martedì 3 maggio 2011

EX BERTONE, I LAVORATORI ALLE URNE, LA FIOM VERSO IL "SI"


TORINO - Con la mossa del cavallo le Rsu della Fiom della ex Bertone hanno dato indicazione ai lavoratori di votare Sì al referendum sul piano Fiat. Se, come è ovvio, il Sì prevarrà firmeranno il documento aziendale. Subito dopo si dimetteranno per chiedere ai lavoratori una verifica del loro mandato poiché i delegati ritengono di non essere riusciti a ottenere un accordo che tuteli «il lavoro, la dignità, i diritti». Le nuove elezioni per le Rsu si dovrebbero tenere in un mese.

I lavoratori hanno votato, come sempre in questa fabbrica, in massa: nel primo giorno sono andati al seggio in 745, il 68,53%, di cui i 108 in comando distacco alla Sevel. Il colpo di scena si è consumato in una assemblea affollata e a tratti commossa. Il copione di Pomigliano e Mirafiori, dunque, non si ripete, anche se ai delegati Fiom la proposta della Fiat non piace. Ma dopo otto anni di difesa della fabbrica hanno preferito «non farci dividere tra chi vota Sì a un modello autoritario, per necessità, e chi giustamente lo respinge». La Fiom, come sindacato territoriale non ha cambiato idea e neppure l’ha cambiata il segretario generale, Maurizio Landini, che ieri era in assemblea.

Ma nell’organizzazione c’è qualche riserva: il membro di segreteria, Sergio Bellavita - il responsabile dell’Ict che fa riferimento all’area di Sinistra Critica di Turigliatto - ritiene che la scelta delle Rsu sia fuori dalle decisioni del comitato centrale e chiede la convocazione del parlamentino. Anche Augustin Breda, coordinatore nazionale di “Lavoro società cambiare rotta” attacca la decisione. E il segretario Landini ribatte: «C’è un comitato centrale convocato per metà maggio, la Fiom discute sempre su tutto. Ma le decisioni di quelle Rsu non sono fuori da quanto già deciso».

Il responsabile auto Fiom, Giorgio Airaudo, spiega: «I delegati con la loro indicazione di voto, hanno scaricato la pistola del ricatto Fiat spiazzando quasi tutti, ma non noi». E sicuramente molti tra coloro che aspettavano uno scontato remake un po’ spiazzati sono stati. Il segretario Uilm, Rocco Palombella legge nella decisione dei delegati «lo scollamento tra le posizioni della dirigenza e quelle della base; è evidente e c’era da aspettarselo». Prosegue: «Il bilancio dei metalmeccanici della Cgil sul fronte dei risultati è estremamente negativo. Una grande organizzazione deve essere responsabile». Stessa posizione del segretario Fim, Giuseppe Farina: «C’è una lenta, ma inesorabile divaricazione tra il buon senso della base e le posizioni dei dirigenti nazionali della Fiom. Il gruppo dirigente è refrattario a buon senso e razionalità».

Di solito è polemico. Ma ieri il segretario Fismic, Roberto Di Maulo, è stato conciliante: «E’ un atto di responsabilità importante e apprezzabile: dimostra che la lotta di questi anni dei lavoratori non può e non deve andare sprecata. Dopo tante divisioni finalmente un atto unitario che viene dalle Rsu e non dalle organizzazioni sindacali».


La Stampa

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