giovedì 24 marzo 2011

PIEMONTE, SANITA', CRESCE IL DEFICIT DI ALCUNE CENTINAIA DI MILIONI


È una bomba ad orologeria che sta per esplodere nei conti della sanità, di quella piemontese come in tutte le altre regioni d’Italia. Una bomba che provocherà un nuovo “buco” nel bilancio della Regione. Nessuno per ora osa quantificare l’entità del nuovo deficit che Cota e la sua giunta potrebbero trovarsi ad affrontare nei prossimi mesi ma l’ordine di grandezza sarebbe quelle delle centinaia di milioni. "Le cifre precise si limitano a dire all’assessorato al Bilancio si sapranno solo alla fine di giugno quando in tutte le Asl e le Aso piemontesi si concluderà il lavoro»"

La bomba è legata al decreto legislativo sull’armonizzazione dei sistemi contabili e di bilancio di Regioni, Provincie e enti locali. Un decreto varato a febbraio dal governo e che è uno dei più importanti del pacchetto del federalismo fiscale. Un provvedimento che riguarda in particolare proprio il sistema sanitario e che ha un fine assolutamente meritorio: «Migliorare la trasparenza dei conti del settore e responsabilizzare gli enti». "Una medicina amara, ma utile, perché così nei prossimi anni sarà più facile controllare la spesa sanitaria" spiega l’assessore al Bilancio Giovanna Quaglia. E sarà così a patto che il farmaco non uccida il paziente nei primi mesi di cura. "Sì il deficit potrebbe essere notevole, nell’ordine delle centinaia di milioni", conferma il consigliere Pd Stefano Lepri.

Anche perché nessuno sa esattamente cosa si nasconda nei bilanci delle Asl degli anni passati: per quanto riguarda l'armonizzazione dei sistemi contabili lo schema di decreto legislativo prevede che le Regioni debbano fare una chek list delle informazioni contabili dei flussi e delle procedure delle Asl. Inoltre, ed è qui il punto più spinoso, aziende sanitarie e regioni devono conciliare le transazioni finanziarie ancora aperte tra di loro fino al 31 dicembre 2009. Ciò significa che se un Asl ha segnato nel proprio bilancio tra le voci attive, crediti nei confronti della Regione per cifre superiori a quelle che la Regione stessa le aveva riconosciuto tra le sue uscite, adesso dovrà spostare quella voce tra i crediti inesigibili o parzialmente esigibili. Con le conseguenze che si possono immaginare nei conti della aziende sanitarie stesse. E a catena per paradosso su quelli della Regione.

Perché anche, se per ora nessuno lo ammette, è chiaro che in passato spesso, proprio perché il sistema lo permetteva molte Asl e Aso proprio per migliorare i loro conti hanno maggiorato i loro crediti nei confronti della Regione, aumentando ad esempio il costo o il numero delle prestazioni fornite o spendendo di più per questo o quell’appalto. Cosmesi finanziaria che adesso verrà alla luce e che rischia di provocare un patatrac. Nei corridoi di Palazzo Lascaris nei giorni scorsi si parlava già di una prossima conferenza stampa del governatore Cota per annunciare la nuova stagione di difficoltà finanziarie. Non sarà così almeno fino all’estate. Poi tutto potrebbe succedere.


Repubblica

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