giovedì 17 marzo 2011

CHOC PER LA CONDUTTRICE RAI, "DACCI I SOLDI O RAPIAMO I GEMELLI"


«Apri la cassaforte o prendiamo uno dei tuoi figli, e lo portiamo al campo nomadi». L'ultima minaccia, brandendo un piede di porco, a una madre impaurita, ma decisa a non darla vinta ai rapinatori. Per Cristina Guerra, giornalista Rai e conduttrice del Tg1, quella di martedì è stata una notte da incubo. Una delle tante, da gennaio, fra Aurelio e Monteverde, e nei quartieri vicini, dove sono state commesse rapine seriali in appartamenti e villette. Alcune anche di pomeriggio. Da uomini armati, pronti a tutto, dell'Est europeo. Che agiscono a colpo sicuro, seguendo un copione, e forse anche un elenco di obiettivi prestabiliti.

«Mi hanno svegliata nel cuore della notte - racconta la giornalista, madre di tre gemellini - avevano il volto coperto dai passamontagna, e due su tre erano armati di pistola. All'inizio ero terrorizzata, mi hanno detto: "Stai calma". Hanno messo sottosopra la mia stanza, cercavano i gioielli. Poi hanno voluto che indicassi la cassaforte. Ho pensato che nascondergliela sarebbe stato inutile e pericoloso. "Aprila e non ti succederà niente!", mi hanno ordinato, e così ho fatto». Uno dei banditi ha infilato la mano nel contenitore e si è messo in tasca anelli e bracciali per 30 mila euro. Poi ha scoperto un'altra cassaforte.

«L'ha lasciata il precedente proprietario di casa, non ho le chiavi e non l'ho mai aperta - continua la giornalista - ho cercato di spiegarlo ai rapinatori, ma loro non ci credevano. Mi hanno interrogato per un'ora e un quarto: gli ho spiegato che un tecnico mi aveva chiesto 300 euro per fare quel lavoro, che avrebbero potuto farlo loro, se ci riuscivano. A un certo punto - ricorda ancora - non ho avuto più paura, mi sono stupita per la mia freddezza. Un rapinatore mi ha spintonato, mentre un complice mi puntava quel pezzo di ferro. Mi hanno avvertito che se non avessi aperto quella cassaforte avrebbero portato via uno dei bambini. I piccoli dormivano nella loro cameretta, per fortuna non si sono accorti di niente: se ne avessero preso uno non so proprio come sarebbe andata a finire».

Il braccio di ferro fra giornalista e rapinatori è durato ancora qualche minuto. «Uno di loro mi diceva "Allora, lo vado a prendere?", e aspettava gli ordini del capo. Gli ho risposto: "Ma avete una coscienza, una famiglia? Avete preso 30 mila euro, non vi basta ancora?" - aggiunge la giornalista -. Forse questo li ha convinti. Mi hanno chiesto chi dormisse in un'altra stanza. Ho detto: "La baby sitter, lasciatela in pace, non c'entra niente: è romena come voi". Sono rimasti in silenzio. Poi mi hanno chiuso in camera con i bimbi, e sono scappati».

Sul colpo in casa Guerra indaga la polizia. I rapinatori sono entrati nella villetta dell'Aurelio dopo aver divelto le inferriate della finestra della cucina. Nello stesso comprensorio, l'estate scorsa, sono avvenuti furti e rapine molto simili. Ormai è psicosi. Quella di martedì è stata una nottata drammatica anche per un'altra donna, di 50 anni, rapinata sempre da tre banditi dell'Est, forse lo stesso gruppo, a Casal Lumbroso, ancora all'Aurelio. Ma il bottino è stato di 350 euro. Paura infine in centro, in via dei Soldati, per una ragazza di 29 anni minacciata con una pistola da due ladri sorpresi a rubare in casa. Due rom di 17 e 20 anni, del campo nomadi al Foro Italico, poi arrestati dalla polizia: un mese fa avevano rubato nello stesso appartamento.


Corriere

1 commenti:

  • Anche io ho tre gemelli e non so come avrei potuto reagire a una situazione simile.
    Penso che se intercettassero di più delinquenti del genere, ce ne sarebbero di meno in giro, ma sapremmo molto meno del giro di zoccole tra i politici. Vuoi mettere!
    Alessandro Alessandro

    20 ottobre 2011 alle ore 19:50

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