martedì 3 maggio 2011

TAV, SBARCANO A ROMA I SINDACI ESCLUSI DAL VERTICE


Saranno a Roma nonostante nessuno li volesse: sono i ventuno sindaci della valle di Susa e il presidente della Comunità montana Sandro Plano che oggi manifesteranno, con la fascia tricolore, davanti a Palazzo Chigi, dove si terrà il tavolo istituzionale sulla Torino-Lione. Un presidio organizzato per protestare contro la scelta del Governo, di convocare come rappresentanti delle aree interessate dall’opera solo otto dei venti sindaci. «Un tale criterio nella scelta — scrivono i 21 sindaci (che hanno avuto la solidarietà del primo cittadino di Sant’Antonino di Susa, Antonio Ferrentino, che è tra i convocati) — contrasta con le esigenze di rappresentanza del territorio su un problema così delicato. Il documento si conclude con la richiesta «che ogni ipotesi progettuale sia presentata formalmente agli enti locali come previsto dalla normativa in vigore. Si ribadisce come sempre la disponibilità ad un confronto nel rispetto delle diverse posizioni e dei rispettivi ruoli istituzionali».

L’esclusione di Plano è legata prima di tutto alla decisione di Regione e Provincia di non considerare più la Comunità montana (dove c’è una maggioranza No Tav) come rappresentante della val Susa nelle trattative sulla delicata questione. E di convocare come rappresentanti un comune per ognuna delle zone in cui viene diviso il percorso (Settimo per la Gronda Nord, Grugliasco per quella Ovest, Rivalta, Rivoli e Buttigliera Alta per l’Adduzione Ovest, Giaveno per la Val Sangone, Condove per la Bassa Val Susa e Claviére per l’Alta Valle). Parteciperanno all’incontro di oggi, oltre ai rappresentanti di Regione e Provincia di Torino, anche i sindaci di Torino, Orbassano, Susa, Chiomonte e Sant’Antonino di Susa. E in più quelli di Avigliana e Chiusa San Michele, dichiaratamente No Tav, come Comuni cerniera tra la tratta nazionale e internazionale. Per l’assessore regionale al Trasporti Barbara Bonino che oggi sarà a Roma insieme al presidente della Regione Cota però: «Il tempo delle polemiche è finito. La manifestazione ci sembra fuori luogo».

La convocazione del tavolo istituzionale arriva dopo quasi tre anni di attesa: l’ultimo si era svolto a luglio 2008. Da allora è stato richiesto, annunciato e poi rimandato molte volte. Oggi prima dell’inizio il presidente dell’Osservatorio per la Torino-Lione, Mario Virano vedrà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta per «preparare» la scaletta della riunione. Che arriva alla vigilia dell’apertura del cantiere per il tunnel geognostico di Chiomonte prevista entro l’inizio dell’estate e che potrebbe scatenare una nuova fase di contestazioni in valle.

Il tavolo dovrebbe assegnare i compiti all’Osservatorio per i prossimi mesi. Prima di tutto definire il fasaggio: cioè quando fare cosa. Prima il tunnel di base fino a Susa e il nodo di Torino (compreso lo sviluppo del terminal logistico di Orbassano e la Gronda). Solo dopo il 2023 si farebbero le opere in bassa valle sfruttando fino ad allora la capacità della linea storica (fino a 220 treni al giorno). Così si bloccherebbe la protesta nella zona dove ci sono più contestazioni. E si risparmierebbero soldi. Dovrebbe poi definire le rappresentanze territoriali per l’Osservatorio e per il piano strategico della provincia e dire una parola certa sui fondi per le opere di prima fase, approvate da Berlusconi e Bresso il 24 gennaio del 2009 e mai finanziate: 300 milioni di euro di cui 200 a carico dello Stato e 100 della Regione.


Repubblica

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