto.


La Stampa

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