mercoledì 11 maggio 2011

ALLARME MOLINETTE, QUATTRO INFETTATI IN TERAPIA INTENSIVA


TORINO - Che cosa sta accadendo nel reparto di terapia intensiva della cardiorianimazione alle Molinette?

Da un anno a questa parte alcuni dipendenti che ci lavorano cadono malati. Tutti presentano la stessa patologia: pericardite; un’infezione che colpisce l’involucro del cuore, il pericardio appunto, creando difficoltà respiratorie, violenti dolori all’altezza del petto, tosse stizzosa.

Per adesso i casi sono quattro, tre infermieri e un medico. Per tre di loro la malattia pare già conclamata, l’ultimo invece sta effettuando ora le analisi ma i sintomi fanno pensare a un quarto episodio. I sindacati sono preoccupati. Francesco Cartellà della Cgil e Daniele Baldinu del sindacato autonomo Fials chiedono all’azienda di intervenire: «La particolare concentrazione di pericarditi in un unico comparto è allarmante. L’azienda deve agire e verificare se ci possono essere delle cause scatenanti. Insomma, la gente non può venire al lavoro per ammalarsi, senza contare i malati, soggetti particolarmente fragili, che potrebbero essere sottoposti agli stessi agenti».

Indagine che potrebbe non essere facile. La pericardite può colpire per svariate ragioni, ha carattere stagionale e i soggetti giovani sono più più a rischio. E tuttavia resta il dato statistico: una coincidenza che nessuno si sogna di liquidare come tale senza un approfondimento.

Il reparto in questione da qualche giorno è chiuso. Di recente i carabinieri del Nas insieme ai tecnici dello Spresal (la sezione che si occupa di sicurezza sul lavoro dell’Asl) hanno effettuato controlli nel reparto e nel blocco operatorio di cardiochirurgia riscontrando svariati problemi: pavimenti dissestati, aspiratori insufficienti per il numero di pazienti, porte che non chiudevano. All’azienda sono state comunicate alcune prescrizioni per mettere i locali a norma e le Molinette hanno deciso prudentemente di spostare la terapia intensiva dal terzo al quinto piano e il blocco operatorio al posto di terapia toracica, sempre al quinto piano, per poter effettuare i lavori.

Le pericarditi potrebbero essere dovute al contatto con i pazienti, ma è anche vero che l’indagine condotta dai Nas su incarico del sostituto procuratore Raffaele Guariniello ha rilevato ritardi nella sostituzione dei filtri. In particolare quelli del reparto pare fossero gli stessi dal 2009, quando i protocolli prevederebbero una loro sostituzione ogni sei mesi. Il nesso causale tra i filtri e le pericarditi è azzardato e solo un’indagine di carattere medico potrebbe valutarla, indagine che non è ancora stata effettuata.

Il primo dipendente colpito dall’infezione risale al gennaio 2010. Per cinque mesi non ha saputo che cosa avesse. Solo a maggio, dopo esami specifici, gli è stata diagnosticata la pericardite. Il secondo caso si è invece verificato nel 2011 e due mesi dopo, il terzo. Il quarto caso è recente. «Un’indagine conoscitiva è necessaria - ribadiscono i sindacati - Se non altro per eliminare la possibilità che si verifichino altri casi».

Il problema dei filtri negli ospedali non è nuovo. Anni addietro lo stesso Guariniello aveva indagato sui casi di aspergillo mentre nel 2007, dopo il caso di otto madri ricoverate con infezioni a seguito di un parto avvenuto con taglio cesareo al Sant’Anna, la direzione sanitaria aveva ordinato una disinfestazione straordinaria della sala operatoria e la sostituzione anticipata di tutti i filtri nell’impianto di aria condizionata.


La Stampa

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