venerdì 18 marzo 2011

SAUZE, TRAGEDIA SFIORATA, VALANGA PER IL FUORIPISTA


TORINO - Ha mosso 50 mila tonnellate di neve, l'enorme slavina staccatasi ieri sopra Sportinia, poco distante dalla seggiovia Nuova Triplex. Un fronte di ben 500 metri di neve pesante scesa in pochi secondi dalle cime Rosen Cranz e Col Bourget e giunta sino ai piedi di piste e impianti. A provocarla è stato uno sciatore svedese, Karl Levin 25 anni, illeso, ma denunciato dai poliziotti sciatori in servizio sulla Via Lattea per aver causato la slavina con colpa. Erano le 12,15, quando dalla seggiovia Triplex, a circa 2400 metri, alcuni sciatori, tra cui un maestro di sci, hanno notato un gruppo di cinque persone in cresta al Colle Bourget: «Mica vorranno scendere di lì con questa neve!» ha esclamato in quel momento il maestro di sci, mentre Enrico Bencini, in seggiovia con lui, ha ancora il cuore in gola nel raccontare la scena: «L’insegnate in divisa rossa era seduto in seggiovia accanto a me, non aveva ancora finito la frase e subito un primo sciatore si è buttato a valle, ha fatto quattro o cinque curve, e alla sesta, ha scatenato il finimondo staccando mezza montagna» racconta Bencini.

E così in paese, da ieri, non si parla d'altro. La zona di Sauze più a rischio è quella del Rio Nero, dove la società impianti causa distacchi volontari proprio per evitare incidenti. Al Triplex mai nulla. Ma in questi giorni, il rischio valanghe c'è anche in quelle zone meno soggette a slavine. Per fortuna, ieri, il giovane svedese scendendo dalla Rosen Cranz, voltandosi indietro, forse per vedere i suoi amici, si è accorto del distacco da lui stesso provocato, ed è riuscito miracolosamente a «cavalcare» l’onda della slavina, per poi mettersi in salvo in un avvallamento dietro alcune rocce. Immobili i suoi amici, tutti sciatori esperti e amanti del fuori pista, riamasti in cresta al Bourget.

«Li abbiamo raggiunti e soccorsi, erano scioccati dall’enorme pericolo che hanno corso» spiega Dario Joannon del soccorso alpino che, con poliziotti sciatori, carabinieri, vigili del fuoco e cani antivalanga hanno iniziato a sondare l' intera zona. Risultato: la slavina non ha coinvolto nessuno. E così dopo alcune ore, l'intera area dopo essere stata «bonificata» è stata chiusa, sino a nuove disposizioni.

«Mi chiedo perché quel giovane non sia stato fermato prima. E' andata bene, ma tutti avevano visto quel gruppo salire su quella cresta. Secondo il mio punto di vista queste cose devono avere un minimo di prevenzione, anche per l' incolumità pubblica» ripete a tutti Enrico Bencini. E' stato lui, dalla seggiovia, tra i primi a dare l' allarme. Comunque siano andate le cose, la zona dove si è verificato il distacco, non è particolarmente a rischio valanghe, ma ieri in valle di Susa, alle ore 12 la colonnina del termometro a 2000 metri sfiorava i 10 gradi all'ombra.

«Sono stati degli incoscienti, anche un bambino capisce che in quelle condizioni fare del fuoripista è una follia, la neve stacca anche nel bosco. Così si mette anche a rischio la vita degli gli altri - sbotta Marco Chiaranza, esperto sciatore e da sempre villeggiante a Sauze d'Oulx -. Proprio qui a Sauze circa dieci anni fa uno sciatore genovese morì investito da una slavina staccata a monte da un altro sciatore che non fu mai trovato».


LaStampa

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