sabato 21 maggio 2011

ANNEGA A 11 ANNI NELL'ACQUA GELIDA DEL TORRENTE SANGONE


COAZZE (TORINO) - Si è tuffato nel torrente per cercare un po’ di refrigerio in un pomeriggio insolitamente caldo. O forse è scivolato in acqua, mentre giocava con in suoi amichetti in riva al Sangone. Sulla dinamica le versioni dei testimoni sono ancora discordanti. Quel che è certo è che un ragazzino ghanese di 11 anni, Mark Aido, è morto annegato ieri pomeriggio verso le 16 in una pozza del torrente, poco al di fuori del centro abitato di Coazze. Una tragedia che ha lasciato attonito l’intero paese, dove il ragazzino africano viveva da quattro anni in compagnia dei genitori della sorella maggiore Roda, di 16 anni.

Mark era uscito di casa dopo aver pranzato e aveva raggiunto la piazza principale per incontrarsi con gli amici. Il gruppetto si è avviato a piedi verso il torrente, che passa alla periferia della cittadina: per raggiungere le sponde del Sangone i ragazzini sono passati tra i ruderi dell'antica fabbrica tessile Defernex e hanno raggiunto una zona accidentata, con sentieri invasi dai rovi. Non era la prima volta che gli amici andavano da quelle parti, ma ieri il torrente era particolarmente impetuoso a causa del disgelo della neve in alta montagna, sul massiccio dell’Orsiera Rocciavrè.

E qui le testimonianze dei compagni di gioco sono discordanti: secondo alcuni, Mark si sarebbe avvicinato troppo all'acqua, scivolando nella ripida cascata. Secondo altri il ragazzino si sarebbe tolte le scarpe da ginnastica e la maglia e si sarebbe buttato in acqua per fare il bagno. Comunque sia andata, dopo pochi istanti Mark ha cominciato ad annaspare, forse a causa della temperatura freddissima del rio. Alcuni del gruppo avrebbero tentato di soccorrerlo, ma ogni tentativo è stato vano. La forza della corrente lo ha trascinato in una caverna sotto una gran roccia.

I compagni hanno subito chiamato i vigili del fuoco con un telefonino e in breve tempo sono arrivati un elicottero e gli uomini del soccorso alpino della Val Sangone. Gli operatori dell’eliambulanza hanno tentato di calarsi con il verricello, ma non sono riusciti ad individuare il ragazzino. Poco dopo, si sono immersi i sommozzatori dei vigili del fuoco, assistiti dai colleghi di Giaveno. Il corpo di Mark Aido è stato individuato in una profonda nicchia fra le rocce ed è stato subito chiaro che ci sarebbe stato poco da fare per salvarlo. È stato portato in superficie, dove il personale medico del 118 ha provato in tutti i modi a rianimarlo. Niente da fare.

Il decesso potrebbero essere stato causato da una congestione, prima ancora che dall’annegamento, proprio a causa dell’acqua gelata. Sarà comunque l'autopsia a stabilire le cause della morte di Mark. Il corpo del povero ragazzino è stato trasportato all'ospedale di Avigliana e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Beppe Ostorero, consigliere comunale di Giaveno, è stato tra i primi a giungere sul posto della disgrazia. «Gli altri ragazzi erano in preda al panico, tentavano di raccontare ciò che era accaduto ma molti di loro non riuscivano neppure a parlare». Una ragazzina di 14 anni si è sentita male ed è stata ricoverata sotto choc in ospedale. Il sindaco di Coazze, Paolo Allais, non riesce a darsi pace: «Mi pare impossibile che Mark abbia fatto una fine così brutta. Era un ragazzino gioviale, pieno di vita, che scorrazzava per Coazze con la sua bicicletta».

In paese lo ricordano come un bambino educato e sempre allegro. Frequentava la prima media, nella classe 1ª B, e uno dei suoi compagni, Lorenzo, racconta: «Eravamo amici fin dalla classe terza elementare, quando è arrivato a Coazze dal Ghana. In poco tempo siamo diventati amici, ma grazie al suo carattere si era integrato rapidamente anche con gli altri scolari e con le maestre».


La Stampa

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