sabato 21 maggio 2011

I "NO TAV" PRONTI A BLOCCARE IL GIRO D'ITALIA


TORINO - Nel 2006 c’erano le Olimpiadi invernali di Torino. Sabato prossimo la tappa del Giro d’Italia Verbania-Sestriere. Sullo sfondo, oggi come cinque anni fa, l’avvio del primo cantiere Tav in Italia: la realizzazione di un cunicolo esplorativo. Sei anni fa a Venaus. Nei prossimi giorni alla Maddalena di Chiomonte. E il movimento di protesta lancia il suo avvertimento: «Se proveranno a fare forzature bloccheremo la tappa del Giro d’Italia», annuncia Alberto Perino, uno dei leader del movimento. «Uomini avvisati...», aggiungono Davide Bono e Fabrizio Biolé, consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle annunciando la nascita di una sede distaccata del gruppo alla Maddalena realizzata «a costo zero per i cittadini».

Per «forzature» Perino e il Movimento intendono l’avvio del cantiere: «E’ sbagliato utilizzare la definizione di madre di tutte le battaglie (il copyright è di Lele Rizzo, leader di Askatasuna, ndr) ma noi impediremo un sopruso cioè l’apertura di un cantiere che non ha una progettazione e su cui sono pendenti due ricorsi al Tar». Dunque «così come abbiamo fatto nel 2005 bloccheremo la Valle e non è colpa nostra se la prossima settimana è in programma una tappa del Giro». E così se mai dovessero partire i lavori di recinzione «allora la tappa si fermerà a Verbania».

Barbara Bonino, assessore regionale alle Infrastrutture, replica: «Non ci saranno forzature per l’avvio dei lavori. Semplicemente la galleria esplorativa de La Maddalena verrà realizzata perché la Valsusa e il Piemonte non possono perdere la grande opportunità rappresentata dalla Nuova Linea Torino-Lione». E aggiunge: «Ribadisco le rassicurazioni agli abitanti: le istituzioni, Regione in testa, vigileranno attentamente sull’andamento dell’opera. Saremo a Chiomonte ogni giorno per verificare che il cantiere non arrechi danni al territorio e che vengano rispettate tutte le prescrizioni richieste».

Rassicurazioni che non fermano la mobilitazione del movimento. Da giorni i No Tav sono in stato di allerta. Entro il 31 maggio, secondo gli impegni presi con Bruxelles, il cantiere dovrebbe partire e così hanno iniziato a seguire le tracce delle due imprese valsusine a cui Ltf ha assegnato i lavori di recinzione. Perino solleva dubbi sulla capacità delle imprese di realizzare i lavori «visto che una di loro non è stato in grado di completare i lavori lungo la linea storia nella data prevista e ne ha completati circa la metà». E in ogni caso «c’è lavoro e lavoro e non tutti i lavori sono moralmente ed eticamente accettabili».

I comitati conoscono quanto materiale è stato acquistato e dove è stato messo a deposito e controllano ogni movimento che potrebbe permettere di capire quando e come le imprese, con la protezione delle forze dell’ordine, cercheranno di recintare l’area. L’altra sera nel corso di un affollatissimo coordinamento dei comitati sono state decise le tappe della mobilitazione a partire dalla marcia di protesta in programma oggi da Rivalta a Rivoli (partenza alle 14.30 dal Comune di Rivalta) fino all’assemblea prevista per il 26 maggio a Bussoleno dove è annunciata la partecipazione dei sindaci. Tra oggi e domani, nell’area di presidio prenderà forma una sorta di accampamento con tende, camper, casette sugli alberi e baracche piazzate nei terreni di proprietà del movimento».

E poi c’è la sponda istituzionale dei due consiglieri regionali grillini. Bono e Biolè hanno scritto al presidente del Consiglio che la roulotte piazzata alla Maddalena, sarà utilizzata come sede dove si alterneranno i consiglieri e il personale. Ci sarà un collegamento Internet e si sta lavorando all’installazione di una webcam: «Vogliamo vigilare e proteggere la popolazione da eventuali militarizzazioni della valle».


La Stampa

0 commenti:

Posta un commento