venerdì 27 maggio 2011

PROTESTE AL LICEO, CANTI FASCISTI NELL'ORA DI MUSICA


CHIERI (TORINO) - Giovinezza, Faccetta Nera, Inno a Roma. Non è la scaletta di un ritrovo per balilla nostalgici, sono i canti selezionati per le lezioni del liceo linguistico di Chieri. Fatti ascoltare in classe tra lo stupore degli studenti.

Non c'è pace per l'Augusto Monti: 1300 allievi inseriti nel campus scolastico di via Montessori, alle porte della città. Non bastavano le polemiche per il muro, che il preside avrebbe voluto costruire per dividere i suoi ragazzi da quelli dell’istituto gemello, che sorge a pochi metri di distanza. Adesso arrivano anche le canzoni di mussoliniana memoria, presentate dal professore di musica. Lui, Davide Cantino, 52 anni, da alcuni giorni non si presenta a scuola. Docente dell’Istituto tecnico Pascal di Giaveno, completa il suo piano ore insegnando a Lanzo e Chieri.

«E’ in malattia» confermano dalla scuola, ma si sa anche che l’insegnante ha già presentato una lettera di dimissioni. Un gesto che arriva troppo tardi per spegnere il clamore delle ultime lezioni. Gli alunni disorientati, si sono rivolti al dirigente scolastico, Salvatore Perna. I genitori, arrabbiati, hanno chiesto a loro volta spiegazioni. Il caso è uscito dalle mura scolastiche, diretto in municipio: i consiglieri del Partito Democratico hanno presentato un'interrogazione, perché l'episodio venga chiarito in Consiglio comunale.

Come si sono svolte le lezioni lo spiega Diego Portogallo, quindici anni, rappresentante di classe. «Il prof è arrivato a scuola con dei dischi, contenevano i canti fascisti». Gli studenti hanno ascoltato i brani e analizzato i testi. «Ci è sembrata una cosa strana. L’anno scorso avevamo esaminato le musiche di Bach e Rossini. Non ci sono state date motivazioni sul cambio di genere, e non ci è stato chiesto di studiare le canzoni».

Gli studenti sono tornati a casa confusi, e hanno tempestato di domande i genitori. «Siamo tutti sorpresi da questa storia - conferma Massimo Gaspardo Moro, rappresentante dei genitori - Davvero non capiamo l'importanza musicale di Giovinezza o Faccetta nera. Era proprio il caso di portarli a lezione?»

Il preside Perna prova a chiarire la vicenda. «Non voglio difendere il professore, ma la libertà d’insegnamento. Non credo che il fine di queste lezioni sia stato quello di esaltare l'ideologia fascista». Come a dire che Cantino non ha infranto nessuna regola. «Bisogna anche tenere conto di come sono nate quelle canzoni. Giovinezza, prima di diventare l'inno del Fascismo, era un semplice canto universitario. Lo intonavano persino gli alpini durante la campagna di Libia».

Anche il preside, tuttavia, ammette che qualche perplessità è venuta anche a lui, e parla di scelta inopportuna. «Forse quel che è mancato è il buon senso, in un contesto per certi versi già difficile». Perché il prof Cantino e i suoi allievi sono già ai ferri corti da mesi. «E' arrogante è irrispettoso» sostengono i ragazzi, che già a marzo avevano chiesto l'intervento degli altri insegnanti. «In quell’occasione io e il docente di musica ci eravamo chiariti» insiste Perna. «Le cose sembravano andare meglio. Oggi la situazione è nuovamente precipitata».

Adesso i canti fascisti saranno oggetto di discussione in Consiglio. «Tutta questa storia deve essere chiarita. In primo luogo per gli studenti, che non devono essere confusi da ricostruzioni storiche sommarie» conferma Manuela Olia, capogruppo Pd. «Al Comune non competono certo i programmi di insegnamento, ma non possiamo far cadere nel silenzio un fatto così grave».


La Stampa

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