martedì 15 marzo 2011

SBARCHI LAMPEDUSA, "ABBIAMO VISTO ANNEGARE 40 PERSONE"


"Sono morti, sono morti. Sono affondati davanti ai nostri occhi, inghiottiti dal mare agitato. Erano in 45, erano partiti insieme a noi la notte scorsa. Per un po' abbiamo viaggiato quasi fianco a fianco, la nostra barca era più grande ed eravamo quasi cento. Poi, improvvisamente, quella si è capovolta. È stato un attimo, un'immagine che resterà per sempre nei nostri occhi. Sono finiti in mare, sono morti...".

È l'ultima tragedia nel Mediterraneo. La raccontano in lacrime gli ultimi immigrati approdati ieri serastremati a Lampedusa. Solo in cinque, spiegano, si sono salvati: "Molti non sapevano nuotare e sono scomparsi quasi subito dalla nostra vista inghiottiti dalle onde. Quei pochi che ci riuscivano si sono avvicinati al nostro barcone. Stavano per affondare anche loro, poi, grazie a Dio, siamo riusciti a prenderli lanciando loro una cima. Li abbiamo tirati su a bordo e adesso sono qui con noi. Guarda, sono quelli la, quelli tutti bagnati. Tremano per il freddo. Gli altri sono tutti annegati, molti erano nostri amici e adesso non ci sono più...".

E' un racconto che fa venire la pelle d'oca. Poi vediamo i cinque sopravvissuti. Uno barcolla, trema, è tutto bagnato mentre gli altri sono asciutti. Un altro miracolato, poco meno di 25 anni, è scalzo, fa un salto sulla banchina del molo Favaloro di Lampedusa e cerca subito qualcosa per coprirsi. I soccorritori non sanno ancora quello che è accaduto al largo di Lampedusa, uno dei superstiti lo racconta mentre attendono di salire sul pullman che li porta al Centro di accoglienza di Lampedusa. La struttura sta letteralmente esplodendo: sono più di 1.400 gli immigrati con gli ultimi 500 arrivati in nottata. E altre carrette del mare cariche di disperati sono state avvistate al largo: le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza li stanno cercando. Il barcone con il centinaio di disperati che hanno visto affondare altri 40 loro connazionali al largo di Lampedusa, è giunto sull'isola intorno alle 20,30. Nessuno sapeva e pensava che quelli appena sbarcati avevano assistito impotenti all'ultima tragedia del Canale di Sicilia. Era dal primo pomeriggio di ieri che Guardia Costiera e Guardia di Finanza erano preoccupati per due barconi a circa 40 miglia a sud di Lampedusa che imbarcavano acqua e che rischiavano di affondare. Dopo qualche ora, mentre i due natanti si stavano inabissando, i militari sono riusciti a intervenire e a trasbordare gli immigrati sulle motovedette che hanno poi raggiunto Lampedusa.

Ma mentre tornavano al largo, secondo il racconto dei sopravvissuti, sarebbe avvenuta la tragedia. "E' accaduto otto-dieci ore fa - racconta uno dei cinque naufraghi, un gigante d'uomo che la paura ed il freddo fanno sembrare piccolo - il mare non era molto agitato ma su quella barchetta eravamo in 45 e si viaggiava a pelo d'acqua. Ci sentivamo tranquilli perché davanti a noi c'era l'altro barcone più grande. Ma poco prima che il sole sparisse, non so ancora come e perché, la nostra carretta si è capovolta ed è affondata. Siamo finiti tutti in mare, io un po' so nuotare, ma molti altri no. Li ho visti sparire uno dopo l'altro. Uno si è aggrappato a me ma non sono riuscito a portarlo in salvo. Non era facile, anch'io ho rischiato di affondare perché lui non lasciava la presa. Poi però ha mollato ed è scomparso. Ho ripreso fiato mentre quelli dell'altra barca si avvicinavano - continua a raccontare - Ci hanno tirato una cima e in cinque ce l'abbiamo fatta, siamo saliti a bordo di questo barcone - dice indicando l'imbarcazione ancora ormeggiata sul molo Favoloro - e ci siamo salvati. Ma tutti gli altri non ci sono più. Con me c'era anche un mio cugino, eravamo tutti partiti con la speranza di farcela, invece Dio ha voluto così...".

E mentre al largo di Lampedusa si consumava questa ennesima tragedia con 40 morti annegati, nelle acqua tra Malta e Siracusa, dall'altra parte della Sicilia, un traghetto noleggiato dal governo marocchino, stava facendo rotta verso il porto di Augusta, in provincia di Siracusa. A bordo 1.800 marocchini prelevati in un porto libico che hanno prima puntato verso l'isola di Malta e poi verso le coste siciliane. Ma in serata è arrivato lo stop del Viminale perché il traghetto "Mistral Express" non ha comunicato i dati richiesti dalle autorità italiane. Fino alla tarda serata di ieri il "Mistral" era in acque internazionali e non si sa ancora cosa accadrà.


Repubblica

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