venerdì 10 dicembre 2010

"CENTO MILIONI DI DEBITI", E' GUERRA SUL BUCO SANITA'


TORINO - Sulla carta i numeri dovrebbero essere appunto numeri ma la politica, l’arte del possibile, riesce a trasformare la matematica in opinione. Di parte. Con un’inevitabile guerra di cifre. Secondo l’assessorato regionale alla sanità i primi nove mesi del 2010 si sono chiusi con un deficit contenuto della spesa: poco più di tre milioni. E negli uffici di corso Regina Margherita si da quasi per certo il riassorbimento di questo differenziale grazie ai risultati della manovra di contenimento. Stefano Lepri, vice-capogruppo del Pd, parla invece di un deficit di 167 milioni con una previsione di un centinaio di milioni alla fine di dicembre. E per Gianluca Vignale, consigliere del Pdl, il deficit dei primi nove mesi è di 116 milioni - «90 a carico delle Asl “rosse” 2 e 4» - con una stima di 30/40 milioni al 31 dicembre.

In questa guerra di cifre è necessario tenere anche in considerazione il fatto che nel corso del 2010 la Regione ha tirato fuori 400 milioni per la sanità pubblica e che l’anno prossimo dovrà iniziare a ridurre di 50 milioni la spesa così come previsto dal piano di rientro firmato con il governo Berlusconi. E non è un caso che il braccio di ferro tra maggioranza di centro-destra e Pd si giochi proprio sui conti della sanità e sull’indebitamento. Sentite Lepri: «Non emerge ancora un vero effetto dei piani di rientro delle Asl imposti dal governo alla giunta Cota. Sul piano contabile poi il risultato appare meno pesante grazie a una cinquantina di milioni di ricavi straordinari, che attendiamo di verificare, e a un’operazione sugli ammortamenti». La replica di Vignale: «Per la prima volta dopo anni, le spese di gestione della sanità sono praticamente rimaste invariate. Questo significa che grazie al centro-destra si è fatta un’importante inversione di marcia».

E dalla sanità la polemica si sposta sull’indebitamento. Aldo Reschigna, capogruppo Pd, attacca: «La spesa corrente non cala mentre scendono gli investimenti e aumenta in modo esponenziale l’indebitamento: 1,2 miliardi nel 2011 di cui 400 milioni andranno nella spesa corrente». Secondo il consigliere Pd «è un dato che dimostra l’enorme problematicità del bilancio e che rischia di portare la Regione nel 2012 sulla soglia della bancarotta». Parole che fanno arrabbiare il governatore: «Invece di chiedere scusa ai piemontesi per come hanno governato nei cinque anni precedenti, hanno ancora il coraggio di parlare. Ogni giorno mi metto le mani nei capelli e mi dico "non è possibile che qualcuno sia riuscito creare questo disastro”». E Roberto Cota aggiunge: «Il Piemonte ha un indebitamento pro capite alle stelle che hanno creato loro e che qualcuno, sempre loro, ha fatto un’allucinante operazione sui derivati, senza precedenti, per cattiva amministrazione».


LaStampa

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