Due uomini che non si erano mai conosciuti prima. Due uomini sofferenti di malattie mentali, ospiti di strutture sanitarie distanti l’una dall’altra decine di chilometri. Due uomini spariti nel nulla nel 2009, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Ora i cadaveri sono stati ritrovati. Il primo alcuni mesi fa, il secondo nei giorni scorsi. Smembrati, a pezzi, quasi scheletri. E nello stesso, identico posto. Un terrapieno a pochi metri dalla Dora, nelle campagne di Borgomasino, vicino a Ivrea.
Adesso indagano i carabinieri del nucleo operativo di Ivrea. Una coincidenza inquietante. È escluso che i corpi siano stati trasportati dal fiume; il boschetto è distante dall’acqua, in un’area sopraelevata, non sfiorata dal fiume, anche quando in piena. E allora? Un mistero, che il trascorrere delle ore si tinge di giallo.
Era di Alessandro Nizzia, 55 anni, il cadavere scoperto da due cacciatori, quasi per caso, nel pomeriggio di sabato, tra la fitta nebbia delle campagne di Borgomasino. Il corpo in decomposizione, scomposto in modo strano, con le membra sparse sul terreno fangoso. Nizzia, secondo la prima ricostruzione, si era allontanato dalla «Casa dell’ospitalità» di Ivrea, una comunità alloggio per pazienti psichiatrici, il 30 novembre del 2009.
Il fratello Piero, fotografo di Valperga, aveva presentato immediatamente una denuncia di scomparsa alla polizia di Ivrea. Per un paio di giorni gli agenti del commissariato eporediese, anche con l’aiuto dell’elicottero e della protezione civile, lo cercano sulle sponde della Dora. Tutto inutile. Il 55enne era scomparso nel nulla.
Prima coincidenza: Nizzia scompare due giorni dopo il ritrovamento, sempre nelle campagne di Borgomasino, dei resti in decomposizione di Ezio Lanzarone, 51 anni. Un altro malato psichiatrico, scomparso il 21 luglio del 2009 dalla struttura sanitaria «Villa San Secondo» di Moncrivello, un paese della provincia di Vercelli che si trova a pochi chilometri da Borgomasino.
Seconda coincidenza: i due cadaveri, spiegano gli inquirenti, sono stati rinvenuti a poca distanza l’uno dall’altro. Quello di Lanzarone in regione Chiarello, quello di Nizzia in regione Girone. Due grandi aree agricole che distano, tra loro, meno di trecento metri, che possono essere raggiunte solo da persone che conoscono bene la zona.
Il fratello di Lanzarone, Sergio, residente nel Milanese, aveva tappezzato i Comuni del Canavese con la foto dello scomparso. Nell’estate del 2009 arrivarono diverse segnalazioni, anche grazie alla trasmissione «Chi l’ha visto?». Persone che avrebbero visto Ezio a Castellamonte, Feletto e Vestigné. Sembravano segnalazioni attendibili. Invece il corpo del 51enne, a fine novembre, viene trovato da un agricoltore a Borgomasino. Alle 4 del pomeriggio di un sabato. Stessa ora e stesso giorno del ritrovamento del corpo di Nizzia. Terza coincidenza.
La conferma che il cadavere ritrovato sabato scorso è di Nizzia è arrivata ieri mattina dopo i primi esami esterni effettuati alla medicina legale di Strambino. In una tasca dei pantaloni, infatti, è stato rinvenuto un frammento di un documento che conferma l’identità. E i brandelli di indumenti ancora sul corpo decomposto, corrispondono alla descrizione degli abiti indossati dall’uomo al momento della scomparsa. Il cadavere di Nizzia era devastato dalla decomposizione e, probabilmente, anche dagli animali. O da qualche altro fattore, ora al centro dell’indagine.
Di Lanzarone, invece, venne ritrovata solo una parte del cadavere, il busto e le gambe. L’esame del Dna, a luglio del 2010 (sette mesi dopo il ritrovamento) ha confermato l’identità di Lanzarone effettuando una comparazione con il Dna del fratello. E ora sono stati riaperti i fascicoli di altri pazienti psichiatrici scomparsi negli ultimi anni, nel Canavese. Qualcosa, in questo noir avvolto dalla nebbia, non torna.
LaStampa
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