martedì 7 dicembre 2010

UCCIDONO UN UOMO, IL 113 NON LE CREDE MA ERA VERO


Aveva sentito lamenti provenienti dall'appartamento del vicino. Per questo una donna polacca, di Legnano (Milano), aveva telefonato al 113. Ma l'agente al centralino non le aveva creduto, non segnalando il caso alle volanti. Inutile anche un'altra telefonata, il giorno dopo, sempre della donna. Il cadavere è stato scoperto 104 giorni dopo il delitto: si trattava di un tunisino imbavagliato e morto di stenti. Il poliziotto è indagato per omicidio colposo.

A incastrare l'addetto al centralino, racconta il Corriere della Sera, i cd con le registrazioni delle telefonate. La donna quel 7 maggio aveva fatto di tutto per cercare di salvare il tunisino. L'uomo, per la Procura, è morto di stenti, dopo tre giorni di agonia. L'extracomunitario è stato ritrovato legato al letto, forse in quell'appartamento c'era stato un festino omosessuale.

La scoperta del cadavere è stata del tutto casuale. Gli aggressori dell'uomo, due stranieri, ora ricercati, subito dopo aver legato e rapinato il tunisino, sono fuggiti con l'auto della vittima, scontrandosi con un'altra vettura. Dopo l'urto sono scappati. La polizia a questo punto è intervenuta, cercando di rintracciare il proprietario.

Non avendolo trovato, dopo aver citofonato, gli agenti hanno lasciato un avviso: "Si presenti al Commissariato". Intanto il tunisino moriva. Soltanto il 19 agosto, altri poliziotti si ripresentavano in casa dell'uomo. Avvertendo un forte odore del cadavere, hanno sfondato la porta d'ingresso. In casa la tv era ancora accesa, sul letto il corpo senza vita dello straniero.


TgCom

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