mercoledì 25 maggio 2011

LA RABBIA "NO TAV", BLOCCATI I LAVORI A COLPI DI SASSATE


CHIOMONTE (TORINO) - Sassi No Tav contro gli operai. Lunedì notte poco dopo le 2, alcuni elementi del movimento, con una componente di militanti del centro sociale Askatasuna e dell’organizzazione anarchica Alpi Ribelli, hanno iniziato un lancio di pietre contro i lavoratori Sitaf che avrebbero dovuto realizzare i nuovi svincoli sull’autostrada del Fréjus, all’altezza di Chiomonte, in vista dell’apertura del cantiere per il tunnel esplorativo della Torino-Lione.

Un’ora di lanci, con il continuo rischio di colpire gli automobilisti e i camion ancora in transito. Polizia e carabinieri hanno così deciso di chiudere per oltre due ore l’autostrada, tra Susa e Bardonecchia. I lavori in programma sono stati momentaneamente sospesi.

Ieri mattina, subito dopo gli incidenti, c’è stato un incontro tra il prefetto Alberto Di Pace e il questore Aldo Faraoni. Un primo scambio di idee, in vista della prossima ripresa dei cantieri, che non subirà comunque alcun ritardo dopo la notte violenta di Chiomonte.

La polizia, con il capo della Digos Giuseppe Petronzi, aveva scelto una linea morbida nei confronti dei No Tav. Pochi carabinieri e pochi poliziotti in assetto anti-sommossa e la decisione di aprire un confronto con i rappresentanti più autorevoli di un movimento che si era sempre auto-definito «determinato ma pacifico».

A Chiomonte c’erano alcuni amministratori e il presidente della Comunità Montana, Sandro Plano, in contatto con il capitano dei carabinieri di Susa, Stefano Mazzanti. Obiettivo di tutti, non essere costretti a militarizzare la valle per un lavoro che non avrebbe neppure sfiorato il «compound» No Tav de La Maddalena, in parte abusivo e già sotto sequestro giudiziario, presidiato da non più di 2-300 persone, dopo gli appelli alla mobilitazione, gli sms e i comunicati sui siti web dei comitati.

I mediatori hanno riferito ai responsabili dell’ordine pubblico la risposta di Alberto Perino, leader dei comitati: un semplice no. Quando gli operai sono scesi dai mezzi, è iniziato il lancio di pietre, finite sull’autostrada e all’ingresso del tunnel, dov’erano schierate le forze dell’ordine. Ogni fase dell’attacco è stata video-ripresa. Considerato il totale fallimento della mediazione, la polizia decideva di bloccare i lavori e di rientrare a Torino.

Il procuratore Giancarlo Caselli ha seguito con la massima attenzione ogni fase della notte di tensione e, nelle prossime ore, ai pm saranno consegnate le prime note informative sui protagonisti. Alcuni sono già stati identificati: chi ha tagliato gli alberi con le motoseghe per costruire le barricate; chi ha partecipato, nonostante i tentativi di nascondersi il volto, al lancio di pietre.

L’interesse degli inquirenti torinesi non è più rivolto solo a colpire gli autori dei singoli gesti di violenza, ma anche chi incita a commetterli; chi li organizza; chi li preannuncia, programmandoli da tempo in ogni dettaglio. Sembrerebbe delinearsi all’orizzonte il profilo di un’associazione a delinquere, forse un decisivo e inedito balzo in avanti per le indagini.


La Stampa

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