Tutti a letto, tosse, febbre alta, raffreddore, mal di testa. Il Piemonte è la regione che ha più ammalati di influenza in Italia. Lo dicono i dati della sorveglianza epidemiologica dell'Istituto sanitario di sanità che rivelano un'incidenza, nella settimana dal 27 dicembre al 2 gennaio, dell'11,63 per cento nella nostra regione, mentre la Liguria, al secondo posto per numero di casi, non va oltre una percentuale del 6,71 per cento.
In particolare, la sindrome influenzale quest'anno si è accanita particolarmente sui bimbi più piccoli, quelli da 0 a 4 anni, una fascia che supera il 32 per cento, mentre la Regione che segue a ruota, la Provincia autonoma di Trento, si ferma al 26. Molto alti restano anche i malati nella fascia fra i 5 e i 14 anni, oltre il 30 per cento di incidenza, mentre fra gli over 65, la popolazione più protetta dal vaccino, i casi sono pochi. Il picco più alto è previsto comunque per fine gennaio- inizio di febbraio anche se in questi giorni sono 400-500 mila i piemontesi influenzati.
Il dato è raccolto attraverso i medici sentinella nelle regioni che hanno attivato la sorveglianza ed è espressa per numeri di sindromi influenzali per mille assistiti per settimana. Le cifre pubblicate ieri sul sito dell'Istituto superiore di sanità che riguardano l'ultima settimana non indicano una situazione casuale. Anche nella settimana precedente il Piemonte era al primo posto in Italia per incidenza di casi.
Per i pediatri l'attività è a ritmi serrati, considerata anche la riduzione di medici nel periodo delle feste.
Nico Sciolla, segretario regionale della Fimmp, la Federazione dei medici pediatri, conferma le difficoltà di questi giorni: "Evidentemente l'influenza è partita al Nord e dalla nostra regione e i bambini hanno fatto tempo ad infettarsi prima che le scuole chiudessero. Di qui il picco di quest'ultima settimana". Era già successo l'anno scorso con l'H1n1, arrivata in anticipo rispetto agli anni precedenti, chiarisce ancora il pediatra. Cinque giorni di febbre sono la normalità, quindi il consiglio è evitare la tentazione di prendere antibiotici: "Non servono a nulla", ribadisce Sciolla.
In particolare, la sindrome influenzale quest'anno si è accanita particolarmente sui bimbi più piccoli, quelli da 0 a 4 anni, una fascia che supera il 32 per cento, mentre la Regione che segue a ruota, la Provincia autonoma di Trento, si ferma al 26. Molto alti restano anche i malati nella fascia fra i 5 e i 14 anni, oltre il 30 per cento di incidenza, mentre fra gli over 65, la popolazione più protetta dal vaccino, i casi sono pochi. Il picco più alto è previsto comunque per fine gennaio- inizio di febbraio anche se in questi giorni sono 400-500 mila i piemontesi influenzati.
Il dato è raccolto attraverso i medici sentinella nelle regioni che hanno attivato la sorveglianza ed è espressa per numeri di sindromi influenzali per mille assistiti per settimana. Le cifre pubblicate ieri sul sito dell'Istituto superiore di sanità che riguardano l'ultima settimana non indicano una situazione casuale. Anche nella settimana precedente il Piemonte era al primo posto in Italia per incidenza di casi.
Per i pediatri l'attività è a ritmi serrati, considerata anche la riduzione di medici nel periodo delle feste.
Nico Sciolla, segretario regionale della Fimmp, la Federazione dei medici pediatri, conferma le difficoltà di questi giorni: "Evidentemente l'influenza è partita al Nord e dalla nostra regione e i bambini hanno fatto tempo ad infettarsi prima che le scuole chiudessero. Di qui il picco di quest'ultima settimana". Era già successo l'anno scorso con l'H1n1, arrivata in anticipo rispetto agli anni precedenti, chiarisce ancora il pediatra. Cinque giorni di febbre sono la normalità, quindi il consiglio è evitare la tentazione di prendere antibiotici: "Non servono a nulla", ribadisce Sciolla.
Repubblica
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