sabato 19 marzo 2011

L'ATTACCO SULLA LIBIA E' INIZIATO, PRIME BOMBE DAI JET FRANCESI


L'intervento militare alleato in Libia è iniziato. Un aereo francese ha attaccato oggi per la prima volta alle 17:45 un veicolo in Libia, ha annunciato il ministero della Difesa a Parigi.

Parlando brevemente alla fine del summit di Parigi il presidente francese Sarkozy ha detto che gli aerei francesi stanno già impedendo gli attacchi aerei di Gheddafi contro Bengasi e ha aggiunto che l'aviazione è pronta a colpire i carriarmati del rais che assediano la città.

Aerei caccia rafale francesi sono già in volo sulla Libia da ore senza incontrare ostacoli. Quanto alla partecipazione dell'Italia, il premier Berlusconi parlando da Parigi ha spiegato che al momento l'Italia mette a disposizione le sue basi ma resta disponibile per eventuali raid aerei. E sulla minaccia di possibili rappresaglie libiche Berlusconi ha spiegato che Gheddafi non ha armi in grado di colpire l'Italia.

Il leader libico - ha detto ancora Sarkozy alla fine del summit - ha «ancora tempo di evitare il peggio», ovvero un'offensiva militare - se «rispetterà senza ritardo e senza riserve» la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. «La Francia ha deciso di assumere il proprio ruolo di fronte alla Storia», ha concluso Sarkozy. All'immediata vigilia del summit di parigi, il leader libico Gheddafi aveva rivolto questa mattina un messaggio alle principali potenze che hanno sostenuto la risoluzione 1973 dell'Onu. Rivolgendosi ai leader di Francia e Gran Bretagna Gheddafi ha minacciato: «Rimpiangerete ogni ingerenza in Libia». E a Obama ha detto: «I libici sono pronti a morire per me. Io qui sto combattendo contro al Qaida».

Il summit di Parigi è stato preceduto in tarda mattinata da una riunione preliminare che ha visto impegnati il presidente francese Sarkozy, il ministro degli esteri francese Juppè, il segretario di Stato americano Clinton e il premier britannico Cameron. La comunità internazionale, come ha anche detto il premier belga a fine summit, potrebbe lanciare un attacco militare alla Libia «nelle ore». L'agenzia di stato libica Jana, in previsione di un simile evento, ha diffuso la notizie che i possibili obbiettivi di eventuali raid sono già da adesso presidiati dalla popolazione, che farebbe da «scudo umano» in caso di bombardamenti. Sul terreno, le truppe libiche hanno provato a forzare la situazione per tutta la mattinata. Le truppe di Gheddafi sono entrate oggi a Bengasi. Un giornalista della Bbc ha riferito di carri armati governativi entrati a Bengasi attorno alle 10.30 locali (9.30 italiane) e secondo al Jazeera le forze di Gheddafi starebbero dando l'assalto alla città da sud e dalla costa.

Un aereo militare appartenente ai ribelli è stato abbattuto mentre nel frattempo si sono diffuse contrastanti notizie su l'ex ministro dell'Interno libico, il generale Abdel Fattah Yunis, che si era dimesso per assumere la guida delle rivolte a Bengasi. Yunis, secondo la televisione di stato, avrebbe ripreso le sue funzioni rientrando nei ranghi dei fedeli di Gheddafi (circostanza questa smentita dai ribelli). A Misurata sarebbero stati uccisi una trentina di ribelli. E anche a Tripoli sale la tensione per i possibili raid alleati. Centinaia di libici si sono radunati presso il quartier generale del leader libico Muammar Gheddafi, a Tripoli, «in previsione dei raid francesi». Le autorità libiche hanno portato con loro circa 50 giornalisti stranieri, ha affermato la televisione di Stato.


LaStampa

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