venerdì 14 gennaio 2011

REFERENDUM, "LE NUOVE MOSCHEE? DECIDANO I CITTADINI"


TORINO - «Un’altra moschea? Ennò mieri cari, qui finisce come avevo detto l’anno scorso, ne avremo una per quartiere: dobbiamo assolutamente fare qualcosa». Il capogruppo regionale del Carroccio Mario Carossa non nasconde la sua preoccupazione: quella «Dia» che qualcuno dei Lavori Pubblici gli ha segnalato (Carossa è geometra, ha molti amici nell’ambiente), ovvero la «dichiarazioni di inizio attività» consegnata qualche settimana fa alla divisione Urbanistica del Comune non lascia dubbi: in via Mottarone, a ridosso di corso Vercelli, estrema periferia di Barriera, nascerà una nuova moschea. Più grande di quella di via Urbino - per la quale il Comune ha concesso il 30 dicembre scorso un definitivo via libera ai lavori - una superficie di circa 600 metri quadri, con un grande spazio incontri riservato alla preghiera, ma anche questa priva di minareto. A chiedere al Comune di trasformare questo vecchio magazzino in un luogo di culto sarebbe l’associazione «Casa di famiglia» dell’imam Mohamed Bahreddine, che avrebbe idea di andare oltre il concetto di moschea «creando un vero e proprio centro culturale».

Nonostante l’assessore alle Politiche per l’Integrazione Ilda Curti non abbia ricevuto nessuna notizia in merito e ieri si sia limitata a commentare: «I musulmani esistono che piaccia o meno alla Lega e hanno diritto di pregare. Inutile nascondere la testa sotto la sabbia». Parole che alla Lega proprio non vanno giù, al punto che stanno preparando un referendum: «Un fatto inaccettabile - ribatte Carossa - io non credo all’Islam moderato e mai sarò d’accordo sulla costruzione delle moschee sul nostro territorio. Noi ci batteremo con tutte le nostre forze contro l’islamizzazione di Torino. E, insieme con il capogruppo della Lega Nord in Comune Mario Brescia e al consigliere del Carroccio Antonello Angeleri, dichiara: «Abbiamo pronta la mozione per proporre il referendum: vogliamo che il Comune blocchi queste realizzazioni fino a che i torinesi non si saranno espressi in merito».

Aggiunge il capogruppo del Pdl in Comune Daniele Cantore, insieme con Giampiero Leo consigliere regionale dello stesso schieramento: «Ben venga un referendum. I momenti di consultazione e coinvolgimento della cittadinanza rappresentano un importante parametro di cui la politica e le istituzioni devono tener conto, ma prima ancora va avviato un confronto tra Prefettura, enti locali, Diocesi ed esponenti della comunità musulmana per stilare insieme un codice per la vera integrazione che favorisca la convivenza».

E sempre al tema integrazione - che pare proprio diventerà uno dei temi cardine della prossima campagna elettorale, ieri Agostino Ghiglia (An-Pdl) si è scagliato contro la campagna del Comune a favore di una società multietnica: «Se vogliamo far crescere dei "Nuovi Italiani" dobbiamo innanzitutto applicare la quota massima del 30% di bambini stranieri per ogni classe affinché nessuno rimanga indietro. E’ indispensabile, inoltre, creare - come chiediamo da anni - una Commissione Comunale per l’integrazione, finalizzata a razionalizzare e coordinare spese ed iniziative; come sportello di ascolto e denuncia per le mille situazioni di un Garante per le donne e i minori stranieri».


LaStampa

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