mercoledì 11 maggio 2011

STOP AI NUOVI LOCALI NOTTURNI NELLE ZONE DELLA "MOVIDA"


TORINO - Stop all'apertura di nuovi locali nei quartieri della "movida". Un freno deciso dalla giunta Chiamparino e dall'assessore al Commercio, Alessandro Altamura, in zona Cesarini. Il provvedimento è stato preso nell'ultima riunione in una delibera quadro dove si ridefiniscono tutti i criteri per l'apertura di bar e ristoranti dopo gli indirizzi generali decisi dalla Regione a febbraio dello scorso anno.

Tre le zone dove sarà vietato aprire nuove attività, bar, ristoranti e locali notturni, nei prossimi tre anni: piazza Vittorio e vie limitrofe, compresa via Matteo Pescatore, dove i residenti combattono da tempo contro i tiratardi e il baccano oltre misura, l'area del Quadrilatero romano e l'asse di corso Moncalieri da piazza Gran Madre fino a piazza Zara, dove si concentrano soprattutto discoteche. "Si tratta di una sperimentazione - sottolinea l'assessore Altamura - si è preso atto che in queste zone si è arrivati ad un livello di saturazione che non permette nuove aperture". Dal provvedimento approvato dalla giunta rimane fuori l'area di San Salvario, dove sono in programma numerose aperture di locali nei prossimi mesi: "È stata valutata anche la concentrazione in quella zona, ci sono ancora molti spazi e crediamo che sia un bene per il quartiere che aumentino i pubblici esercizi".

Nel provvedimento si ribadiscono alcuni "paletti". Bar, ristoranti e locali devono rispettare le norme sull'inquinamento acustico, le leggi urbanistiche, l'edilizia e i vincoli paesaggistico-ambientali. In più, per gli esercizi con superficie superiore a 250 metri quadrati, è necessaria una valutazione di impatto sulla viabilità.
L'apertura di bar e ristoranti è subordinata anche alla disponibilità di parcheggi che il titolare deve realizzare su aree private. Nel caso in cui non sia possibile, l'esercente deve fare fronte con la monetizzazione. Soldi che finiranno nelle casse del Comune per realizzare interventi sulla viabilità e creare nuove zone di sosta.
Toccherà al nuovo assessore e al nuovo consiglio comunale esprimersi, entro un anno, sulle norme che regolano gli orari dei locali e i dehors quando nel bar vi sono altre attività, come una tabaccheria o una libreria.


Repubblica

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