mercoledì 30 marzo 2011

CRAC AIAZZONE, 276 SOCIETA' CREATE PER EVADERE IL FISCO


TORINO - Occorrono 64 pagine al gip Giovanni De Donato per delineare il giro vorticoso di raggiri organizzato da Gianmauro Borsano e Renato Semeraro finiti in galera insieme Giuseppe Gallo e Marco Adami (che già agli arresti domiciliari ha evitato il carcere) con un cumulo di accuse che spaziano dalla bancarotta fraudolenta al riciclaggio. Non è facile ricostruire le complesse manovre attraverso cui Borsano e i suoi complici hanno creato una giungla di società fittizie. UN INTRECCIO che serviva a eludere le imposte fiscali e sottrarre ai creditori i beni delle aziende svuotate e trasferite all'estero: "La forma organizzata della condotte delittuose, coinvolgente una pluralità di persone e l'impiego di strutture organizzative rilevanti quali le molteplici società commerciali coinvolte e le relative organizzazioni azienda sembra configurare una vera e propria "societas sceleris" avente come programma delittuoso i delitti in contestazione...." scrive infatti il giudice, secondo il quale "i menzionati imprenditori indagati hanno commesso uno complessa attività fraudolenta, anche transnazionale".

Il magistrato ricorda la nascita del sodalizio: "Il 26 gennaio 2009 viene costituita a Roma la società B&S spa con sede in Capnea. La società, avente un capitale sociale di circa 55 milioni di euro, rappresenta l'incontro degli interessi nel settore del commercio dei mobili dei gruppi Borsano, Semeraro e Palenzona, azionista di minoranza. Le quote risultano così suddivise: 25,16 per cento della società Sdc Arredamenti srl, Emporio Casa Uno srl, Distribuzioni Mobili srl, tutte riconducibili a Semeraro. 16,72 per cento di proprietà Aiazzone Network srl i cui soci sono Semeraro e Palenzona, 58,12 per cento di proprietà delle società Mete spa e Persempre srl riconducibili a Borsano Gian Mauro".

A curare lo svuotamento delle diverse società è Marco Adami che, grazie alla moglie Georgieva Marinka Gospodinova, riesce a trasferirne sedi e proprietà in Bulgaria. Tutti sono ben coscienti dei rischi che corrono. Basta ascoltare la telefonata di Rodolfo Nobile, amministratore e socio al 2 per cento della In Business srl che ha rilevato il 100 per cento della Holding dell'arredo, con Adami, a cui riferisce l'esito dell'incontro con le banche creditrici della Mobil Discount dicendo: "Mobil Discount è partecipata, è di proprietà di Per Sempre Arredamenti che fa parte del gruppo. Le banche hanno fatto un salto sulla sedia. Gianmauro dice: ah, ma tanto Per Sempre sta all'estero non conta un cazzo e cose del genere! Ma non si può, alle banche la casa va fatta con l'informativa giusta sennò poi le banche ci saltano addosso...". La strategia adottata da Borsano e realizzata da Adami per estrapolare società come Persempre e Mobil Discount dal gruppo sorprende Nobile che chiede: "Come avete fatto a fare un'operazione del genere?". Adami gli risponde: "Eeeeh Marco Adami le fa ste cose!". E Nobile chiosa: "Qui c'è una denuncia penale, sono cose penalmente perseguibili Marco! È un'azione di distrazione...".

Di queste operazioni però il gip nella sua ordinanza ne elenca decine. Insieme a versamenti fittizi a società che esistono solo sulla carta. E sempre più rischiose, al punto che lo stesso Adami perde la sicurezza e confidandosi con un amico dice: "D'annà a finì dentro per le cazzate degli altri non c'ho voglia. Io voglio garanzie se no faccio crollà il castello di carte...". La Guardia di Finanza però arriva prima.


Repubblica

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