giovedì 3 marzo 2011

MOLINETTE, A CARDIOCHIRURGIA SICUREZZA DEI PAZIENTI A RISCHIO


LA CARDIOCHIRURGIA delle Molinette è al capolinea. Dopo anni e anni di richieste di intervento da parte di Mauro Rinaldi e del personale che ci lavora, alcuni incidenti che si sono verificati negli ultimi giorni hanno decretato che non è più possibile rimandare la ristrutturazione delle sale operatorie e della terapia intensiva. L’ultimo, nella notte tra martedì e mercoledì, quando un sistema di aspirazione portatile — un apparecchio che serve sia per broncoaspirare i pazienti sia per il drenaggio degli operati — ha preso fuoco ed è stato portato immediatamente fuori dal reparto, lontano dai malati.

Qualche settimana prima: «Il 21 gennaio — scrive un operatore della terapia intensiva — durante il turno notturno, quando si è verificata la necessità di broncoaspirare un paziente, si è scoperto che l’apparecchio a muro non funzionava e il problema riguardava tutti i bocchettoni, più quelli delle due sale operatorie. Dal 21 gennaio, a distanza di un mese, la rianimazione e le due sale continuano a svolgere l’attività a pieno regime con ogni unità fornita di aspiratore portatile (uno di quelli che ha preso fuoco la scorsa notte)».

Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza segnala ancora: «Già da tempo la lettura della traccia elettrocardiografica del monitor paziente in sala operatoria risulta inaffidabile a causa di interferenze elettriche, le porte della sala ad apertura automatica possono essere aperte solo manualmente, con rischi di contaminazione e rallentamenti in caso di urgenza, la copertura del pavimento presenta squarci con problemi al trasporto delle barelle e per le pulizie, le scatole elettriche sono dotate di coperture provvisorie».

«È una vergogna — dice Mauro Rinaldi — sono anni che chiediamo di intervenire, continuiamo a lavorare in condizioni assurde, qui tra qualche mese crolla tutto, altro che Molinette 2». Il direttore generale, Emilio Iodice, e il suo staff, non appena insediati, hanno inviato una richiesta di finanziamento alla Regione, per sei milioni e mezzo di euro, che dovrebbero servire per ristrutturare sale operatorie e terapia intensiva. La speranza è che la loro richiesta trovi maggior seguito in assessorato di quella che aveva fatto Giuseppe Galanzino, qualche mese prima di lasciare il posto di direttore generale e che non aveva avuto risposta.

«In una situazione come questa il rischio è gravissimo sia per i malati che per gli operatori — dice Franco Cartellà, rappresentante Cgil alle Molinette — non si può più andare avanti in questo modo, ma al tempo stesso l’ospedale non può permettersi di perdere la cardiochirurgia». In effetti, le denunce dei lavoratori, parlano di una reparto dove l’incidente è sempre dietro l’angolo. «Abbiamo approvato un primo intervento d’emergenza per il ripristino degli aspiratori — spiega il direttore sanitario Roberto Arione — nell’attesa che arrivino i finanziamenti per una ristrutturazione dell’intero reparto. L’idea è di rifare le sale operatorie con le più moderne tecnologie, sale che siano all’avanguardia e che servano anche da appoggio per tutte le altre chirurgie in caso di necessità. Speriamo che l’autorizzazione arrivi presto».


Repubblica

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