lunedì 9 maggio 2011

MELANIA MI DISSE: "LASCIA MIO MARITO", PARLA LA SOLDATESSA


ASCOLI - Glielo aveva promesso tante volte, senza mai però farlo, ma quella sera di domenica 17 aprile, al telefono, il caporal maggiore Salvatore Parolisi, 30 anni, sfoderò un tono più convincente del solito con Francesca, 27 anni, sua ex allieva alla caserma di Ascoli con la quale da due anni aveva in piedi una relazione extraconiugale «importante, forte e impetuosa» come la stessa soldatessa ha rivelato agli inquirenti. «Sì, sì, stai tranquilla, dirò a Melania che è finita, che è meglio lasciarci, domani lo faccio...» chiuse la telefonata l'uomo.

Ma quel «domani» era il 18 aprile e il piccolo mondo di Salvatore, della moglie Carmela Rea, detta Melania, 29 anni, e della loro figlia Vittoria di 18 mesi, così come quello del caporale Francesca, che su quel soldato sposato aveva costruito un castello di sogni, andò in frantumi, precipitando in un abisso di dolore e sospetti. Melania, poco dopo le 15 di quel giorno, scomparve all'improvviso. Per due giorni un esercito di uomini la cercò tra i boschi che fanno da cerniera tra Ascoli e Teramo. E quando la trovarono, il 20 aprile, l'unica cosa che restava da fare era l'autopsia su quel povero corpo martoriato da una ventina di coltellate, una siringa conficcata sotto il seno sinistro, un'incisione nella coscia simile ad una svastica.

Avere un'amante non significa essere un assassino. Ma è indubbio che in un delitto come questo, dove la pista passionale è sempre stata la più battuta, scoprire che il marito della vittima ha una doppia vita è tutto fuorché un dettaglio da poco. Salvatore, che di cose da chiarire ne ha già tante (la sua versione sulla scomparsa della moglie presenta lacune e discordanze di tempi), di questa relazione clandestina aveva parlato con gli inquirenti in maniera piuttosto sbrigativa. Ne aveva fatto cenno, liquidandola come «una scappatella di breve durata, una cosa lontana...». A sentire Francesca, la sua amante, non è affatto così. La donna, che il giorno della scomparsa di Melania si trovava in caserma a Lecce, ha squadernato di fronte agli inquirenti il racconto di «un amore vero, importante», la storia di due persone che progettano una vita insieme. «Melania - ha affermato Francesca - sapeva della nostra relazione e aveva capito benissimo che non era la solita avventura. Mi ha telefonato due volte, cercando di convincermi a lasciar perdere suo marito...».


Tentativi inutili. I due amanti, finché hanno potuto, si sono frequentati di nascosto. «E anche quando eravamo lontani - ha detto la soldatessa -, ci sentivamo di continuo». Francesca descrive Salvatore come «un uomo innamorato, pronto a lasciare Melania, anche dopo che è nata la bambina». Il caporal maggiore aveva chiesto e ottenuto il trasferimento dalla caserma «Clementi» di Ascoli a quella di Sabaudia, città dove risiede l'amante. La partenza era prevista a breve, ai primi di giugno. Da qui, l'insistenza di Francesca perché l'uomo chiarisse una volta per tutte la situazione con la moglie. «A Melania - ha raccontato la soldatessa -, Salvatore non avrebbe dovuto dire che si separava per un'altra donna, ma solo che era meglio chiudere perché non andavano più d'accordo: non voleva farla soffrire...». Chissà se quel lunedì 18 aprile il caporal maggiore ha davvero comunicato a Melania l'intenzione di separarsi. E se l'ha fatto, qual è stata la reazione della moglie. I due, a sentire Salvatore, si trovavano a Colle San Marco per una scampagnata. «Poi Melania è andata in bagno e non l'ho più vista...» ha raccontato il militare. Ma non ci sono conferme. Prima che l'uomo desse l'allarme sono passati almeno 50 minuti. Il cadavere della donna è ricomparso due giorni dopo in una pineta spesso utilizzata dai militari per le esercitazioni. Salvatore, mentre gli inquirenti cercavano tracce e reperti, ha sentito l'urgenza di far sapere che «in quel luogo mi sono appartato con Melania 10 giorni prima della scomparsa». Poi è partito per Somma Vesuviana da dove continua a ripetere «di non aver nulla da nascondere». A giorni sarà risentito dai magistrati di Ascoli. Michele, fratello di Melania, gli crede: «L'ho guardato negli occhi: prova il nostro stesso dolore...».


Corriere

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