TORINO - S’è lanciato dal balcone dal nono piano, stringendo al petto il suo bimbo di neanche due anni. È accaduto giovedì sera alle 17,30 a Costanza, in Romania, in un quartiere residenziale.
L’omicida-suicida è un imprenditore torinese di 58 anni, Giuseppe Finocchiaro, titolare della New International Tours di Nichelino. Prima di lanciarsi nel vuoto aveva accoltellato all’addome e alla gola la sua compagna, la romena Felicia Tiron, 36 anni. Secondo una prima ricostruzione della polizia locale, i due - poco prima del gesto - avevano violentemente litigato. Il padre voleva dare l’acqua del rubinetto al piccolo, lei era contraria. La discussione è degenerata subito sui veri temi di un dissidio che da tempo aveva esasperato i loro rapporti, ormai sempre più tesi.
Così, in preda all’ira e al desiderio di portare a termine un’atroce vendetta contro la madre, già gravemente ferita, Finocchiaro ha afferrato il bimbo e s’è lanciato nel vuoto. I corpi si sono schiantati sul marciapiede di una strada affollata, con i passanti increduli e sconvolti di fronte a uno spettacolo semplicemente orribile. I vicini hanno fatto in tempo a sentire le urla della madre, colpita al fegato e ai polmoni: «Aiutate mio figlio, vuole ucciderlo...». Troppo tardi. La donna era riuscita a trascinarsi fuori, sul balcone, un attimo prima che il suo compagno scavalcasse la ringhiera e si lasciasse cadere, con il corpicino del suo bimbo avvolto in una coperta.
La donna ora è in gravi condizioni, nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Costanza. I medici l’hanno sottoposta a una lunga operazione e a una serie di trasfusioni di sangue. Nella notte è stata dichiarata fuori pericolo. È strettamente sorvegliata dagli infermieri e dai medici, assistita anche da una psicologa. Temono che non possa riprendersi dallo choc. Prima di entrare in sala operatoria, è riuscita a raccontare alla polizia quanto era accaduto nell’alloggio, acquistato a suo tempo dall’imprendintore che lo aveva intestato a lei.
Giuseppe Finocchiaro l’aveva conosciuta una decina di anni fa, a Torino. Sposato con un’italiana, aveva quattro figli già grandi, tre maschi e una femmina. Casa nel quartiere Mirafiori, a un passo dalla Fiat, l’azienda a Nichelino, a pochi chilometri di distanza. Il classico self-made man, che aveva costruito dal nulla - con l’aiuto dei familiari - un’impresa specializzata nell’autonoleggio di mini bus e pullman. Prima i concorsi pubblici per il trasporto degli alunni nelle scuole, poi un’idea geniale. Quella di organizzare delle linee bus tra Torino e la Romania. Nei tempi della prima ondata di immigrazione dell’Est, il successo fu notevole. Tariffe basse e i mezzi con il tutto esaurito.
Poi, negli ultimi tempi, i segni della crisi finanziaria. Questo aspetto, al vaglio dell’Interpol, è ancora molto confuso. Finocchiaro si era confidato con alcuni amici; avrebbe portato a termine, nel corso degli anni, investimenti in Romania finiti «in un disastro». L’imprenditore avrebbe così contratto debiti non solo con le banche ma anche con privati. Era in preda all’angoscia e alla depressione. I detective, nell’alloggio arredato con cura e pieno di foto del piccolo e della famiglia, hanno trovato ricette firmate da medici torinesi, con le prescrizioni di psicofarmaci, soprattutto antidepressivi. Forse, nella decisione di uccidere se stesso e il bimbo, una parte importante potrebbe averla avuta la malattia, il disagio mentale che da tempo lo affliggeva. Ma i testimoni dicono anche che, in quella casa, le liti erano all’ordine del giorno e che i rapporti fra i due si stavano progressivamente deteriorando.
Finocchiaro avrebbe voluto vendere l’appartamento per far fronte ai creditori italiani che «lo perseguitavano». La convivente non era d’accordo, voleva difendere la casa dove viveva con il bambino.
A Torino, la famiglia, l’ex moglie e i figli, sono impietriti dal dolore. E anche da dolorosi rimpianti, per quel padre e marito che da anni oramai li aveva abbandonati per farsi una nuova vita.
LaStampa
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