mercoledì 9 marzo 2011

VISITATA IN TRE OSPEDALI, MUORE A 15 GIORNI


CASTELLAMONTE - «Dai mamma, ti prego: non piangere». Guardi questa bambina di 10 anni che, stretta in un accappatoio di spugna azzurro sopra i jeans, allunga la manina sulla spalla della madre e non capisci se ti si chiude il cuore di più per la mamma o per la piccola che cerca di consolarla.

Non c’è conforto possibile per Michaela Vasile Costantin, 30 anni, romena da 6 in Italia, ex colf a ore, disoccupata. Da quattro giorni si dispera per la morte della figlia minore Andra Gabriella, di soli 15 giorni. Da ieri si tormenta per l’accusa di omicidio colposo da parte della procura di Ivrea. Il suo torto? Aver firmato le dimissioni della piccola Andra Gabriella dall’ospedale di Ivrea, nel cuore della notte tra venerdì e sabato, dopo aver trascorso tutta la giornata tra un ospedale e l’altro, da Castellamonte a Torino per problemi respiratori della neonata. «Il medico mi aveva detto che la bambina stava bene - racconta Michaela in un italiano stentato -. Poteva stare in ospedale sub osservazione (sotto osservazione, ndr), ma io ho detto “se sta bene la porto a casa”.

Allora lui mi ha detto che dovevo firmare un foglio e io ho firmato». Mamma e figlia tornano dunque nel piccolo appartamento a Castellamonte dove si trovano il compagno di Michaela e la figlia maggiore. Alle 6 una prima poppata. Andra Gabriella mangia regolarmente, sembra stare bene a parte il respiro sempre affannoso. Alle 8,30 piange. Mangia di nuovo. Alle 9 respira con difficoltà e inizia a diventare blu. La mamma chiama subito il 118. Arrivano due ambulanze. I tentativi di salvare la bimba durano un’ora, ma è tutto inutile. «Non mi hanno mai fatto entrare nella camera da letto - prosegue Michaela -, io ero qui in cucina, ho telefonato a mia madre, mio marito era al lavoro.

Fa il muratore». Quando la nonna arriva, Andra Gabriella non respira più. «Ho chiesto ai medici perché era morta - racconta in un corretto italiano Mioara Vasile Costantin, 51 anni, infermiera a Cintano -, perché nessuno ha potuto fare niente per lei che il giorno prima era stata visitata in tre ospedali. Mi hanno risposto che era destino. Allora ho chiamato i carabinieri. Non vogliamo accusare nessuno, ma vogliamo capire. Vogliamo giustizia».

Ieri mattina la sorpresa dell’avviso di garanzia. «Non riusciamo a crederci - continua la nonna -, mia figlia ha firmato le dimissioni perché il medico l’aveva rassicurata, le aveva detto che la bambina stava bene». Michaela piange in silenzio, accanto al compagno, Virgil Dumitru Badulescu, 23 anni. La sua è una litania disperata: «Io volevo bene a mia figlia, volevo farla curare. Per questo l’ho portata in ospedale». L’odissea negli ospedali inizia venerdì, quando la mamma si accorge che la piccina respira male.

Dall’ospedale di Cuorgnè, Andra Gabriella viene trasferita, con madre al seguito, a quello di Ivrea. Qui viene sottoposta ad esami del sangue ed elettrocardiogramma. Vista la cianosi, viene accompagnata in ambulanza al Sant’Anna. Un’ecografia non riscontra nulla di pericoloso: la neonata viene quindi nuovamente portata ad Ivrea dove vengono ripetuti gli esami del sangue. Alle 2,30, la mamma firma le dimissioni. «Mi hanno detto di riportarla in ospedale al sabato mattina o il lunedì dal pediatra. Ma solo se c’erano problemi. Per questo ero tranquilla e l’ho riportata a casa». E di Andra Gabriella restano una foto scattata poche ore dopo la nascita e il biglietto con su scritto «I love you» firmato dalla sorella.


LaStampa

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