PAVIA - Una famiglia di quattro persone, tra cui due bambini, è morta in seguito alle esalazioni di monossido di carbonio in un'abitazione di Landriano, in provincia di Pavia. Le vittime sarebbero di nazionalità egiziana.
La morte dei quattro risalirebbe ad almeno quattro giorni prima del ritrovamento dei loro cadaveri, avvenuto questa sera alle 18.30. La notizia ha subito destato enorme commozione a Landriano, un Comune di oltre 7 mila abitanti al confine tra le province di Pavia e Milano. Nel paese vivono e lavorano molti immigrati.
Il capofamiglia egiziano, regolarmente in Italia insieme alla moglie ed ai due figli, era muratore in un'azienda locale. La famigliola viveva in affitto in un appartamento a Landriano in via Cirano 9. A lanciare l'allarme sono stati alcuni parenti e amici, preoccupati dal fatto che da alcuni giorni non c'erano più notizie della famiglia. I carabinieri di Landriano si sono così recati sul posto insieme ad un equipaggio del 118 e dei Vigili del Fuoco. Non ricevendo risposta si è deciso di forzare la porta d'ingresso. All'interno c'erano i quattro cadaveri riversi sul pavimento.
Dalle testimonianze di alcuni vicini, la famiglia si era già lamentata per il malfunzionamento della caldaia e avesse chiesto l’intervento di un tecnico.
L’uomo è stato trovato riverso nella sala del bilocale di circa 60 metri quadrati in cui vivevano mentre la moglie e i due figli erano a letto. È probabile quindi che l’incidente sia avvenuto di notte con il capofamiglia che si è accorto di qualcosa, si è alzato ma ha perso poi i sensi senza riuscire a intervenire.
Questi i nomi delle vittime: il padre si chiama Mohamed El Sherif, la madre Sabah Ibrhem, incinta di otto mesi di una bambina, il figlio di 4 anni Alì e quello di 3 Abdalla.
Stava per cambiare casa la famiglia morta intossicata. Il piccolo appartamento di via Cirano non bastava più, ora che stava per nascere la terza figlia della coppia. Lo racconta Katia Soana, che abita nello stesso condominio della famiglia. La vicina è stata una tra le prima persone a entrare nell’appartamento degli El Sherif: «Ho sentito delle urla fortissime e sono scesa di corsa, per vedere se in qualche modo potevo essere d’aiuto e invece - racconta commossa - non c’era niente da fare».
A trovare la famiglia, secondo la testimone, sono stati alcuni amici egiziani, che li avevano cercati nei giorni scorsi senza trovarli e che oggi hanno deciso di controllare di persona se fosse loro successo qualcosa. Quando hanno bussato senza avere risposta, vedendo la luce accesa all’interno, hanno temuto il peggio e non hanno esitato a sfondare i vetri della porta per entrare. Erano le loro le grida di dolore sentite da Katia Soana, che ha visto per l’ultima volta la famiglia il primo gennaio. «Stavano uscendo tutti insieme, poi questa mattina andando al lavoro presto ho visto che c’era la luce accesa e ho pensato - racconta - che anche loro si stessero preparando». Soana ricorda con particolare affetto i due bambini, che giocavano spesso in cortile, e la mamma, «che non parlava molto bene l’italiano, ma non mancava mai di salutare tutti».
La morte dei quattro risalirebbe ad almeno quattro giorni prima del ritrovamento dei loro cadaveri, avvenuto questa sera alle 18.30. La notizia ha subito destato enorme commozione a Landriano, un Comune di oltre 7 mila abitanti al confine tra le province di Pavia e Milano. Nel paese vivono e lavorano molti immigrati.
Il capofamiglia egiziano, regolarmente in Italia insieme alla moglie ed ai due figli, era muratore in un'azienda locale. La famigliola viveva in affitto in un appartamento a Landriano in via Cirano 9. A lanciare l'allarme sono stati alcuni parenti e amici, preoccupati dal fatto che da alcuni giorni non c'erano più notizie della famiglia. I carabinieri di Landriano si sono così recati sul posto insieme ad un equipaggio del 118 e dei Vigili del Fuoco. Non ricevendo risposta si è deciso di forzare la porta d'ingresso. All'interno c'erano i quattro cadaveri riversi sul pavimento.
Dalle testimonianze di alcuni vicini, la famiglia si era già lamentata per il malfunzionamento della caldaia e avesse chiesto l’intervento di un tecnico.
L’uomo è stato trovato riverso nella sala del bilocale di circa 60 metri quadrati in cui vivevano mentre la moglie e i due figli erano a letto. È probabile quindi che l’incidente sia avvenuto di notte con il capofamiglia che si è accorto di qualcosa, si è alzato ma ha perso poi i sensi senza riuscire a intervenire.
Questi i nomi delle vittime: il padre si chiama Mohamed El Sherif, la madre Sabah Ibrhem, incinta di otto mesi di una bambina, il figlio di 4 anni Alì e quello di 3 Abdalla.
Stava per cambiare casa la famiglia morta intossicata. Il piccolo appartamento di via Cirano non bastava più, ora che stava per nascere la terza figlia della coppia. Lo racconta Katia Soana, che abita nello stesso condominio della famiglia. La vicina è stata una tra le prima persone a entrare nell’appartamento degli El Sherif: «Ho sentito delle urla fortissime e sono scesa di corsa, per vedere se in qualche modo potevo essere d’aiuto e invece - racconta commossa - non c’era niente da fare».
A trovare la famiglia, secondo la testimone, sono stati alcuni amici egiziani, che li avevano cercati nei giorni scorsi senza trovarli e che oggi hanno deciso di controllare di persona se fosse loro successo qualcosa. Quando hanno bussato senza avere risposta, vedendo la luce accesa all’interno, hanno temuto il peggio e non hanno esitato a sfondare i vetri della porta per entrare. Erano le loro le grida di dolore sentite da Katia Soana, che ha visto per l’ultima volta la famiglia il primo gennaio. «Stavano uscendo tutti insieme, poi questa mattina andando al lavoro presto ho visto che c’era la luce accesa e ho pensato - racconta - che anche loro si stessero preparando». Soana ricorda con particolare affetto i due bambini, che giocavano spesso in cortile, e la mamma, «che non parlava molto bene l’italiano, ma non mancava mai di salutare tutti».
IlMessaggero
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