domenica 29 maggio 2011

SCANDALO SANITA', COSI' "GAMBARINO" ELIMINAVA I SOGGETTI SCOMODI


TORINO - Disposto a tutto. Pur di limitare il ruolo di onesti e diligenti ispettori dello Spresal - il Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro presente in tutte le Asl - Piero Gambarino, braccio destro dell’assessore alla Sanità regionale (da due giorni senza deleghe) Caterina Ferrero, non ha esitato a «silurare» chi si limitava a svolgere il proprio dovere.

Incurante del mancato rispetto delle norme di sicurezza a tutela dei lavoratori. Sull’ordinanza cautelare si legge che molte persone, anche del mondo politico, contavano perché «intervenisse riconducendo a più miti consigli la polizia giudiziaria che si occupava di prevenzione» degli incidenti sul lavoro. In una conversazione telefonica intercettata dagli inquirenti si sente Gambarino vantarsi, con l’assessore, di avere «risolto già cinque o sei casi».

E, come se non bastasse, l’alter ego della Ferrero ha tagliato la strada anche a chi non gli aveva creato direttamente problemi, ma doveva comunque essere «bloccato» per non sollevare sospetti. La consigliera regionale Pdl Rosanna Valle telefona a Gambarino per protestare contro i controlli effettuati dallo Spresal alla ditta di un amico. Gambarino non si limita a vietare la qualifica di polizia giudiziaria all’ispettrice Claudia Ferrara, colpevole d’aver lavorato onestamente, ma fa anche togliere la carica già assegnata a Silvia Nobile, del Verbano Cusio Ossola.

Le intercettazioni in merito sono inequivocabili. Gambarino non riesce a intervenire direttamente sulla direttrice Spresal dell’Asl 1, Annalisa Lantermo, ritenuta intoccabile «perché è comandata dalla procura... è la consulente di Guariniello... ed è pure di area Rifondazione». Preferisce allora fare pressione su Michela Audenino, dirigente regionale del settore vigilanza, dipendente direttamente dalla struttura dell’assessore e «di fatto gestita dall’indagato». Audenino non è indagata ed è descritta dalle Fiamme Gialle, guidate dal colonnello Carmelo Cesario, come persona «in sudditanza psicologica».

Ferrara e Nobile sono laureate e hanno titoli equipollenti per la qualifica di polizia giudiziaria. Sulla Ferrara, Gambarino invita Audenino «a non fare sforzi, che le viene l’ernia». E su Silvia Nobile, già promossa, impone un dietrofront: «Blocchiamo anche quella. Sono venuti dei consiglieri regionali... è venuta una consigliera regionale e non posso permettermi di dargli un’altra risposta, perché guarda che non ha i titoli, quindi quella lì non dovete metterla». Audenino: «Ok, ho capito, va bene, ho capito il problema».

Ancora Gambarino: «Io non so se ci sono gli estremi nel penale, lo deciderà il procuratore, però non è sicuramente un modo per far lavorare le aziende». Poi aggiunge: «Io adesso toglierei quel signore lì (uno degli ispettori Spresal, ndr) dal territorio e lo manderei in un ufficio, e adesso creda a me interverrò. Sono incavolato perché è andato a dire che in ogni caso lui faceva togliere la macchina al cantiere». La Audenino, nella conversazione, si dice d’accordo con Gambarino e addirittura si «scusa» di non poter fare di più: «Le nostre - afferma - sono attività di prevenzione e non di infliggere... insomma... molti di noi se ne dimenticano e diventano i poliziotti della situazione». Gambarino racconta il successo sulle funzionarie Spresal silurate a Caterina Ferrero che lo elogia con un «grazie, sei stato bravissimo».


La Stampa

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